Da quasi due decenni, il settore sanitario del Molise rappresenta un caso emblematico di crisi finanziaria e gestionale nel panorama delle finanze pubbliche italiane. La recente bocciatura del bilancio regionale da parte della Corte dei Conti non è solo un richiamo formale, ma un segnale d’allarme che evidenzia il rischio concreto di insostenibilità finanziaria per l’intero sistema regionale. Fortemente (e giustamente) voluta dai parlamentari molisani, la decisione del governo di stanziare 90 milioni di euro in due anni, suddivisi in 45 milioni annui tra il 2025 e il 2026, appare tuttavia come una misura non risolutiva. Certo, 90 milioni sono pur sempre un notevole aiuto, ma di fronte a un disavanzo sanitario complessivo che ammonta a circa 138,5 milioni di euro –e che, soprattutto, continua a crescere–, la misura avrà un impatto forte nei 2-3 prossimi anni ma insufficiente perché incapace, da sola, di rimettere in equilibrio i conti regionali nel medio e lungo termine.
Un deficit complessivo fuori controllo: i numeri della crisi
La Corte dei Conti, nella relazione presentata ad ottobre 2024, ha rilevato che il disavanzo del Molise al 31 dicembre 2022 non ammontava a circa 562,6 milioni di euro bensì a circa 650 milioni poiché avrebbero dovuti essere contabilizzati anche le spese esigibili e i fondi non accantonati correttamente. Un indicatore allarmante è rappresentato dal debito pro capite complessivo, che oscilla tra 1.935 e 2.167 euro per abitante, a seconda dei parametri utilizzati per stimare il disavanzo. Questo valore conferisce al Molise un primato negativo nazionale, considerando che il debito pro capite medio delle altre regioni italiane si attesta intorno ai 1.000 euro.
L’intervento governativo: necessario, utile ma insufficiente
Lo stanziamento di 90 milioni di euro in 2 anni, pur rappresentando un impegno economico rilevante per un territorio così piccolo, coprirebbe il 70% del debito sanitario (fuori interessi). In termini pratici, si tratta di una somma destinata principalmente a tamponare le urgenze più immediate, a finanziare arretrati di pagamento e coprire i costi della gestione corrente –in altre parole, si tratta di ovviare a parte del debito stesso ma con poca incidenza sulle cause strutturali che hanno portato al disavanzo accumulato. A questo si aggiunge l’obbligo imposto dal governo centrale: l’accesso ai fondi è subordinato alla presentazione di un rigoroso piano di rientro da parte della Regione Molise, con scadenza fissata al 31 gennaio 2025. Le misure previste dovranno essere drastiche, con tagli alla spesa corrente e ridimensionamenti delle strutture sanitarie locali, ponendo un rischio per l’effettiva capacità di garantire il diritto alla salute ai cittadini molisani, diritto di fatto già fortemente eroso dalla situazione passata ed attuale.
Oltre ai 90 milioni, benvengano altri 20 milioni di euro annui da parte del governo centrale a partire dal 2025, destinati a sostenere il comparto sanitario molisano. Tuttavia, anche questa somma appare insufficiente. A titolo di confronto, la sola spesa sanitaria corrente della Regione Molise nel 2022 è stata di circa 848,75 milioni di euro (al netto delle partite di giro), con un’incidenza del deficit sanitario che ha superato il 24% della spesa totale regionale. Questo valore si calcola considerando il disavanzo sanitario stimato, pari a 138,5 milioni di euro, che rappresenta circa il 16,3% della spesa sanitaria corrente. Poiché la spesa sanitaria costituisce circa il 69,78% della spesa complessiva regionale, il disavanzo sanitario contribuisce in modo significativo alle difficoltà finanziarie complessive della Regione. Questa situazione riflette la persistente insostenibilità economica del sistema sanitario regionale e sottolinea l’urgenza di interventi strutturali per riequilibrare il bilancio e garantire la sostenibilità del settore.
Prospettive: interventi strutturali necessari
Come evidenziato dalla Corte dei Conti, la situazione attuale richiede misure correttive di natura strutturale. Un approccio limitato a iniezioni finanziarie una tantum non risolverà le inefficienze accumulate negli anni. Di seguito, alcuni punti critici che necessitano di interventi urgenti:
1. Distribuzione subottimale della rete ospedaliera: Il Molise presenta una rete ospedaliera distribuita e proporzionata male rispetto alla popolazione (circa 290.000 residenti di cui circa 250.000 abitanti). Questo genera inefficienze gestionali e costi fissi elevati, aggravando ulteriormente il deficit.
2. Debolezza della medicina territoriale: La carenza di strutture sanitarie territoriali moderne, con specialità ed attrezzature atte a coprire i bisogni di base e più frequenti, che nei paesi anglosassoni si identificano come “public health centers,” porta a un eccessivo ricorso ai grandi ospedali, aumentando la pressione su questi ultimi e incrementando i costi.
3. Dipendenza crescente dal settore privato: I contratti stipulati con strutture private risultano spesso più costosi rispetto al servizio pubblico e mancano di controlli sufficienti sull’efficienza e sull’efficacia delle prestazioni fornite.
