Molise tradito dal Governo, rischia di perdere il treno dell’innovazione

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L’esito del tavolo ministeriale del 17 dicembre al Mimit ha lasciato un’ombra d’incertezza sul futuro della Gigafactory di Termoli, alimentando dubbi e critiche da parte dell’opposizione regionale in Molise.

I consiglieri del Partito Democratico Alessandra Salvatore, Vittorino Facciolla e Micaela Fanelli si sono detti “basiti” per l’assenza di certezze nel piano presentato da Stellantis. “L’unico stabilimento italiano per il quale non esistono garanzie è quello di Termoli”, denunciano i consiglieri, evidenziando il silenzio del governo Meloni sulla destinazione degli investimenti legati alla transizione energetica. “I molisani – proseguono – hanno diritto di sapere cosa Roberti e Di Lucente hanno chiesto ed ottenuto dal governo, soprattutto dopo aver consentito la sottrazione di quasi 400 milioni di euro di fondi Pnrr destinati dal governo Draghi proprio a Termoli”.

Secondo Di Lucente, una delle ipotesi emerse dall’incontro sarebbe un ritorno alla produzione di motori endotermici nello stabilimento termolese. Una prospettiva che, per il Pd, rappresenta un grave passo indietro rispetto agli obiettivi di innovazione e sostenibilità che erano stati promessi con la Gigafactory. “Cosa è stato realmente portato a casa per il Molise?” chiedono Salvatore, Facciolla e Fanelli, annunciando una mobilitazione straordinaria e reclamando la presenza di Roberti e Di Lucente in Consiglio regionale per chiarire i termini della trattativa.

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Anche il Movimento 5 Stelle ha espresso forti perplessità. Roberto Gravina, consigliere regionale e coordinatore nazionale del Comitato Enti Locali, ha sottolineato il divario tra l’Italia e altri Paesi europei, come la Spagna, dove Stellantis ha già avviato la costruzione di una Gigafactory a Saragozza in partnership con Catl. “Mentre in Spagna si punta a produrre batterie al litio ferro-fosfato entro il 2026, in Italia si naviga nell’incertezza”, afferma Gravina.

Un nodo cruciale è quello del costo dell’energia: “In Spagna i costi sono nettamente inferiori, un vantaggio competitivo che il nostro governo ignora, rifiutandosi di adottare misure concrete per ridurli”. Gravina evidenzia che questa disparità di trattamento riflette un disinteresse per il Molise, aggravato dall’assenza di una politica industriale nazionale che possa garantire tempi certi e risorse per progetti come la Gigafactory.

I consiglieri del M5S, Gravina, Greco e Primiani, hanno convocato una conferenza stampa per domani, 19 dicembre, presso la Biblioteca del Consiglio regionale, per discutere pubblicamente la questione. Nel frattempo, Gravina non risparmia critiche alla giunta regionale guidata da Francesco Roberti: “La maggioranza di centrodestra si limita a sostenere passivamente le decisioni del governo nazionale, senza alzare la voce nemmeno di fronte alla revoca dei fondi Pnrr. È una politica che accetta tutto, senza peso specifico a livello nazionale”.

Per Gravina, il problema non è solo il governo centrale, ma anche l’incapacità della Regione Molise di fare pressione affinché Stellantis e Acc forniscano risposte chiare sul futuro del progetto: “Da quasi un anno viviamo una sequenza infinita di promesse non mantenute. Continuare ad accettare dichiarazioni vaghe significa tradire i lavoratori e l’indotto, che meritano risposte certe e soluzioni concrete”.

La posta in gioco, secondo i consiglieri di opposizione, è altissima: si tratta del futuro industriale e occupazionale di Termoli e di tutta la regione. L’assenza di un piano definito, unita alla revoca dei fondi Pnrr, rischia di trasformare una promessa di sviluppo in un ennesimo “furto di futuro” per il Molise, come lo definisce il Pd.

“Il governo Meloni deve intervenire con coraggio – conclude Gravina – e mettere al centro della sua agenda i lavoratori, il territorio e la competitività del sistema produttivo italiano. Non possiamo continuare ad assistere a questa lenta agonia senza che il governo e la Regione assumano finalmente una posizione chiara e determinata”.

Mentre le opposizioni regionali chiedono a gran voce un cambio di passo e un’azione più incisiva da parte della giunta regionale, lo stallo sul progetto Gigafactory di Termoli rischia di alimentare ulteriori tensioni. La partita è ancora aperta, ma il tempo stringe: se il governo nazionale e la Regione non troveranno una soluzione condivisa e concreta, il Molise potrebbe perdere una delle sue più importanti opportunità di rilancio industriale.

 

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