L’escalation di violenza che avviene prima della pace

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Prevedere l’intensità di un conflitto non è un compito semplice. Le guerre, sono fenomeni complessi, governati da un insieme di variabili – principalmente “regolate” dall’uomo – che si intrecciano imprevedibilmente. Eppure, determinati aspetti possono essere approfonditi e analizzati, al fine di comprendere meglio quello che avviene dietro le quinte.

Cecilia Sala, nell’episodio 672 del suo podcast “Stories”, prodotto da Chora Media, osserva come “per quanto possa apparire controintuitivo, che le guerre accelerino […] prima di un cessate il fuoco è la prassi”, aggiungendo che “aumentare l’intensità, prima di un cessate il fuoco, serve a congelare poi una situazione più vantaggiosa”.
È possibile dimostrare che le guerre tendano ad accelerare prima di un cessate il fuoco? Se sì, perchè accade?

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L’idea che un conflitto armato si intensifichi prima di una tregua può effettivamente sembrare contro la logica. Verrebbe da pensare che un cessate il fuoco sia la fine inesorabile di una diminuzione sempre più forte degli attacchi delle parti belligeranti, ma le ragioni affinché potrebbe aver senso dubitare di questa affermazione sono altrettanto sensate: un cessate il fuoco non determina la conclusione di un conflitto e consolidare, o migliorare, le proprie posizioni nel campo di battaglia prima di una tregua potrebbe essere un obiettivo che i soggetti coinvolti vogliono perseguire.

Al centro di questa analisi ci sono due dataset principali: ACLED (Armed Conflict Location & Event Data, https://acleddata.com/) e Ceasefire Project (https://ceasefireproject.org/).

La prima fonte, ACLED, è una delle più complete per quanto riguarda i conflitti armati a livello globale. Raccoglie il numero di attacchi, di battaglie, proteste e violenze contro i civili a livello giornaliero e globale, aggiornando i dataset settimanalmente. ACLED fornisce anche un indice per misurare i conflitti e poterli confrontare in maniera multidimensionale.

Ceasefire Project, invece, si concentra sui cessate il fuoco e raccoglie le varie tregue che sono state effettivamente iniziate durante un conflitto, dal 1997 al 2020. Attraverso questo dataset si è in grado di conoscere, per ciascun paese, ogni cessate il fuoco dichiarato e il rispettivo giorno di inizio.

Combinando le due fonti, è possibile costruire un dataset che permette di analizzare i giorni di attacchi in base ai cessate il fuoco.
Ai fini dello studio sarà quindi necessario avere due gruppi:

  • il primo, contenente i giorni in cui sono stati registrati attacchi, ma che si distanziano da più di due giorni dalla data di un cessate il fuoco. Ad esempio, se un cessate il fuoco viene dichiarato il 05/12/2024 e il 02/12/2024 sono stati registrati attacchi, allora il 02/12/2024 apparterrà a questo insieme;
  • il secondo, contenente solamente i giorni a ridosso di un cessate il fuoco, cioè entro due giorni e nello stesso giorno in cui è stato dichiarato un cessate il fuoco. Ad esempio, se un cessate il fuoco viene dichiarato il 05/12/2024 e il 04/12/2024 sono stati registrati degli attacchi, allora il 04/12/2024 apparterrà a questo gruppo.

Una volta ottenuti i due gruppi dovrebbe essere possibile studiare le differenze tra i due gruppi e capire se c’è una variazione significativa tra l’intensità degli scontri in uno e in quella dell’altro.

Successivamente la pulizia e la manipolazione del dato, dalle informazioni di Acled si ottiene un dataset che contiene come elementi il paese, il giorno in cui sono stati registrati attacchi in quel paese e il numero di attacchi registrati. Da Ceasefire invece, si estrae un dataset con i vari nomi dei paesi, ripetuti tante volte quanti cessate il fuoco sono stati effettivamente iniziati e il rispettivo giorno di inizio.

Ottenuti entrambi i dataset c’è da incrociare le informazioni che ognuno di loro porta con sé.
Per farlo, si analizzano, per ciascun paese, i giorni in cui sono stati registrati attacchi verificando se ciascuno di questi sia antecedente di massimo due giorni, o coincidente, a un eventuale giorno in cui è stato iniziato un cessate il fuoco.
Se il giorno rientra nell’intervallo di due giorni, o è coincidente con l’inizio di una tregua, allora la variabile “pre_ceasefire” – appositamente creata – assume valore TRUE, altrimenti FALSE. Questo permette di classificare ogni giorno a seconda del fatto che sia antecedente di massimo due giorni, o coincidente, a un cessate il fuoco o no.

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Il risultato finale è un dataset costituito da 73.411 osservazioni totali, cioè tutti i giorni in cui sono stati registrati degli attacchi secondo ACLED. Di questi, 713 sono i giorni antecedenti o coincidenti un cessate il fuoco: la differenza è grande perché non tutti i cessate il fuoco sono stati anticipati da giorni in cui sono stati registrati attacchi da ACLED, a causa di dati mancanti di quest’ultimo.

Realizzata questa suddivisione, non resta che confrontare i due gruppi: si calcola la media degli attacchi giornalieri per ciascun gruppo e si verifica la presenza o meno di discrepanze significative.
Dai risultati sembrerebbe che l’intensità degli attacchi nei periodi immediatamente precedenti un cessate il fuoco subisca un incremento, in media, tre volte maggiore rispetto agli altri giorni di conflitto.



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