Franco Rebecchi ha 76 anni, ha avuto un malore ed è stato salvato dall’intervento tempestivo di un cittadino e del personale sanitario: è stato ricoverato dieci giorni e non ha riportato danni cerebrali
Il soccorso laico, fatto di cittadini formati alla rianimazione cardiopolmonare e di defibrillatori sempre più diffusi sul territorio, salva vite. Sempre più spesso. Questa volta è toccato a Franco Rebecchi, che ha compiuto 76 anni durante la degenza nel reparto di Cardiologia dell’ospedale Maggiore e che la sera del 29 novembre si trovava al centro sociale Falcone di Riale, a ballare, come ogni venerdì. All’improvviso il cuore si ferma e Franco cade a terra.
Tutto quello che è successo da quel momento è stato ripercorso dai medici, dagli infermieri, dai volontari che sono intervenuti in tempi rapidissimi salvandogli la vita. Perché quando il cuore si ferma ogni minuto è fondamentale nel decretare non solo il passaggio dalla vita alla morte ma anche i segni che resteranno in un cervello che non riceve più ossigeno. Nel caso di Franco, non c’è nessun segno.
Il racconto dell’intervento minuto per minuto
Alle 22.09 di quel venerdì arriva alla centrale 118 di Bologna la prima telefonata che chiede aiuto dal centro sociale di Riale. In un meno di un minuto e mezzo viene identificato il codice blu (quello per l’arresto cardiaco) e attivate l’ambulanza e l’automedica.
Intanto, Mauro Montuschi, un signore che si trova al centro sociale e che per motivi di lavoro ha avuto una formazione nella rianimazione cardiopolmonare, inizia il messaggio cardiaco su Franco, applicando anche il defibrillatore. Alle 22.14 arrivano i primi soccorsi e anche un cittadino volontario che ha risposto all’alert arrivato sul suo telefono tramite l’app Dae Responder.
Dopo dieci giorni è tornato a casa senza danni cerebrali
Il cuore di Franco riparte e alle 22.26 arriva l’automedica che trasporta l’uomo in Pronto soccorso. Passa poi nella sala di Emodinamica in Rianimazione e quindi in cardiologia, dove gli viene impiantato un defibrillatore cardiaco.
Grazie al tempestivo intervento dei soccorritori, Franco non ha riportato danni neurologici e dopo dieci giorni, durante i quali ha festeggiato il compleanno (il 6 dicembre) in reparto, può tornare a casa dai suoi familiari.
Il videomessaggio dell’anziano per gli auguri di Natale
Il signor Franco ha voluto mandare un videomessaggio in cui augura a tutti buon Natale e si augura di incontrare presto chi gli ha salvato la vita. «È un po’ affaticato ma sta bene — spiega la figlia Simona —, l’intervento al centro sociale è stato fondamentale. Sono stati tutti meravigliosi e grazie a loro che mio papà ce l’ha fatta. È fondamentale fare questi corsi e prestissimo lo farò sicuramente anch’io. Quando ti trovi in questi momenti non è facile, ma dare a una persona una possibilità di vita è tanta roba. Siamo molto fortunati. Dovrebbero avere tutti i defibrillatori e fare i corsi, perché è davvero fondamentale».
Il centro sociale di Riale è «molto frequentato — sottolinea Antonella, una dei volontari del Falcone — abbiamo circa 800 tesserati. Per noi è importante avere il defibrillatore, dovrebbero averlo tutti».
«Ero nel centro sociale e a un certo punto ho visto qualcuno che prendeva il defibrillatore — racconta Mauro — siccome sono formato per questa pratica, l’ho seguito per vedere se ci fosse stato qualcuno che lo sapeva usare. Visto che non c’era nessuno sono intervenuto e ho fatto quello che si chiama un miracolo. Mi sono buttato, mi piacerebbe che anche gli altri lo facessero e conoscessero queste cose. Ed è molto importante avere nei centri con molte persone e nelle piazze i defibrillatori a portata di mano».
In Emilia-Romagna oltre 9.300 defibrillatori in luoghi pubblici
E il defibrillatore adesso può arrivare anche a casa di una persona colpita da arresto cardiaco grazie ai cittadini che rispondono all’app Dae responder per portare il primo soccorso.
Sono circa 25 mila i cittadini in regione che si sono registrati sull’app, per la quale non è necessario aver avuto una formazione. Nella app sono mappati anche 9.300 defibrillatori disponibili in luoghi pubblici, di cui 1.440 nell’area bolognese. La Regione ha approvato un finanziamento di 1,5 milioni di euro per incrementarli ulteriormente.
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