L’impatto del progetto MUSA sul territorio in riferimento alla sperimentazione dell’ecosistema exp-EIA© del Politecnico di Milano con il supporto dell’Università degli Studi di Milano
Da due anni MUSA (leggi il nostro approfondimento) coinvolge attivamente oltre 1000 ricercatori, la metà dei quali sono di genere femminile. Ad oggi sono state aperte più di 300 nuove posizioni di ricerca. Tra i nuovi ricercatori, dottorandi, collaboratori e tecnologi assunti, il 54% sono donne. Oltre 70 le pubblicazioni da inizio progetto a giugno, 65 gli eventi aperti al pubblico solo tra marzo e giugno di quest’anno. MUSA, inoltre, ha attivato numerosi bandi a cascata – per un valore complessivo di 15 milioni di euro – con l’obiettivo di sviluppare il modello di rigenerazione urbana nelle regioni del Sud Italia.
Tra questi progetti, abbiamo intervistato la prof.ssa Barbara E. A. Piga del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, Laboratorio di Simulazione Fausto Curti e Università degli Studi di Milano, e il prof. Marco Boffi del Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali per parlare dello sviluppo dell’ecosistema exp-EIA© (experiential – Environmental Impact Assessment).
Qual è la sperimentazione in atto per l’ecosistema exp-EIA© ?
Grazie al progetto MUSA è stato possibile mettere a sistema e sviluppare ulteriormente gli esiti di diverse ricerche in un unico ecosistema a supporto delle trasformazioni urbane per supportare lo sviluppo di progetti focalizzati sui bisogni – esistenti e previsti – della cittadinanza e dell’ambiente. L’obiettivo è quello favorire soluzioni e decisioni informate e condivise supportate da un approccio scientifico che consenta di misurare gli aspetti tangibili e intangibili che caratterizzano la vivibilità e l’esperienza soggettiva delle città, con un particolare riferimento a Milano, cuore del caso studio applicativo.
Come funziona?
L’ecosistema exp-EIA© comprende diversi strumenti per raccogliere, analizzare, rappresentare e comunicare in modo semplice e intuitivo i dati sul rapporto tra persone e ambiente. In particolare, gli strumenti che favoriscono l’applicazione del metodo exp-EIA© comprendono, seppur a diverso livello di maturità tecnica, una mobile app che lavora sia in Realtà Aumentata che Virtuale per consentire di studiare lo stato di fatto, quindi la condizioni attuale dei luoghi, ma anche di navigare progetti futuri sia sul posto che in remoto. Con la stessa logica è stata sviluppata anche la piattaforma web che consente la navigazione di immagini e video, anche di tipo sferico, ovvero che consentono di guardarsi intorno a 360 gradi. In entrambe le soluzioni vengono registrati sia dati relativi al comportamento nello spazio sia risposte dirette degli utenti. Grazie ad una collaborazione con il progetto PNRR-PRIN MED4PED, che include il laboratorio del Politecnico di Milano i.Drive e l’Università degli Studi di Milano – Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali, è attualmente in sviluppo l’integrazione della web-app in sistemi immersivi di Realtà Virtuale, eventualmente con l’impiego di simulatori di diverse modalità di movimento.
In che modo verranno analizzati i bisogni delle persone?
Grazie al MUSA è stato anche avviato un lavoro per la raccolta contestuale di dati neuro\fisiologici delle persone in movimento per approfondire l’impatto che l’ambiente ha sull’esperienza e il benessere delle persone, in una logica che viene tipicamente indicata come neuro-architettura. Parallelamente vengono registrati diversi dati ambientali – come ad esempio temperatura, direzione e velocità del vento – che sono messi in relazione ai dati relativi all’esperienza delle persone. Di più recente avvio è anche lo studio dell’ambiente sonoro, oltre allo studio del microbioma sia delle persone sia dell’ambiente in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Tramite un’app per dispositivi mobili e una piattaforma web siamo in grado di restituire un’analisi spazializzata degli aspetti psicologico-architettonici che caratterizzano la relazione persona-ambiente, anche tramite rappresentazioni cartografiche che rendono i risultati più facilmente interpretabili per diversi interlocutori (es. progettisti, decisori politici, cittadinanza).
Le analisi includono ad esempio le emozioni associate ai luoghi, la percezione di quanto un luogo consenta il recupero di energie mentali da uno stato di stress, le attività associate al luogo, la presenza di elementi simbolici e rappresentativi dell’area. Sono inoltre inclusi aspetti relativi al comfort ambientale, analizzando ad esempio la percezione di temperatura, umidità e suono. Coinvolgendo diversi gruppi sociali è possibile evidenziare come lo stesso luogo corrisponda ad esperienze differenti, identificando dunque esigenze specifiche. Allo stesso modo, confrontando la percezione di un luogo nella sua configurazione attuale con alcune proposte progettuali, si può mettere in evidenza il potenziale miglioramento della qualità della vita prima di procedere alla effettiva realizzazione del progetto fisico. Oltre agli strumenti, nell’ambito del progetto MUSA stiamo testando anche dei processi di applicazione degli stessi per il coinvolgimento della cittadinanza e di stakeholder locali, affinché queste attività non si traducano in una mera raccolta dati ma possano attivare un vero e proprio dialogo tra le parti coinvolte nelle trasformazioni urbane. L’obiettivo è che attori istituzionali, rappresentanze della cittadinanza e aziende private possano confrontarsi su contenuti scientificamente fondati, contribuendo a definire i bisogni della collettività.
