Sax This Candy tornano con un nuovo album “God Is My Witness” dieci tracce che sono il risultato di un lungo percorso di ricerca
God Is My Witness è il secondo album dei Sax This Candy ed esce a distanza di otto anni dal primo lavoro. Con questo nuovo album la band pescarese torna con una nuova veste che aggiunge delle componenti elettroniche alla sua anima punk no-wave.
Dieci tracce registrate negli studi di Grammofono alla Nitro, a Pescara, sono il risultato di un lungo percorso di ricerca, smembrando session e arrangiamenti, per sintetizzare al meglio il sound e lo stile della band che rimbalza dalle atmosfere noir dei Bad Seeds allo stile più nevrotico dei Pere Ubu passando per Joy Division, Butthole Surfers, Bauhaus, The Pop Group fino ad arrivare ai Devo.
Li abbiamo incontrati ed abbiamo parlato di musica e del nuovo album God Is My Witness.
I Sax This Candy si formano nel 2012 oggi, secondo voi, è cambiato l’atteggiamento, delle nuove band, nel fare musica? Quali sono le principali differenze rispetto al passato?
Non sappiamo… Fondamentalmente l’importante è il risultato, non il processo. Siamo aperti a sperimentazioni e ispirazioni varie. Nonostante l’età e l’esperienza, non ci piace essere paternalisti. L’incipit “ai nostri tempi…” non ci appartiene.
Come vi siete conosciuti e cosa vi ha spinto a lavorare insieme?
Il gruppo nasce a Pescara da una conoscenza prettamente artistica. Ci seguivamo rispettivamente con le nostre vecchie band (Virgin LoveJuice, Ovada, Roadkill Dogs, Reparto 6, Intifada) e alla fine il cantante Fabio ci ha messi insieme in sala prove nei suoi studi di “Grammofono alla Nitro”. Da subito il feeling è scattato e le idee si sono concretizzate in maniera fluida e costante.
La componente elettronica ci ha permesso di sperimentare e ricercare, anche e soprattutto oltre i nostri abituali circuiti musicali ed artistici. Questo è fondamentale per mantenere quella longevità che anche a livello di singoli ci ha portati fin qua con un nuovo album.
Se ti chiedessi di descrivere l’album God Is My Witness con una sola parola, quale sarebbe?
Impuro.
Sulla copertina di God Is My Witness troviamo un simbolo su uno sfondo bianco, come è nata questa idea grafica?
È il simbolo di Caino. Il marchio dell’impurità che vaga nel mondo per il quale solo Dio è testimone, God is my witness, appunto.
Il disco apre con “Coke & Bombs”, un brano potente contro la guerra. Potete parlarci del significato di questo brano e del messaggio che si cela dietro il testo?
Purtroppo siamo tutti nel tritacarne della narrazione mediata dall’informazione, da tutti i canali, dalla tv, dai giornali, ma anche dal web che rappresenta l’agghiacciante trionfo della post-verità.
Per capire l’avvilente normalizzazione della guerra nelle nostre vite di occidentali bisogna mettere in luce una questione fondamentale: oggi siamo mediaticamente presi da due orrendi conflitti di cui sappiamo moltissimo, Ucraina e Medio-Oriente, ma in pochissimi sanno che nello stesso momento nel mondo sono attive 55 guerre fra Stati e regioni etniche, conflitti dimenticati che provocano morti, distruzione e migliaia di profughi. Un vero e proprio inferno in terra.
God Is My Witness è stato registrato da Fabio Di Zio presso il Grammofono alla Nitro. Potete parlarci di come è stato il processo di registrazione e di quale ruolo ha avuto Fabio nel plasmare il suono finale?
Il tutto riassume un’autoproduzione molto collegiale. Il lavoro di Fabio è stato prezioso nel sintetizzare le idee di tutti.
Qual è il significato dietro il titolo dell’album e come si collega ai temi trattati nel disco?
“God is my witness” è la title track. Il brano, così come poi il titolo e la copertina del disco sono un richiamo all’ipocrisia dilagante che muove tutti gli aspetti della società attuale, dove tutti cercano un colpevole per i loro stessi misfatti, ma nessuno interroga mai davvero sé stesso. Oggi, nel nostro Mondo, nessuno è innocente. Per citare una frase della canzone: “eye behind the keyhole – one hand on the Bible – one hand on rifle – I’m the Messiah and disciple”.
L’album è pubblicato dalla Vina Records e da Grammofono alla Nitro, come è nata questa collaborazione?
La collaborazione nasce da una comune esigenza di promuovere contesti artistici profondi, lasciando uno spazio creativo sempre fruibile e disponibile a sperimentazioni e collaborazioni varie. Un sodalizio davvero entusiasmante.
Come vedete il futuro della band? Avete già in mente nuove direzioni sonore o progetti futuri dopo God Is My Witness?
Quello a cui puntiamo è salire il più possibile sui palchi di club e festival. In generale, comunque, ci auguriamo di avere sempre lo stesso entusiasmo e voglia di produrre che ci hanno accompagnato in tanti anni fin qui.
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