due nuovi modelli in Italia. Tornerà la Fiat Punto?

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Conto e carta

difficile da pignorare

 


È il giorno della svolta nelle relazioni fra Governo e Stellantis: dal 2028 a Pomigliano d’Arco, nella città metropolitana di Napoli, il gruppo produrrà due nuovi modelli compatti basati sulla piattaforma STLA Small.

Non si conoscono ancora i nomi delle vetture, ma alcuni indizi fanno ipotizzare un ritorno della Fiat Punto (o Grande Punto) che potrebbe derivare dalla futura generazione della Peugeot 208. Per l’utilitaria francese sappiamo, infatti, che verrà realizzata in Spagna, altra culla della STLA Small, ed è quindi possibile che il Costruttore stia pensando a un secondo stabilimento.




Render del 2023 di come immaginavano la nuova Fiat Punto

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Jean Philippe Imparato e Alfa Romeo Milano

Jean-Philippe Imparato, responsabile di Stellantis e protagonista delle trattative col Governo

Una nuova Panda made in Italy

L’annuncio ufficiale sulla piattaforma è invece di Jean-Philippe Imparato, responsabile europeo del costruttore, che parla durante il Tavolo Stellantis di martedì 17 dicembre al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit). Un faccia a faccia col Governo che diventa occasione per comunicare anche il futuro arrivo di una Pandina di nuova generazione che dovrebbe sostituire quella prodotta proprio a Pomigliano d’Arco e da non confondere con la Fiat Grande Panda, realizzata in Serbia.

“Tutti gli stabilimenti italiani rimarranno attivi – promette il responsabile europeo di Stellantis – e già dal 2026 la capacità produttiva crescerà grazie ai nuovi modelli”.

Fra questi ci saranno le nuove Alfa Romeo Stelvio e Giulia, in uscita nel 2025 e 2026 dallo stabilimento di Cassino (Frosinone), dove è stato confermato un terzo modello top di gamma basato sulla piattaforma STLA Large e che ipotizziamo essere la nuova Maserati Quattroporte.

Futuro elettrico e ibrido

Tutti gli stabilimenti avranno comunque un piano di produzione fino almeno al 2032. Tutti i prossimi modelli saranno sia ibridi sia elettrici, per garantire volumi e domanda e, così, far lavorare le fabbriche a pieno regime.



Tavolo Stellantis

Foto di: Motor1.com

Il Tavolo Stellantis al Mimit di martedì 17 dicembre

Ancora in stand-by la gigafactory

Parziali rassicurazioni, poi, pure sulla fabbrica italiana di batterie per auto elettriche che dovrebbe nascere a Termoli (Molise). Qui Stellantis “sostiene con un finanziamento la joint venture ACC”. La decisione dipenderà però dalla “evoluzione delle tecnologie e in considerazione del mercato e della competitività dei fattori abilitanti del sistema Paese”.

Capitolo 2035

Al Mimit viene pure concordato un rifinanziamento del fondo automotive in legge di Bilancio, per un totale di 1,6 miliardi di euro nel 2025-27. Il tesoretto andrà tutto all’industria, senza incentivi all’acquisto.

Microcredito

per le aziende

 

Ma l’auto era stata protagonista della giornata politica anche nelle ore precedenti al Tavolo, quando il ministro Adolfo Urso aveva parlato telefonicamente col commissario europeo per i Trasporti sostenibili e il Turismo, Apostolos Tzitzikostas, illustrandogli il non paper di Italia e Repubblica Ceca che chiede all’Europa di rivedere lo stop alla vendita di vetture a benzina e diesel dal 2035.

La proposta – riferisce il Dicastero – renderebbe “sostenibili e realisticamente raggiungibili” gli obiettivi di decarbonizzazione “attraverso una tempestiva revisione del regolamento e avendo come bussola la competitività dell’industria europea”. L’idea è di anticipare dal 2026 all’inizio del 2025 la clausola di revisione sul “tutto elettrico” per dare spazio anche a e-fuel e biofuel, qualora si dimostrino carburanti a zero emissioni di gas serra.

“Il commissario Tzitzikostas – continua la nota – ha confermato a Urso la sua piena disponibilità a dialogare sul tema con i Governi e con le parti industriali. Il commissario e il ministro si sono poi dati appuntamento per il prossimo 21 gennaio a Strasburgo, a margine della riunione plenaria del Parlamento europeo”.

Stando invece al Ministro, il non paper

“ha subito raccolto un ampio consenso tra i Paesi dell’Unione, oltre al sostegno esplicito delle associazioni imprenditoriali di Italia, Germania e Francia, delle maggiori associazioni europee delle Pmi e dell’Acea (l’associazione delle Case auto europee). Anche il gruppo parlamentare del Ppe, maggioritario a Strasburgo, ha elaborato un documento in sintonia la linea italiana”.



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