Il patto Governo-Stellantis. Stop a incentivi caldaie a gas dal 2025. Ok Ue a 9,7 miliardi Fer X per rinnovabili

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Il patto tra Governo e Stellantis per il rilancio dell’automotive. Stop agli incentivi alle caldaie a gas dal 2025 in Manovra. Ok dell’Ue al Fer X transitorio: 9,7 miliardi per tecnologie green. La rassegna Energia

Fumata bianca dal tanto atteso tavolo automotive per il rilancio del settore. 1,6 miliardi di euro di incentivi governativi in tre anni per le filiere produttive in cambio di 2 miliardi di investimenti già nel 2025 e 6 miliardi di euro di acquisti garantiti alla filiera dei fornitori italiani “senza attingere a nessun tipo di contributo pubblico”. In più garanzie per l’occupazione ed il mantenimento di tutti gli stabilimenti, investimenti significativi in ricerca e sviluppo, in modelli e piattaforme produttive, tutela del lavoro, riqualificazione delle competenze e ricambio generazionale. Sono i punti principali del patto concluso ieri tra Governo e Stellantis. Stop agli incentivi alle caldaie a gas dal 2025. È quanto prevedono alcuni emendamenti alla manovra, secondo quanto si apprende dal testo trasmesso in Parlamento. Infatti, nel documento trasmesso al Parlamento si parla di “esclusione degli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili” da Ecobonus e Bonus ristrutturazioni. La Commissione Europea dà il via libera al decreto Fer X transitorio, schema di incentivi da 9,7 miliardi di euro che finanzierà tecnologie rinnovabili mature. Fondi a cui si potrà accedere mediante gara con offerta relativa alla tariffa incentivante per realizzare ogni progetto. Nel solo 2025 finanzieranno fino a 17,65 gigawatt di nuova capacità green. La rassegna Energia.

AUTO, IL PATTO TRA GOVERNO E STELLANTIS

“Il governo aveva chiesto a Stellantis «un piano industriale sostenibile e chiaro che ponesse l’Italia al centro della politica di sviluppo del gruppo con garanzie per l’occupazione ed il mantenimento di tutti gli stabilimenti, investimenti significativi in ricerca e sviluppo, in nuovi modelli e piattaforme produttive, con la valorizzazione del Made in Italy e la tutela del lavoro, la riqualificazione delle competenze e il ricambio generazionale in sostanza di farsi carico delle responsabilità sociale e di governare la transizione». E da Stellantis, ha certificato ieri il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, «le risposte le abbiamo avute. Oggi – ha scandito al termine del tavolo di ieri al ministero – è una giornata importante: il sistema Italia, governo, Parlamento, enti locali, imprese e sindacati, si è mosso tutto insieme e dopo due anni di duro lavoro è riuscito ad ingaggiare Stellantis su un vero piano di sviluppo». (…)Oltre a questo governo e Stellantis hanno convenuto di marciare insieme in Europa per rivedere le regole sull’automotive. «Urso ha capito la portata della sfida che abbiamo tutti davanti – ha commentato il responsabile Europa di Stellantis, Jean-Philippe Imparato”, si legge su La Stampa.

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“Sul piatto il gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa mette 2 miliardi di investimenti già nel 2025 e 6 miliardi di euro di acquisti garantiti alla filiera dei fornitori italiani «senza attingere a nessun tipo di contributo pubblico». Dal punto di vista produttivo poi, tra le altre novità, è stata annunciata l’assegnazione di una nuova piattaforma a Pomigliano, dove saranno prodotte due nuove vetture compatte, e la realizzazione delle versioni ibride della 500 e dei nuovi modelli assegnati a Melfi che dovrebbero consentire di triplicare volumi di produzione. Nel 2025 («un anno ancora molto tosto, molto duro per tutti», lo ha definito Imparato) Stellantis conta di confermare le 500 mila vetture prodotte quest’anno, ma poi già dall’anno seguente conta si salire a quota 750 mila. Di suo il governo prevede invece di rifinanziare gli interventi a favore del settore, essenzialmente le filiere produttive («che in questa fase dovranno cercare anche si riconvertirsi magari guardando ai settori continui a quello dell’auto come l’aerospazio e la difesa») stanziando in tutto 1,6 miliardi di euro in tre anni. Già dal 2025 dai 200 milioni previsti dal fondo automotive (inspiegabilmente tagliato dalla legge di Bilancio) si salirà a 800 milioni aggiungendone 500 dal Pnrr e 100 recuperati dai residui del 2024. Altri 400 milioni l’anno sono già a bilancio per il 2026 ed il 2027. (…) il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti al tavolo di ieri ha assicurato che per progetti sul fronte dell’innovazione non ci saranno problemi a recuperare altri fondi. Lo stesso ha fatto la ministra del Lavoro Marina Calderone”, continua il giornale.

“«L’accordo che abbiamo raggiunto è importante per l’auto italiana, ma è importante per l’industria e i lavoratori italiani: è un nuovo significativo inizio» ha spiegato in conferenza stampa Urso(…) resta in piedi il tavolo per l’automotive dove a fine gennaio il ministro conta di presentare i nuovi strumenti che verranno messi in campo per sostenere l’indotto e dove verranno presentati poi report periodici per monitorare l’avanzamento del Piano Italia. Lo sforzo complessivo viene certamente apprezzato dai presidenti delle Regioni (…) La partita non è però ancora finita», lo ammette lo stesso Urso, intenzionato ora a proseguire la battaglia per cambiare «le folle regole sulla decarbonizzazione» decise dalla precedente commissione. «Vanno cambiate da subito, perché tra 15 giorni scatta la tagliola delle multe a carico dei produttori. Per noi è la madre di tutte le battaglie e già alla prossima riunione del Consiglio europeo Giorgia Meloni solleverà la questione”, continua il giornale.