4. Irregolarità contabili: Come evidenziato dalla Corte dei Conti, la gestione finanziaria regionale presenta violazioni dei principi di rendicontazione pubblica, tra cui impegni contabilizzati in ritardo e passività latenti non adeguatamente rappresentate. Queste pratiche compromettono la trasparenza e la veridicità dei bilanci regionali.
5. Inefficienza della governance sanitaria: La mancanza di figure manageriali altamente specializzate nella gestione sanitaria regionale limita l’efficacia delle decisioni strategiche e amplifica i problemi organizzativi e finanziari del sistema.
Strade da valutare per affrontare la crisi
In altri paesi, sono state adottate soluzioni innovative per affrontare crisi sanitarie e finanziarie simili. Queste misure, già testate con successo, potrebbero essere valutate per capire quanto siano applicabili e adattabili alla realtà molisana:
• Emissione di titoli regionali di debito con garanzia: In Germania, strumenti finanziari garantiti dallo Stato hanno permesso di stabilizzare il bilancio di alcune regioni (Länder) in difficoltà. Una misura analoga potrebbe temporaneamente assorbire il debito del Molise, alleggerendo i conti regionali.
• Adozione di un sistema di budget vincolato: Paesi nordici, come la Norvegia, applicano tetti rigidi alla spesa sanitaria annuale, monitorando periodicamente il rispetto del budget. Questo approccio potrebbe contenere i costi e ridurre il disavanzo in maniera sostenibile.
• Partnership pubblico-private efficienti: Il Regno Unito e la Francia hanno sperimentato con successo contratti pubblico-privati basati su incentivi legati all’efficienza, mantenendo comunque il controllo pubblico sugli obiettivi sanitari.
• Piani di incentivi per la digitalizzazione sanitaria: L’Estonia ha investito nella digitalizzazione del sistema sanitario, ottenendo benefici sia in termini di efficienza che di accesso ai servizi. L’ospedale CHC MontLegia, in Belgio, usa una piattaforma di intelligenza artificiale per analizzare tutti i dati, medici e non medici, generati dalla struttura, al fine di migliorare la qualità delle terapie e alleggerire il carico cognitivo del personale medico e amministrativo. L’adozione di soluzioni simili in Molise, nonché una più grande attenzione alla telemedicina, potrebbero ridurre i costi operativi e migliorare l’efficacia delle cure.
• Sviluppo di centri territoriali di sanità primaria: In Qatar, l’istituzione di una rete capillare di centri territoriali di sanità primaria (PHCC) ha trasformato l’approccio ai servizi sanitari di base offrendo cure per le necessità più frequenti su scala territoriale e ha significativamente ridotto l’afflusso di pazienti verso le strutture ospedaliere, decongestionando gli ospedali e abbassando i costi operativi. Un modello simile potrebbe essere valutato in Molise, adattandolo alle specificità demografiche e geografiche della regione.
• Collaborazioni interregionali per servizi condivisi: In Spagna, dove la sanità pubblica è di competenza regionale come in Italia, regioni limitrofe hanno unito risorse per la gestione congiunta di laboratori diagnostici e acquisti centralizzati, ottenendo risparmi significativi. Un modello simile potrebbe essere esplorato con le regioni confinanti del Molise.
Il finanziamento di 90 milioni di euro rappresenta un benvenuto segnale di attenzione da parte del governo centrale, ma è evidente che non costituisce una risposta adeguata alla gravità della crisi strutturale. Affrontare un disavanzo di oltre 650 milioni richiede non solo risorse straordinarie –o una decisione politica di azzeramento–, ma soprattutto un piano industriale rigoroso, basato su una revisione profonda delle priorità e della spesa sanitaria e su interventi strutturali di lungo periodo. Senza queste misure, il rischio è che il Molise continui a trovarsi in una spirale di indebitamento e inefficienza, con gravi ripercussioni sui servizi essenziali e sul bilancio pubblico regionale e nazionale.
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La relazione della Corte Dei Conti in merito al rendiconto generale della Regione Molise (esercizio 2022), udienza del 24 ottobre 2024, puo’ essere scaricata da questo link:
https://www.corteconti.it/Download?id=e33cbbc5-f9c2-43d8-89ab-5a3f1bc904c9
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Molisano d’origine, Salvino A. Salvaggio, PhD, è un esperto nella gestione di grandi progetti e investimenti nel settore dell’innovazione. Ex capo di gabinetto per Ricerca, Sviluppo e Innovazione, nonché direttore esecutivo del più grande hub per l’innovazione del Medio Oriente, è stato al centro di varie iniziative nel campo sanitario. Ha fondato, amministrato o fatto parte dei CdA o consigli scientifici del centro nazionale di formazione alla chirurgia robotica, dell’istituto nazionale di ricerca biomedica, del programma nazionale di genomica, della bio-banca, e dell’istituto nazionale per la medicinale di precisione e personalizzata. Nel 2007, è stato insignito dell’onorificenza di Commendatore dal Presidente della Repubblica.
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