Cosa fa SMUSH Materials, startup del packaging sostenibile

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Ha recentemente trionfato alla call di Sisal, Go Beyond, ma da anni SMUSH Materials sta ottenendo riconoscimenti per la tecnologia che ha sviluppato: sfruttare il micelio dei funghi per trasformare gli scarti agricoli in un materiale paragonabile al polistirolo. Un packaging sostenibile, nato dalla ricerca universitaria e pronto per rivoluzionare il mercato. Ecco la storia di questa promettente startup italiana.


Cosa fa SMUSH Materials

SMUSH Materials è una startup innovativa che si pone all’avanguardia nel settore dei biomateriali, focalizzandosi sulla produzione di imballaggi industriali sostenibili. Nata dall’intuizione di un team di ricercatori e imprenditori, l’azienda ha sviluppato una tecnologia rivoluzionaria che sfrutta il micelio dei funghi per trasformare sottoprodotti agricoli in materiali compostabili, offrendo un’alternativa ecologica al polistirolo e ad altri polimeri espansi.

Quando è nata, i fondatori

La startup è stata fondata nel 2021 e ha sede nell’area tra Milano e Pavia, strategicamente posizionata vicino alle zone di produzione agricola che forniscono la materia prima per i suoi prodotti. I fondatori di SMUSH Materials sono Luca Ficarelli, il CEO, Marco Lenzi, che ricopre il ruolo di Chief Technology Officer, Sara Mantero, Scientific Advisor, più Alessandro Annovi.

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L’azienda si è rapidamente distinta nel panorama delle startup italiane, vincendo l’edizione 2021 di Switch2Product,  il programma che valorizza soluzioni innovative proposte da studenti e laureati, ricercatori, alumni e docenti del Politecnico di Milano, organizzato da PoliHub, dal Technology Transfer Office (TTO) del Politecnico e da Deloitte.

A dicembre 2024 ha ottenuto il primo posto alla Call for ideas 2024 di GoBeyond, la piattaforma di innovazione responsabile di Sisal.

In passato ha conseguito altri riconoscimenti come il premio speciale da parte di Joule, la scuola di impresa di Eni. Ha partecipato al programma Terra Next di Cariplo Factory e ottenuto il Premio Speciale UniCredit Start Lab, per l’accesso alla piattaforma di business e alla gamma di servizi specializzati UniCredit, nell’ambito del il Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI) per le migliori startup nate nelle università.

A chi si rivolge SMUSH Materials

SMUSH Materials si rivolge principalmente a settori industriali che richiedono imballaggi robusti per prodotti pesanti o fragili, come l’automotive, l’elettronica, gli elettrodomestici, la cosmetica, la farmaceutica e il design di lusso. La sua offerta si estende anche al packaging per macchinari ingombranti come gli ascensori, dimostrando la versatilità e la resistenza dei materiali biobased. L’approccio di SMUSH alla produzione è intrinsecamente circolare: utilizzando scarti agricoli locali, l’azienda non solo riduce i rifiuti ma crea anche un prodotto che, al termine del suo ciclo di vita, può essere smaltito come rifiuto organico o utilizzato come fertilizzante, chiudendo così il ciclo in modo naturale e sostenibile.

Dalla ricerca all’innovazione: il percorso di SMUSH Materials nell’economia circolare

Il percorso di SMUSH Materials dall’idea alla realizzazione di un prodotto commercialmente valido rappresenta un esempio emblematico di come la ricerca accademica possa tradursi in innovazione concreta nel campo dell’economia circolare. La startup ha le sue radici nella ricerca scientifica sui biomateriali e sulla fermentazione fungina, un campo che ha visto crescente interesse negli ultimi anni per le sue potenziali applicazioni nella creazione di materiali sostenibili. Il processo di sviluppo di SMUSH ha richiesto anni di sperimentazione per perfezionare la tecnologia che permette di trasformare gli scarti agricoli in un materiale composito con proprietà meccaniche paragonabili a quelle del polistirolo. Questo percorso di ricerca e sviluppo ha portato l’azienda a creare un prodotto che non solo risponde alle esigenze di sostenibilità, ma soddisfa anche i rigorosi standard di performance richiesti dall’industria del packaging.

