nel futuro nuovi percorsi e card per i trapiantati

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Sono stati celebrati stamani, al Monaldi, trent’anni di trapianti in Campania: un modo per riannodare i fili della memoria con i principali protagonisti di un’epoca. Pionieri come Bartolomeo Farzati, primo coordinatore del Centro regionale trapianti, Maurizio Cotrufo, padre dei trapianti di cuore, Fulvio Calise ed Oreste Cuomo che hanno aperto la strada per quelli di fegato, Andrea Renda, che insieme a Mario Santangelo ha realizzato nel policlinico Federico II un polo chirurgico di eccellenza per i trapianti di rene gemmando anche la realtà di Salerno.

Guardare alla strada percorsa per volgere lo sguardo al futuro: quello disegnato con la recente nomina di Pierino Di Silverio al ruolo di coordinatore del Centro regionale trapianti e dalla riorganizzazione in fieri del percorso trapianti dell’azienda dei Colli disegnato nell’ultimo anno dal manager Anna Iervolino che col nuovo atto aziendale, dopo anni di impasse, ha razionalizzato i percorsi trapianti pediatrici e per adulti approdati alla nuova autorizzazione nazionale che ha segnato la ripresa delle attività dopo anni di stop.

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Un progetto arricchito dal programma di potenziamento strutturale in fieri che prevede l’ammodernamento dei reparti, della rianimazione la dotazione di nuove tecnologie e personale. “Il Monaldi è un’eccellenza per i trapianti di cuore – ha sottolineato Anna Iervolino – un nuovo reparto sarà interamente dedicato ai pazienti in attesa d’intervento. La qualità di un Centro trapianti si misura per numero ed esiti degli interventi – ha aggiunto Iervolino – il Centro trapianti di cuore del Monaldi, quest’anno, si è distinto per entrambi gli indicatori. A questo si aggiungono la prospettiva di un nuovo reparto che sarà a breve inaugurato e percorsi di cura multidisciplinari che rispecchiano gli standard dei centri internazionali più all’avanguardia». Un futuro in evoluzione che già sta già dando buoni frutti e prova di sé sul campo, negli esiti clinici: si registra infatti il 100% di sopravvivenza a un mese di distanza dagli ultimi trapianti e proprio ieri il primo paziente che ha ricevuto un cuore interamente artificiale (in attesa di quello da donatore) è stato estubato ed ha superato la fase critica. 

Il rilancio

“Oggi ricordiamo il primo trapianto che abbiamo fatto trenta anni fa qui al Monaldi in una Campania in cui oggi abbiamo una realtà di eccellenza per quanto riguarda il trapianto di cuore, di rene, di fegato – ha poi sottolineato il presidente della Regione Vincenzo De Luca – adesso vogliamo trovare un rilancio anche per quanto riguarda il trapianto pediatrico”. “Pensiamo di fare di più perché se in quel passato si sono accumulati anche molti debiti, circa 10 miliardi per la Sanità, che dovremo ripianare fino al 2041, con 200 milioni annui di ammortamento a cui ne vanno aggiunti altri 270 per altre poste di bilancio. e scontiamo 11 mila unità di personale in mano e 180 milioni che mancano all’appello per l’iniquo sistema di ripartizione delle risorse procapite tra le regioni. Sul fronte dei trapianti – ha concluso il Governatore – dobbiamo muoverci per incentivare la donazione di organi, perché a volte le liste di attesa si allungano fino a quando non si trova il donatore. Perché non c’è l’organo da trapiantare. Quindi dobbiamo attuare una mobilitazione straordinaria nelle scuole, nelle chiese, nelle associazioni sportive, invitare tutti a donare gli organi e ad esprimere quando si fa la carta d’identità la propria disponibilità a essere donatori”. 

