Boom di italiani negli agriturismi della Toscana. Negli ultimi dieci anni gli arrivi nelle oltre 5.600 strutture agrituristiche autorizzate sono aumentati del 70% passando da poco meno di 300 mila a 508 mila nel 2023 contribuendo a spingere la regione in cima alla classifica delle mete enogastronomiche preferite dagli italiani davanti ad Emilia Romagna e Puglia. Un risultato figlio del più ricco patrimonio agroalimentare del Paese con 90 produzioni di qualità tra Dop, Igp, oltre 140 brand territoriali tra presidi Slow Food e Città del Vino e della diffusione record di agriturismi, almeno uno nel 98,7% dei comuni, che spalancano quotidianamente le porte di borghi, località e zone meno battute a turisti ed ecoturisti. A dirlo è Terranostra Toscana, l’associazione degli agriturismi di Coldiretti, sulla base dei dati del rapporto 2024 sul turismo enogastronomico in Italia presentato dall’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico.
Una risorsa contro l’over tourism
«Il contributo di presenza, esperienze e servizi che gli agriturismi mettono in campo è determinate per un turismo sempre più diffuso in una regione che vive in alcune situazioni la problematica dell’over turism. – spiega Marco Masala, presidente Terranostra Toscana – Nell’ultima decade, secondo una nostra analisi dei dati Istat, gli arrivi e le presenze nelle strutture agrituristiche sono cresciuti in maniera esponenziale rispettivamente del 70% e del 47% segnando una svolta soprattutto nel periodo del Covid: oggi il 40% dei turisti ospiti è italiano. La forte connessione tra turismo rurale e brand territoriali unito alla centralità della nostra regione nel contesto nazionale rendono la nostra regione una meta molto desiderata durante l’arco di tutto l’anno rappresentando un volano per le economie di campagna e montane ed un valore per le comunità. La legge di orientamento, voluta da Coldiretti, è la struttura su cui oggi si posa il settore dell’accoglienza agrituristica e dei suoi straordinari numeri”.
La più desiderata d’Italia per l’enogastronomia
Secondo i dati del rapporto di Aite, la Toscana è la regione più desiderata nel 2023, come meta di viaggi enogastronomici. Il 33,9% dei turisti italiani vorrebbe visitarla, il 39,3% dichiara di esserci stato nel corso dei viaggi più recenti. Al secondo e terzo posto nel 2024 si collocano Emilia-Romagna e Puglia. Il Rapporto 2024 di Aite mostra che si è ulteriormente consolidato il legame tra gli italiani e il viaggio per assaporare cibo, vino, olio e altre tipicità agroalimentari. Il 70% degli intervistati dichiara che è stata proprio l’enogastronomia a indurre la scelta di una meta negli ultimi tre anni.
I prodotti preferiti da chi viene in visita
Il vino (38,1% delle preferenze) è considerato il prodotto più rappresentativo dell’Italia in ambito agroalimentare, seguono l’olio extravergine di oliva (24%), la pizza (22%), la pasta?(15%) e i formaggi (11%).? Un trend confermato anche dai dati di Terranostra Toscana secondo cui nel giro di un decennio sono raddoppiati gli eco-turisti italiani che al momento di pianificare le ferie guardano alla sostenibilità, dalla garanzia di mangiare cibo a km zero alla riduzione dei consumi energetici. Una sensibilità che è arrivata a riguardare il 25% dei vacanzieri.
I viaggi legati a singoli settori: olio, vino, turismo e birra
Un ruolo centrale nella scelta delle ferie green è oggi recitato dal cibo, tanto che la buona tavola con la scoperta dei prodotti delle varie regioni è indicata come la prima esigenza associata alla vacanza in Italia, davanti a cultura e divertimento, secondo Noto Sondaggi. Ma la nuova frontiera dei viaggi è rappresentata soprattutto dal turismo esperienziale legato ai singoli settori, dall’oleoturismo, all’enoturismo, dal turismo della birra, al turismo dei formaggi. In questo contesto l’agriturismo ha ormai acquisito un peso sempre più decisivo. Sono 5.634 gli agriturismi, il 20% offerta agrituristica nazionale è toscana: una su cinque con 88 mila posti letto, 74 mila posti a sedere, 2.226 piazzole per camper e campeggiatori. Il 97% dei comuni ha almeno un agriturismo contro media nazionale del 64%: più alta capillarità in Italia, oltre 5 milioni le presenze nel 2023 con + 35% strutture in 10 anni.
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