L’approccio di SMUSH all’economia circolare è integrato in ogni fase del suo processo produttivo: dalla scelta di utilizzare sottoprodotti agricoli locali come materia prima, riducendo così i costi e l’impatto ambientale del trasporto, alla progettazione di un prodotto che può essere completamente reintegrato nel ciclo naturale al termine del suo utilizzo. Questo modello non solo riduce l’impatto ambientale, ma crea anche valore aggiunto per l’economia locale, trasformando quello che era considerato uno scarto in una risorsa preziosa.

Tecnologia e sostenibilità: come SMUSH trasforma gli scarti agricoli in packaging innovativo

La tecnologia alla base dei prodotti SMUSH Materials rappresenta un esempio di innovazione biobasata che unisce ingegnosamente processi naturali e ingegneria dei materiali. Il cuore del processo produttivo di SMUSH è la fermentazione fungina, una tecnica che sfrutta la capacità naturale del micelio – la rete di filamenti fungini – di crescere e legarsi a substrati organici. In questo caso, il substrato è costituito da sottoprodotti agricoli, principalmente derivati dalle coltivazioni di riso dell’area circostante la sede dell’azienda. Il processo inizia con la selezione accurata degli scarti agricoli, che vengono poi sterilizzati e miscelati con spore fungine selezionate. Questa miscela viene poi collocata in stampi della forma desiderata, dove il micelio inizia a crescere, legando insieme le particelle di scarto agricolo. Durante questo processo, che dura circa una settimana, il micelio agisce come un “collante” naturale, creando una struttura composita solida ma leggera. Una volta che il micelio ha completamente colonizzato il substrato, il materiale viene essiccato e trattato termicamente per arrestare la crescita fungina e stabilizzare il prodotto finale. Il risultato è un materiale che presenta caratteristiche sorprendentemente simili al polistirolo espanso in termini di leggerezza e capacità di assorbimento degli urti, ma con il vantaggio aggiuntivo di essere completamente biodegradabile.

Secondo quanto dichiarato da Marco Lenzi, CTO di SMUSH Materials, il processo di produzione emette il 90% di CO₂ in meno rispetto alla produzione di polistirolo, senza considerare i vantaggi aggiuntivi derivanti dall’approvvigionamento locale delle materie prime e dal fine vita sostenibile del prodotto. La sostenibilità del processo SMUSH non si limita alla fase di produzione: l’intero ciclo di vita del prodotto è stato progettato per minimizzare l’impatto ambientale. Gli imballaggi, una volta utilizzati, possono essere smaltiti come rifiuti organici o addirittura utilizzati come fertilizzante per l’agricoltura, chiudendo così il ciclo in modo perfettamente circolare. Questo approccio non solo riduce la dipendenza da materie prime petrolifere e l’accumulo di rifiuti non biodegradabili, ma contribuisce anche a valorizzare gli scarti agricoli, trasformandoli da un problema di smaltimento a una risorsa preziosa. La tecnologia di SMUSH rappresenta quindi un esempio concreto di come l’innovazione possa guidare la transizione verso un’economia più sostenibile, offrendo soluzioni che non compromettono le prestazioni pur riducendo significativamente l’impatto ambientale.

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Il futuro del packaging industriale: sfide e opportunità

Il futuro del packaging industriale è destinato a essere profondamente influenzato dalla crescente attenzione alla sostenibilità ambientale. Le sfide principali includono la necessità di ridurre l’impatto ambientale attraverso l’adozione di materiali biodegradabili e la diminuzione dell’uso di plastica monouso. Tuttavia, queste sfide offrono anche significative opportunità per l’innovazione. Le startup che si concentrano su soluzioni di packaging sostenibile possono guidare questo cambiamento, sviluppando tecnologie all’avanguardia che rispondono alle esigenze di un mercato sempre più consapevole. Inoltre, l’aumento della domanda di imballaggi eco-friendly apre nuove vie per la crescita economica e lo sviluppo di prodotti che combinano funzionalità e rispetto per l’ambiente. In questo contesto, la creatività e l’ingegnosità delle nuove imprese possono rivoluzionare l’industria, trasformando le sfide ecologiche in vantaggi competitivi.



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