L’approfondimento del Quotidiano di Sicilia sulla situazione legata al centro sportivo di Mascalucia ed al logo storico del Calcio Catania
L’andamento altalenante sul campo del Catania di Mimmo Toscano in questa prima parte di stagione non è l’unico argomento di discussione nella città dell’Elefante. Anzi, tutt’altro. La piazza, infatti, scottata dalla vicenda fideiussione – con conseguente penalizzazione di un punto in classifica – rimugina e, come avvenuto al fischio finale della sfida con il Potenza, lo fa ad alta voce: le pesanti contestazioni delle due curve nei confronti di Sturaro e compagni ne sono l’amara testimonianza. I tifosi s’interrogano sul progetto orchestrato da Ross Pelligra, chiedendosi quale potrebbe essere il futuro di un club che, per storia e prestigio, non può accontentarsi di vivacchiare in Serie C. Ma, andiamo con ordine.
Torre del Grifo, la situazione attuale tra aste deserte e gestione della Curatela
I rossazzurri dalla scorsa stagione – dopo aver lasciato la sede di Ragalna – effettuano i propri allenamenti dividendosi tra Cibalino (inadeguato probabilmente come struttura) e “Massimino”: evidenti, in proposito, i problemi del terreno di gioco di quest’ultimo, eccessivamente sollecitato dalle sedute settimanali oltre che dalla gara interna prevista di norma ogni due settimane (salvo doppi turni casalinghi consecutivi o partite infrasettimanali). Ecco così che il pensiero torna a Torre del Grifo, divenuto ormai “cattedrale nel deserto” dopo il fallimento del Calcio Catania 1946 datato 9 aprile 2022. L’immobile, situato in via Magenta a Mascalucia, è attualmente in mano alla Curatela Fallimentare, la quale, asta dopo asta, sta tentando in tutti i modi di consegnarlo ad un nuovo acquirente che possa finalmente ridargli vita. 5 gare di aggiudicazione, tuttavia, sono andate deserte, nonostante l’abbassamento progressivo di base d’asta e offerta minima. Una sesta è stata nuovamente indetta con prezzo di partenza fissato a 8,1 milioni di euro e “passepartout” per partecipare stimato in 8.000.000. L’impressione – il termine ultimo per la presentazione delle proposte d’acquisto è fissato per le ore 13 di mercoledì 15 gennaio 2025 – è che anche questo tentativo di vendita possa concludersi in un nulla di fatto. La Curatela, secondo quanto raccolto dalla nostra redazione, ha già da tempo iniziato a muoversi, con l’avvio della liquidazione in favore dei creditori di tutti i beni mobili presenti all’interno della struttura (ad esempio furgoni, camion o pannelli pubblicitari).
Nella corsa al centro sportivo Pelligra deve guardarsi le spalle
Dettagli a parte, ciò che più interessa ad appassionati ed addetti ai lavori riguarda chi, prima o poi, diventerà padrone di Torre del Grifo. Stando a quanto risulta al Quotidiano di Sicilia, il gruppo Pelligra sarebbe interessato ad appropriarsi del centro sportivo, pur non avendo ancora presentato come raccontato poc’anzi offerte ufficiali. Attenzione, però, perchè la proprietà del Catania FC non sarebbe l’unico soggetto in corsa per accaparrarsi l’immobile: secondo quanto da noi ricostruito, infatti, altre cordate avrebbero palesato interesse, visitando addirittura nelle scorse settimane la struttura e il suo stato dell’arte. Se ne saprà di più nel corso del susseguirsi delle aste: la certezza è che Ross Pelligra non è solo nella gara per Torre del Grifo e dovrà vedersela con nuovi competitors pronti ad uscire allo scoperto prossimamente.
Ecco cosa manca per il vecchio logo
Un altro tema di riflessione particolarmente a cuore dei tifosi etnei riguarda l’acquisizione dello storico logo del Calcio Catania 1946. Nel corso dell’ultimo scambio di auguri natalizi con la stampa l’amministratore delegato e vice-presidente Vincenzo Grella ha tenuto a ribadire l’impossibilità di movimento da parte della società, sostenendo di aver compiuto tutti i passi necessari per riappropriarsi del marchio. In effetti, ad oggi, non risulta alcun’offerta ufficiale depositata in Tribunale da parte del sodalizio dell’Elefante. Da Piazza Verga, secondo quanto da noi raccolto, giungono però voci che lasciano alquanto perplessi a riguardo. Infatti, dopo un notevole lasso di tempo, si è venuti a conoscenza che la prima valutazione del logo fosse di ben 500 mila euro, cifra questa che il gruppo Pelligra ha ritenuto oltremodo esosa. Per tale ragione, la curatela fallimentare avrebbe richiesto al perito incaricato il ricalcolo della stima che ancora non sarebbe pervenuta, con l’ovvia conseguenza che nessuna offerta potrà essere avanzata stante il mancato deposito della sopracitata seconda perizia. Da queste premesse è facilmente comprensibile il motivo per il quale non vi siano aggiornamenti in merito all’acquisizione del logo. Al momento, si rimane in attesa della nuova, si spera più bassa, valutazione del bene così da permettere alla società presieduta da Pelligra di formulare congrua offerta ed acquisire il tanto agognato storico logo.
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