ENERGIA, DA 2025 STOP INCENTIVI CALDAIE A GAS

“La volata finale sugli emendamenti alla manovra in commissione Bilancio alla Camera sancisce lo stop alle detrazioni fiscali per le caldaie alimentate a combustibili fossili, ossia essenzialmente per quelle a gas metano. Con una mossa che segna a tutti gli effetti un primo passo nella direzione della direttiva case green (Epbd). Dal 2025, dunque, niente più detrazioni per lavori edilizi o riqualificazione energetica per l’acquisto e l’installazione delle caldaie a gas. In altri termini, strada sbarrata sia all’ecobonus e sia al bonus ristrutturazioni ordinario, che secondo la direttrice indicata dal testo della manovra trasmesso in Parlamento vengono “livellati” al 50% per le abitazioni principali e al 36% per le seconde case nel 2025″, si legge su Il Sole 24 Ore.

(…) Si parla espressamente, infatti, di «esclusione degli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili» da entrambe le detrazioni fiscali”, continua il giornale.

“Ma, a questo proposito, va anche ricordato che erano diversi gli emendamenti che puntavano nella direzione di cancellare gli sconti per le caldaie a metano. Oltre che dai 5 Stelle erano arrivate proposte di Forza Italia e di Fratelli d’Italia. Il motivo è che, con l’assetto di sconti fiscali previsti dal Ddl di Bilancio, l’Italia avrebbe rischiato una procedura di infrazione. Così il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e diverse forze di maggioranza e opposizione hanno chiesto o almeno caldeggiato questa correzione. (…) restano invece pienamente operativi gli sconti fiscali per gli apparecchi ibridi: caldaia e pompa di calore controllate da una centralina unica. Proprio su questo punto si è espressa la direttiva Epbd, lasciando la possibilità di prevedere bonus per questi apparecchi tecnologicamente avanzati: la formulazione scelta dall’emendamento approvato ieri (che parla di caldaie uniche) punta proprio in questa direzione. Nei prossimi mesi, i produttori di caldaie si orienteranno con forza su questa tecnologia, che di fatto rappresenta un’alternativa alle pompe di calore singole. Questo rischia di determinare anche un nuovo scenario in termini produttivi ma soprattutto ora si porrà la questione degli interventi di sostituzione che erano stati già programmati. (…) A questo punto si apre un vero e proprio bivio: o accelerare le procedure di sostituzione entro la fine del 2024 con fatturazione e bonifico oppure riponderare l’investimento in vista del prossimo anno con una caldaia di una tecnologia ancora agevolabile”, continua il giornale.

ENERGIA 9,7 MILIARDI PER TECNOLOGIE RINNOVABILI MATURE

“Arriva dopo un lungo confronto l’atteso via libera della Commissione Europea al decreto Fer X transitorio, lo schema di nuovi incentivi per le rinnovabili mature (solare fotovoltaico, eolico onshore, idroelettrico e gas residuati dei processi di depurazione) che andrà a sostenere, per il solo 2025, un contingente massimo di 17,65 gigawatt di nuova capacità green, di cui 3 Gw destinati a impianti fino a 1 MW e la restante parte per quelli di potenza superiore, con un cronoprogramma che dovrà vedere l’entrata in servizio dei progetti incentivati entro 36 mesi dalla data di concessione dell’aiuto. «Il via libera è un passo importante verso l’innovazione che serve al Paese nel percorso di transizione – ha commentato ieri il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin -. L’Italia ora potrà rafforzare la sua sicurezza energetica, riducendo la dipendenza dall’estero e liberando tutto il potenziale rinnovabile»”, si legge su Il Sole 24 Ore.

“(…) il regime ha una dotazione di 9,7 miliardi di euro e che la mossa del governo italiano «rispetta le condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi e transizione». In particolare, l’aiuto (…) sarà determinato mediante procedura di gara «aperta, chiara, trasparente e non discriminatoria», in cui i beneficiari presenteranno un’offerta relativa alla tariffa incentivante necessaria per realizzare ogni singolo progetto”, continua il giornale.

“L’aiuto assumerà la forma di pagamento variabile nell’ambito, come noto, di un contratto bidirezionale per differenza per ogni kilowattora di energia elettrica prodotta e immessa nella rete. La tariffa incentivante sarà versata su un periodo di 20 anni. Gli impianti sotto un megawatt potranno accedere direttamente al sistema: in questo caso il prezzo di esercizio è fissato dall’Arera e l’importo del sostegno sarà quantificato confrontando il prezzo di esercizio con l’asticella di mercato dell’energia elettrica. (…) Nei casi in cui gli impianti devono poi ridurre la produzione in base a ordini di spedizione o in caso di prezzi dell’energia elettrica nulli o negativi sul mercato del giorno prima, la tariffa incentivante sarà concessa per la produzione potenziale di energia elettrica invece che per quella effettiva. Il contratto bidirezionale per differenza sosterrà solo il 95% dell’energia elettrica prodotta da ciascun beneficiario (…) «È un segnale molto positivo per il mercato, che pone le basi per sostenere investimenti continui e di lungo termine nel nostro Paese», commenta con Il Sole 24 Ore l’avvocato Carlo Montella, founder di Green Horse Advisory”, si legge su Il Sole 24 Ore.

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