Il nuovo punto di riferimento per il tailor-made

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Il cuore pulsante del lusso milanese ha un nuovo indirizzo da aggiungere al suo firmamento: Palazzo Pertusati, in Via della Spiga 26. È qui che Atelier Emé, nome di riferimento dell’alta sartoria italiana per spose e cerimonie, ha inaugurato il suo nuovo spazio. Con il nuovo atelier, il brand riafferma il suo legame con la tradizione artigianale, introducendo al contempo uno sguardo internazionale e un approccio contemporaneo.

L’atelier, sviluppato su due piani e 400 metri quadrati, offre un ambiente che mescola la raffinatezza classica con accenti moderni. Marmo, velluti e un giardino d’inverno non sono solo scenografia: ogni elemento racconta una visione, quella di un luogo dove l’abito su misura diventa narrazione personale. Qui, ogni dettaglio sartoriale si intreccia con la promessa di creare non solo abiti, ma esperienze memorabili.

In occasione dell’apertura, Harper’s Bazaar Italia ha dialogato con Silvia Falconi, creative director di Atelier Emé, per esplorare i temi che rendono unico questo progetto: il tempo dedicato al tailor-made, il dialogo con le spose e l’equilibrio tra tradizione e innovazione.

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Courtesy of Press Office

Silvia Falconi e modelle

Il tailor-made è un’arte che richiede tempo e dedizione. Come portate avanti questo valore in un’epoca che sembra chiedere sempre più velocità?

Creare un abito da sposa è molto più che cucire tessuti: è realizzare un sogno. Ogni dettaglio, ogni piega, ogni pizzo è pensato e curato con estrema attenzione. Per alcune lavorazioni, servono 300, 400, a volte 500 ore. Questo processo richiede tempo, cura e una grande attenzione ai dettagli, perché nel giorno più importante della vita non può esserci alcun difetto: tutto deve essere perfetto. Vedendolo da questo punto di vista è un concetto più comprensibile anche per una clientela abituata ad avere tutto e subito. Certo, siamo in grado di soddisfare anche richieste last-minute, ma per un abito su misura, pensato per realizzare il sogno di una sposa, è necessario tempo.

Quanto è importante l’empatia nel processo di creazione di un abito su misura? Come il team creativo riesce a trasformare le emozioni delle spose in tessuto e forme?

L’empatia è fondamentale. Le nostre spose spesso ci definiscono quasi psicologhe o consulenti, perché passano molte ore con noi, condividendo emozioni che spaziano dalla gioia alle lacrime. Capiamo che ogni sposa arriva con un bagaglio emotivo e il nostro lavoro è accoglierla, ascoltarla e aiutarla a sentirsi sicura e compresa. Questo approccio si riflette anche nei nostri abiti, che trasmettono quel senso di sicurezza e attenzione che vogliamo offrire.

bride in a garden setting with roses wearing a wedding dress and veil

Courtesy of Press Office

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Un aneddoto o storia memorabile legata alla creazione di un abito tailor-made?

Ci sono tante storie, ma una in particolare mi ha colpita. Una ragazza del mio team si è sposata l’anno scorso e abbiamo scelto l’abito insieme. Guardandola, le ho suggerito un modello che pensavo fosse perfetto per lei, e quando lo ha provato si è resa conto che era davvero “il suo”. Questo è il bello del nostro lavoro: interpretare le emozioni e la fisicità delle spose per creare qualcosa che le valorizzi appieno.

Qual è il rapporto tra tradizione artigianale e sostenibilità nella vostra visione? Creare su misura è anche un modo per produrre meno e meglio?

Assolutamente sì. Noi realizziamo abiti solo su ordinazione, quindi non produciamo più del necessario. Questo approccio riduce gli sprechi e ci consente di dedicare la massima cura a ogni capo. Inoltre, nella nostra linea occasion wear utilizziamo tessuti riciclati o derivati da materiali naturali certificati. La sostenibilità è un valore che cerchiamo di integrare in tutto ciò che facciamo.

atelier eme

Courtesy of Press Office

Con l’ascesa del minimalismo e della cultura del second-hand, pensi che in futuro vedremo abiti da sposa progettati per essere trasformati e riutilizzati dopo il matrimonio? Come risponderesti a questa tendenza?

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Ci stiamo muovendo in questa direzione con due approcci. Da una parte, abbiamo una piattaforma di noleggio online, dove offriamo abiti da cerimonia e anche alcuni modelli di abiti da sposa, che possono essere affittati e riutilizzati più volte. Dall’altra, progettiamo abiti modulari, come top e gonne combinabili, che dopo il matrimonio possono essere indossati separatamente. Ad esempio, il top può essere usato come sottogiacca, abbinandolo a un pantalone o a una giacca, mentre la gonna si può utilizzare con un maglione per un look più casual.

Quali sono le principali sfide del creare un abito che sia davvero unico e che rappresenti pienamente la personalità di chi lo indossa?

La sfida più grande è interpretare i desideri della sposa. Alcune arrivano con idee molto chiare, altre invece non sanno esattamente cosa vogliono. Noi dobbiamo aiutarle a immaginare il loro abito, facendo provare modelli che possano ispirarle e, allo stesso tempo, valorizzarle. Bisogna anche imparare a fare un passo indietro quando necessario, se un abito non valorizza pienamente la loro fisicità ma è quello che desiderano noi preferiamo assecondarle, alla fine, deve essere il loro sogno, non il nostro.

boutique interior featuring bridal dresses and a seating area

Courtesy of Press Office

Aprire in Via della Spiga significa aprirsi al mondo. Come immagini la sposa internazionale di Atelier Emé?

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La sposa internazionale è più diretta, meno timorosa rispetto a quella italiana. In questa prima settimana di apertura abbiamo già accolto clienti arabe, americane e tedesche. Le spose internazionali sembrano avere meno barriere: entrano, provano, e se si innamorano di un abito, lo scelgono subito. Sono diverse da noi italiane, che tendiamo a coinvolgere la mamma, la nonna e le amiche in ogni decisione. Il mondo internazionale è variegato e stimolante, e siamo pronti a soddisfarlo.

Se la nuova boutique fosse un abito da sposa, che caratteristiche avrebbe?

Sarebbe un abito raffinato e senza tempo, con una gonna ampia in seta liscia, una scollatura a cuore e dettagli preziosi ma discreti. Rifletterebbe la nostra idea di eleganza e modernità, ma con un fascino classico che non passa mai di moda.

dressing area showcasing a robe and shoes

Courtesy of Press Office

Come pensi che l’abito da sposa rifletta i cambiamenti sociali e culturali di un’epoca?

Ci sono modelli senza tempo ma anche abiti influenzati dalle tendenze del momento nei colori, forme e materiali. Ad esempio, oggi la sostenibilità è un tema importante, e per alcune spose sapere che il loro abito è fatto con materiali ecologici è un valore aggiunto. L’abito evolve con il mondo che cambia, e noi dobbiamo essere sempre pronte a rispondere a queste nuove esigenze.

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C’è una lezione che il processo di creare abiti da sposa ti ha insegnato, e che applichi anche al di fuori del lavoro?

Mi ha insegnato ad avere pazienza. Vedere le nostre sarte lavorare ore per ricamare un fiore o creare un dettaglio mi ha fatto capire quanto sia importante il tempo per ottenere un risultato perfetto. Questo vale anche nel rapporto con le spose, perché ogni percorso è unico e richiede comprensione e flessibilità. Questa lezione mi ha aiutato anche nella vita privata, dove ho imparato a rallentare e ad affrontare le cose con maggiore calma.



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