Possibile inscrivere questo progetto all’interno del welfare territoriale?
L’obiettivo è proprio mettere a disposizione l’ecosistema per un’efficace mappatura delle esigenze nell’ottica di sviluppare iniziative di welfare territoriale maggiormente rispondenti ai bisogni della comunità, consentendo una lettura articolata dei bisogni della comunità e favorendo lo sviluppo di iniziative mirate a rispondere a necessità specifiche. Grazie alla natura modulare e flessibile della piattaforma exp-EIA©4P è possibile integrare diverse fonti di dati per informare servizi inclusivi orientati al benessere collettivo, oggi con le fonti di dati in corso di sperimentazione e domani con diverse fonti a disposizione degli attori pubblici e privati coinvolti nella trasformazione di un’area. L’idea è che diventi uno strumento di supporto decisionale per progettare servizi e soluzioni inclusivi e sostenibili attenti ai bisogni della comunità, così come processi di rigenerazione che migliorino le condizioni di vivibilità degli abitanti. Al momento stiamo anche lavorando su una declinazione del metodo dedicato ai temi della mobilità.
Quali sono i suoi aspetti “sostenibili”?
L’ecosistema exp-EIA© è concepito per promuovere la sostenibilità in modo trasversale, integrando dimensioni sociali e ambientali. In questo senso il progetto si allinea in modo particolare con gli obiettivi di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’ONU, in particolare l’SDG 11 (Città e comunità sostenibili) e l’SDG 3 (Salute e benessere). Questo approccio consente un monitoraggio continuo e ricorsivo dei dati, supportando processi decisionali informati per soluzioni progettuali e politiche sostenibili. Un ulteriore elemento di sostenibilità è rappresentato dall’attenzione alla dimensione soggettiva: l’ecosistema non si limita a raccogliere dati ambientali ma li mette in relazione con l’esperienza delle persone nei luoghi. In questo modo, il metodo integra i tradizionali indicatori ambientali con percezioni ed emozioni, offrendo una visione olistica della sostenibilità che tiene conto sia dell’impatto ambientale che del benessere umano. Infine, l’ecosistema facilita la comunicazione con la cittadinanza: attraverso rappresentazioni chiare e accessibili dei dati, diventa uno strumento utile non solo per decisori tecnici e politici ma anche per sensibilizzare e coinvolgere attivamente le comunità nel co-progettare soluzioni sostenibili. Questo approccio inclusivo e collaborativo rafforza il legame tra cittadini e territorio, promuovendo una sostenibilità in una logica collaborativa.
Quali sono le fasi ancora in via di sviluppo?
In sviluppo c’è poi una Dashboard dove è possibile impostare le raccolte dati e visualizzare gli esiti delle analisi. La complessa e innovativa analisi dei dati di diversa natura in modo spazializzato viene realizzata grazie all’ambiziosa piattaforma “Phygital 4P” che sarà disponibile nella sua prima versione funzionante alla fine del progetto MUSA. La metodologia di analisi dati è oggetto di un brevetto per invenzione recentemente depositato congiuntamente tra Politecnico di Milano (Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, labsimurb – Laboratorio di Simulazione Fausto Curti e Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, SPINlabS – Signal Processing in Neurosensory Systems) e Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali). Questa piattaforma è chiave perché è l’anello di congiunzione dei diversi strumenti di raccolta dati del metodo e consente di mettere a sistema dati di diversa natura per poi strutturare una rappresentazione che favorisca la comprensione degli esiti in modo avanzato o semplificato a seconda del profilo professionale degli utenti. A chiudere il cerchio c’è uno strumento che coniuga soluzioni digitali e fisiche, il Tavolo Luminoso (Luminous Planning Table), originariamente sviluppato da Politecnico di Milano – DAStU, grazie al progetto MUSA e alla collaborazione tra Università degli Studi di Milano e Politecnico di Milano si è arricchito di importanti funzionalità che favoriscono la comprensione della percezione degli ambienti urbani sia in chiave soggettiva che ambientale. Questo strumento è altamente interattivo per favorire una collaborazione informata e multi-stakeholder sui temi della rigenerazione urbana.
Su quali ambiti state lavorando?
I casi studio su cui si sta lavorando all’interno del progetto MUSA sono quelli legati ai campus universitari e il loro immediato contesto urbano e in particolare: Città Studi, Bovisa, Bicocca ed è prevista nell’ultimo anno di progetto una applicazione su Mind. Sono in fase di avvio sperimentazioni anche in altre città tramite collaborazioni nazionali e internazionali nate nel corso del progetto, ad esempio esplorando la relazione con una serie di luoghi simbolo della città di Mykolaiv in Ucraina per contribuire a definire le priorità di intervento nel masterplan di ricostruzione postbellica.
Lucia Medri
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