Regione, il Presidente Romani: “Un anno di risultati e sfide per la Lombardia”
“Nel 2024 abbiamo approvato 23 leggi e 72 mozioni”. Federico Romani, Presidente dell’Ufficio di Presidenza di Regione Lombardia, traccia un bilancio del lavoro svolto. Dalle leggi approvate agli interventi sul territorio, il Consiglio regionale ha puntato a rispondere concretamente alle esigenze dei cittadini lombardi, affrontando anche le sfide di una gestione sempre più complessa e articolata. La sfida per il 2025, secondo il Presidente dell’Ufficio di Presidenza di Regione “è investire su ricerca e sviluppo”. L’intervista.
Presidente Romani, qual è il suo bilancio sull’anno di legislatura appena concluso?
In Consiglio regionale nell’anno 2024 sono state 23 le leggi approvate, 11 le proposte di atto amministrativo e 7 le Risoluzioni, 29 le proposte di nomina affrontate, nel corso di 36 sedute: da segnalare il significativo lavoro di indirizzo politico, con 72 mozioni approvate dall’Aula insieme a 354 ordini del giorno. Intensa anche l’attività delle Commissioni consiliari, 9 permanenti e 5 speciali, che quest’anno si sono riunite 227 volte approvando 149 provvedimenti: da sottolineare il numero elevato di audizioni, 198, che hanno coinvolto oltre 670 soggetti. L’anno 2024 in Consiglio regionale si chiude pertanto all’insegna di un rapporto sempre più stretto con i territori della nostra regione. Ascolto e confronto sono le parole chiave che hanno orientato l’azione della nostra istituzione, consapevoli che conoscenza e condivisione sono alla base di ogni processo decisionale. Grande attenzione alle realtà associative e agli enti locali territoriali viene garantita anche attraverso strumenti come i patrocini: quest’anno l’Ufficio di Presidenza ne ha concessi quasi 220. I cittadini lombardi devono essere consapevoli che nella nostra istituzione regionale possono trovare sempre il supporto e le competenze necessarie e di cui hanno bisogno. Voglio ricordare infine che il Consiglio regionale lombardo si conferma come ente particolarmente virtuoso ed è quello che costa meno in Italia: solo 2,42 euro all’anno pro capite per ogni cittadino.
Qual è l’aspetto maggiormente riuscito dei lavori in Consiglio regionale?
Particolarmente importante è il ruolo del Consiglio regionale nel formulare atti di indirizzo alla Giunta attraverso mozioni e ordini del giorno, spesso bipartisan, volti a trovare e indicare soluzioni per molte esigenze e problematiche di carattere territoriale. In questa legislatura la politica ha saputo spesso fare sintesi e ha cercato di anteporre sempre i punti di condivisione rispetto agli elementi di divisione: non a caso il 36% delle mozioni approvate hanno ottenuto voto favorevole unanime.
Cosa invece non ha funzionato?
Dobbiamo purtroppo fare ancora i conti con un eccesso di burocratizzazione e con normative spesso farraginose e di difficile interpretazione, che rendono complicato il lavoro legislativo e quello dei nostri uffici. Una delle priorità di questa legislatura regionale è sicuramente la semplificazione legislativa e amministrativa. La buona amministrazione non si ottiene con la moltiplicazione delle leggi, ma si alimenta anche grazie allo snellimento delle procedure, alla formazione continua e adeguata della classe dirigente e allo sviluppo di una comunicazione puntuale e chiara a beneficio dei cittadini. Voglio ricordare inoltre anche come nel 38% dei Comuni con meno di 15mila abitanti al voto in Lombardia alle elezioni amministrative di quest’anno, è stata presentata una sola lista a sostegno di un solo candidato sindaco. Un segnale preoccupante, che denota la disaffezione crescente dei cittadini nei confronti non solo della politica ma anche della vita amministrativa cittadina. Le cause di questa disaffezione sono numerose e riguardano in generale l’indebolimento progressivo delle autonomie locali, attraverso la riduzione sempre maggiore della rappresentanza e del numero di Consiglieri, le indennità di carica ridottissime a fronte di una responsabilità crescente, i rischi incombenti di finire in tribunale per atti compiuti in buona fede. È giunto il tempo di cambiare, di mettere nella giusta luce il lavoro degli amministratori locali attraverso una narrazione diversa da quella della cosiddetta antipolitica. Dobbiamo lavorare affinché le difficoltà e le fatiche non scoraggino i giovani che decidono di occuparsi dell’amministrazione pubblica e della politica, all’insegna di una nuova parola d’ordine: fiducia.
Qual è la principale sfida del 2025?
La Commissione europea ha confermato che la Lombardia è l’unica regione italiana che ha un grado di competitività al di sopra della media europea, avvalorando il primato dell’eccellenza lombarda. La produzione industriale, in particolare, ha giocato un ruolo chiave nel favorire questo processo di crescita e ha saputo scommettere sull’innovazione e sulle nuove tecnologie. Ne sono la prova le oltre 2mila e 300 start up presenti sul territorio, più di un quarto di quelle italiane, e il numero delle domande di brevetto salite a 156 per milione di abitanti, un valore doppio rispetto a quello dell’Italia e superiore alla media europea. Questo risultato è dovuto anche agli sforzi compiuti dalla nostra regione che tramite bandi specifici negli ultimi quattro anni ha stanziato centinaia di milioni di euro. Altro però può e deve essere ancora fatto ancora per favorire la crescita. Dobbiamo investire sempre di più in ricerca e sviluppo, a cui la nostra regione destina solo l’1,7% del prodotto interno lordo, dato che, sebbene superiore alla media italiana, risulta però inferiore alla spesa effettuata in Europa, dove si attesta al 2%. Un’economia sana e in crescita è condizione essenziale per il benessere di ogni comunità, e consente a chi è più indietro di poter crescere a sua volta contando sull’aiuto degli altri: dobbiamo concentrare gli sforzi in questa direzione.
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