Trent’anni di trapianti in Campania condensati anche nei numeri: quasi 3.000 interventi effettuati dal 2001, anno in cui è stato istituito il Sistema informativo trapianti, di questi 553 sono stati trapianti di cuore, 1.006 di fegato e 1.382 di rene (39 da donatore vivente). Il vero limite è ieri come oggi l’opposizioni alle donazioni, ancora troppo alte rispetto alle attese di chi spera di sopravvivere alla propria malattia. Sono ad oggi 640 i pazienti che attendono ancora un organo in regione (70 di cuore, 82 di fegato, 486 di rene di cui 175 al policlinico Federico II e 311 al Ruggi. Nell’ultimo anno, dopo la parentesi Covid, è diminuita del 7% l’opposizione alla donazione ma resta sotto la media italiana. Un nodo irrito quello del reperimento di organi da trapiantare. In Totale in Campania si sono espressi sulla volontà o mano di donare gli organi 1.753.019 persone e di queste 1.046.779 hanno scelto per il sì. La provincia più virtuosa da questo punto di vista. è quella di Salerno dove la percentuale di adesioni è stata del 60,7%. Nelle Asl Campane dove sono operativi gli sportelli Amico Trapianti si registra il più alto tasso di consensi di consensi, segno della centralità della sensibilizzazione culturale: il 97,3% di consensi rispetto all’87,2% del dato nazionale (riferito alle Asl). “Ancora si registra una certa resistenza alla donazione di organi e tessuti – ha sottolineato Pierino di Silverio – che può essere vinta con una valida azione di counseling e di sensibilizzazione. In questi anni sono stati compiuti enormi passi in avanti, ma è ancora forte la resistenza. 

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«In Campania c’è ancora una forte resistenza culturale alla donazione degli organi, sebbene nell’ultimo anno la situazione sia decisamente migliorata – ha ricordato il manager Iervolino – uno stato di cose che stiamo cambiando”. Di Silverio ha ricordato il  lavoro con le scuole per educare i giovani. È un vero e proprio appello alla donazione quello lanciato dal coordinatore del Centro Regionale Trapianti della Campania – CRT) stamattina nel corso dell’evento tenutosi  presso l’Aula Magna dell’Ospedale Monaldi. Il tema dell’assenso alla donazione è emerso in tutta la sua forza. Guardando alle dichiarazioni lasciate in vita dai cittadini e registrate presso il sistema informativo trapianti del Ministero della Salute, in nessuna provincia (ad eccezione di Salerno, dove la percentuale di sì è del 60,7) si arriva al 60% di consenso. In particolare, in provincia di Napoli il consenso si attesta al 59,7%; in provincia di Avellino al 59,5%, in provincia di Benevento al 54,9%, in provincia di Caserta 52,7%.

La memoria nelle immagini evocate dai protagonisti di quegli anni, torna al 1994 quando nasceva il Centro di riferimento regionale trapianti. Era l’inizio di un percorso costellato di difficoltà ma anche di successi a beneficio di pazienti particolarmente gravi e privi di altre possibilità di cura. I trenta anni del Crt è una storia di trapianti, una delle conquiste mediche più innovative degli ultimi decenni, fatta di storie di pazienti strappati alla morte e ridati alla vita il cui destino incrocia la generosità di altre persone e famiglie. Il continuo progresso scientifico con il problema del rigetto superato dai farmaci immunosoppressori sempre più efficaci ma sempre meno dannosi. E poi le tappe segnate negli anni: nel 1977 c’è stato il primo trapianto di rene in Campania, nel 1988 il primo trapianto di cuore, nel 1993 il primo trapianto di fegato. 

In un momento di grande crisi del sistema sanitario sanitario, segnato da serie difficoltà di accesso alle cure e di disinvestimenti la Regione Campania continua a garantire i LEA, ma anche un’assistenza d’eccellenza che ha ridotto negli anni la mobilità passiva.

Basti pensare al numero di trapianti di rene, che in un solo anno sono raddoppiati, o ai trapianti di cuore e di fegato, aumentati del 10% nello stesso lasso di tempo. In Campania è sorta ed è consolidata anche una rete di trapianto di midollo osseo che vede protagonisti i migliori specialisti d’Europa. Cruciale l’attività di formazione portata avanti dal CRT con le scuole: alla celebrazione di ieri dei 30 anni di attività hanno preso parte oltre 200 studenti provenienti da 5 istituti campani: il Liceo Alberti, Liceo Caccioppoli, Giovan Battista Vico, Melissa Bassi e Giustino Fortunato. Studenti coinvolti nel progetto “La vita è il dono più bello che ci sia”, che ha coinvolto 3.500 ragazzi in tutta la Campania, sensibilizzati sull’importanza della donazione degli organi. Un’azione che il Centro Regionale Trapianti ha rafforzato anche siglando protocolli di intesa con l’Ordine dei Farmacisti, l’Ordine dei Medici e (presto) con l’Ordini degli Infermieri.





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