Energia solare, Italia sempre più green: “Entro il 2030 metà delle famiglie adotterà il fotovoltaico”

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Soly guida il mercato del fotovoltaico: Italia sempre più green

Il sole come fonte di energia principale: così Soly, una clean energy tech company olandese certificata B Corp, entra a pieno titolo nel mercato italiano delle rinnovabili. Dopo un anno da record, l’Italia è ormai il terzo mercato per questa realtà che punta a dominare il settore solare, spingendo sull’acceleratore dell’intelligenza artificiale.

Ma qual è davvero la strategia della clean tech? E in che modo sta contribuendo alla transizione energetica del Paese? Affaritaliani.it l’ha chiesto direttamente a Matteo Artero, Country Manager Italia di Soly.

Che cos’è Soly e come è entrata nel mercato italiano del fotovoltaico?

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Siamo partiti ufficialmente all’inizio di gennaio di quest’anno da un’azienda olandese che attualmente conta circa 40.000 clienti. Un anno e mezzo fa, questa azienda ha deciso di esplorare le opportunità offerte dall’energia solare e fotovoltaica in Europa, individuando l’Italia come mercato ideale per entrare e iniziare a crescere. L’Italia è stata scelta per diversi motivi: il 12% di adozione del fotovoltaico rispetto a una media europea del 30%, il supporto governativo, con incentivi come l’ecobonus e detrazioni del 50% per la transizione energetica; e infine, la crescente sensibilità degli italiani verso la sostenibilità e l’impatto della CO2. Infatti, almeno il 50% dei nostri clienti ci chiede sempre e ci tiene a sapere quale sia l’impatto sostenibile dell’installazione di un impianto fotovoltaico.

In questo ambiente, è fondamentale concentrarsi sul valore dell’offerta, che nel nostro caso non riguarda solo l’installazione di un impianto fotovoltaico, ma anche la possibilità di offrire ai clienti un ecosistema completo di servizi.

Come si posiziona Soly in un mercato che già sembra fertile abbastanza per la transizione energetica?

A livello culturale, ci sono sicuramente tre fattori chiave. Il primo è il più tangibile per il cliente italiano: l’incremento del costo delle bollette, aumentate di anno in anno del 5-6% negli ultimi due o tre anni, soprattutto fra il 2022 e il 2023. Questo ha generato una forte attenzione al consumo di elettricità, una voce di spesa che prima si dava per scontata senza sapere esattamente perché. Il secondo fattore determinante è il cambiamento climatico. Eventi catastrofici come l’inondazione in Emilia Romagna, le ondate di calore al sud, le siccità seguite da forti piogge che causano danni ai campi agricoli, sono segnali che rendono il cambiamento climatico più vicino e visibile. Infine, il terzo fattore riguarda il ruolo attivo del governo, che, attraverso incentivi, ha stimolato un maggiore interesse verso l’energia rinnovabile. 

Eliminare le energie non rinnovabili entro il 2030 e fare del sole la principale fonte di energia non è una visione ambiziosa?

Sicuramente è un obiettivo a cui possiamo contribuire in parte. D’altro canto, è qualcosa di realizzabile, perché in Italia vediamo che l’adozione del fotovoltaico è cresciuta annualmente del 20-25% negli ultimi anni. Se questa crescita continua fino al 2030, si arriverà a circa il 50% di adozione del fotovoltaico. Come è possibile? Perché il fotovoltaico rende l’abitazione indipendente, autonoma dalla rete elettrica. Inoltre, le comunità energetiche offrono la possibilità anche a chi non ha un impianto fotovoltaico di generare energia pulita e immetterla nella rete, rendendola accessibile a chi non ha un impianto proprio. Pertanto, per me arrivare a fare del solare la principale fonte di energia in Italia entro il 2030 non è ambizioso. Non significa che tutti avremo impianti fotovoltaici, ma che chi li ha potrà produrre energia in eccesso e condividerla con chi non ce l’ha, attraverso le comunità energetiche. In questo scenario, il concetto di comunità è fondamentale, e rappresenta uno step che tutti noi dobbiamo fare.

In che modo l’IA ottimizza i consumi e i costi? E come si evolverà questa tecnologia negli anni?

Sì, utilizziamo l’intelligenza artificiale attraverso una tecnologia chiamata Solibrain, che permette di ottimizzare i consumi domestici di energia. Il dispositivo viene installato nell’abitazione, si collega sia al contatore che all’impianto fotovoltaico, e comincia a registrare le abitudini di consumo di chi vive nella casa. Ad esempio, rileva che una persona torna a casa alle 18 ogni giorno e accende il forno, consumando una certa quantità di energia.

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Grazie a questi dati, il sistema è in grado di prevedere quanta energia accumulare nelle batterie per soddisfare il fabbisogno energetico notturno. Inoltre, l’intelligenza artificiale integra informazioni esterne, come previsioni meteo, variazioni dei prezzi dell’energia o differenze nelle fasce orarie, per ottimizzare il rendimento. Questo approccio consente di ridurre i consumi, massimizzare il risparmio e diminuire le emissioni di CO2. Rispetto a un impianto fotovoltaico tradizionale, il cliente può risparmiare fino al 20% in più.

Guardando al futuro, immaginiamo che questa tecnologia evolverà diventando ancora più sofisticata: l’obiettivo è una gestione sempre più automatizzata e personalizzata, che renda le abitazioni completamente autosufficienti e a impatto zero.

Quali differenze notate in Italia rispetto ad altri paesi, anche in termini di adozione del solare?

L’Italia rappresenta per noi una novità, avendo penetrato per la prima volta il Sud Europa. Abbiamo osservato una cultura energetica molto diversa rispetto al Nord Europa, accompagnata da un potere d’acquisto mediamente più basso. Nei paesi nordici, come Norvegia, Svezia o Paesi Bassi (dove siamo nati), l’adozione del fotovoltaico è molto più alta, grazie anche a un approccio storico più avanzato verso le energie rinnovabili e una maggiore disponibilità economica per investimenti green.

In Italia, invece, il mercato è in forte crescita, ma partiva da un livello di adozione più basso. Dopo un anno di attività qui, abbiamo imparato molto su come adattare il nostro modello a un contesto diverso, puntando su soluzioni scalabili e accessibili. Guardando al futuro, intendiamo replicare questo modello anche in altri paesi del Sud Europa, come Spagna e Portogallo, dove vediamo opportunità simili di crescita. L’esperienza italiana ci ha insegnato a valorizzare le differenze culturali e a sfruttare le potenzialità di mercati meno saturi ma con un alto potenziale di espansione.

Se penso al 2025, penso che continueremo sicuramente a puntare su quella che è la nostra soluzione con l’intelligenza artificiale e stiamo anche lavorando per diventare un’azienda che possa combinare anche, oltre all’impianto fotovoltaico, anche la bolletta elettrica, cosa che già facciamo in Olanda e Germania.



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