Sonno e salute: se l’azienda ti aiuta a dormire meglio

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Chi dorme non piglia pesci? Non proprio. Sembra esserci un’inversione di tendenza in quella cultura del lavoro e del successo che ci vuole operativi quasi h24 e che premia chi dorme di meno. Anzi: proprio da grandi aziende sta arrivando da anni un messaggio diverso: anche da colossi come Google a Nike, che hanno introdotto il sonnellino pomeridiano. Spostandoci dall’Occidente all’Oriente, la cultura è certamente molto diversa, compresa quella del sonno. In Giappone per esempio, l’inemuri – ossia il dormire in pubblico in uno stato di semi-vigilanza per recuperare energie – è un comportamento molto comune e ben visto, perché indica il grande impegno e l’abnegazione per il lavoro. Proprio in un’azienda giapponese, però, nel 2024 è stato promosso un progetto che punta a migliorare la qualità del sonno dei propri dipendenti, e che sembra avere un ritorno tangibile anche sulla produttività.

Il progetto Dreamland

Parliamo di Otsuka Italia: il progetto si chiama Dreamland e ha visto il coinvolgimento di ben l’80% dei dipendenti per un periodo complessivo di 8 mesi. Nella prima fase, tra febbraio e marzo 2024, i partecipanti hanno misurato la loro qualità del sonno; nella seconda, tra aprile e settembre, hanno ricevuto consigli e suggerimenti per migliorare il sonno e partecipato a un webinar tenuto da Luigi Ferini Strambi, primario del Centro di Medicina del Sonno dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano. Per registrare eventuali cambiamenti nel sonno, sono stati effettuati rilevamenti attraverso un dispositivo indossabile fornito dall’azienda, e sono stati somministrati questionari per valutare lo stato psico-fisico.

I risultati del programma

Ebbene: il 30% dei partecipanti ha migliorato la qualità e quantità del proprio sonno: in media, la qualità del sonno giornaliero è aumentata del 25%. Di pari passo sono migliorati la memoria (+24%), la concentrazione (+7%), la produttività (+12%) e, più in generale, la salute (+19%). “Come e quanto dormiamo sono due aspetti da non sottovalutare perché sono a loro volta strettamente collegati al rischio di malattie causate da una carenza di sonno – spiega Strambi – Obesità, diabete o patologie cardio-vascolari sono solo alcune tra le più diffuse e frequenti. Incentivare e migliorare il sonno di un lavoratore comporta anche una riduzione notevole dei livelli di stress e un perfezionamento delle funzioni cognitive. Tutto questo determina effetti positivi notevoli anche sulla produttività dei singoli lavoratori, che si ritrovano inoltre a lavorare in un ambiente più riposato e sano”.

Il buon sonno premiato con giorni di ferie extra

Il programma prevede anche un premio: i dipendenti che hanno migliorato del 15% il parametro di qualità e/o quantità del sonno avranno un giorno aggiuntivo di ferie nel 2025, e chi ha superato il 15% ne avrà due. “Come azienda abbiamo riconosciuto l’importanza di un buon riposo quale componente fondamentale del benessere poiché, favorendo il recupero fisico e mentale, contribuisce a migliorare la qualità di vita – dice Alessandro Lattuada, Managing Director di Otsuka Pharmaceutical Italy – Il progetto sottolinea e attua il nostro impegno nel promuovere una cultura del lavoro che riconosca e sostenga pienamente la salute e il benessere dei suoi dipendenti”. Otsuka è la prima azienda nella storia a premiare il riposo con più riposo, aggiunge Oscar Alcoberro, People director di Otsuka Pharmaceutical Italy, che conclude: “L’iniziativa è nata anche per sensibilizzare l’intera società sull’importanza del sonno e del riposo, e del loro impatto sulla salute, in particolare di quella mentale”.

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