Il fenomeno degli affitti brevi ha trasformato il turismo in Italia. Secondo un’indagine condotta dalla Fondazione ISSCON, dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori e dal SUNIA, la situazione è ben lontana dall’essere sotto controllo.
Su 900 strutture monitorate in 10 città italiane, solo l’8,5% risulta conforme alle normative su Codice Identificativo Nazionale (CIN) e dispositivi di sicurezza.
Il boom degli affitti brevi: tra opportunità e criticità
Da Milano a Napoli, gli affitti brevi rappresentano un’opportunità economica per i proprietari e una soluzione accessibile per i turisti. Tuttavia, l’assenza di una regolamentazione uniforme sta alimentando problemi come l’overtourism, l’allontanamento dei residenti dai centri storici e l’aumento dei costi abitativi.
Firenze, ad esempio, ha visto il 5% del proprio patrimonio immobiliare convertito ad affitti turistici, con gravi ripercussioni per studenti e famiglie.
Città in azione: i provvedimenti locali
Mentre la normativa nazionale è ancora in fase di definizione, diverse città italiane stanno adottando misure per arginare il fenomeno:
Venezia
Ha introdotto un nuovo regolamento per gestire gli affitti brevi, puntando a conciliare turismo e qualità della vita dei residenti. I proprietari potranno affittare le abitazioni per un massimo di 120 giorni all’anno senza vincoli aggiuntivi, mentre per periodi superiori sarà necessaria una registrazione comunale e il rispetto di specifiche norme urbanistiche e di decoro. Tra queste, vi è l’obbligo di check-in in presenza per un controllo più diretto sull’afflusso turistico.
Vietato l’uso delle cassette di sicurezza per chiavi (lock box) negli spazi pubblici, per migliorare sicurezza e controllo. Il regolamento è di natura sperimentale e sarà in vigore fino al 31 dicembre 2026, consentendo al Comune di monitorarne l’efficacia e apportare modifiche se necessario. Inoltre, gli ospiti saranno obbligati a rispettare le norme sulla raccolta differenziata, promuovendo la sostenibilità ambientale.
Milano
Milano ha deciso di vietare l’uso delle cassette di sicurezza per chiavi (lock box) negli spazi pubblici, una misura mirata a contrastare gli affitti brevi, spesso gestiti tramite piattaforme come Airbnb. Il divieto sarà operativo dal 2025 con l’entrata in vigore di un nuovo regolamento della polizia locale, attualmente in fase di approvazione in Consiglio comunale.
Parallelamente, la giunta sta sviluppando un regolamento specifico per gli affitti brevi, che prevede norme più stringenti per la registrazione e la gestione delle locazioni. Tra le possibili misure, si discute l’introduzione di un limite massimo di giorni per affittare immobili a breve termine. Questi interventi puntano a ridurre l’impatto turistico e favorire la stabilità abitativa.
Roma
Ha avviato misure per regolamentare gli affitti brevi in risposta alla pressione turistica e alle difficoltà del mercato immobiliare. Il Comune sta elaborando un nuovo regolamento, per limitare l’uso di appartamenti a scopi turistici, con particolare attenzione al centro storico. Il piano prevede controlli più rigorosi su licenze e saturazione delle strutture extralberghiere.
Tra le proposte principali vi è l’introduzione di un limite al numero di giorni in cui un immobile può essere affittato, con un massimo tra 60 e 90 giorni all’anno. Queste misure mirano a bilanciare turismo e residenza stabile, favorendo una maggiore sostenibilità urbana.
Firenze
Ha adottato nuove misure per regolamentare gli affitti brevi nel centro storico, patrimonio UNESCO, con l’obiettivo di tutelare la residenza stabile e contrastare il sovraffollamento turistico. Il provvedimento principale prevede il blocco di nuovi affitti brevi nell’area UNESCO, pur senza effetto retroattivo.
È stata introdotta una distinzione tra “uso residenziale” e “residenza temporanea” e sono stati previsti incentivi, come l’azzeramento dell’IMU per tre anni, per chi converte le proprietà a contratti di lungo termine. Un sondaggio ha rivelato un ampio consenso pubblico, con il 66% dei residenti favorevoli. Nonostante i ricorsi legali, il TAR ha rigettato le richieste di sospensiva, consentendo al Comune di procedere con le nuove regolamentazioni.
Sicurezza e legalità: il tallone d’Achille degli affitti brevi
L’indagine mostra numeri preoccupanti anche sul fronte della sicurezza. Gli estintori, obbligatori per legge, sono presenti solo nel 30% delle strutture monitorate, mentre i rilevatori di gas e monossido di carbonio scendono al 22%. Questo quadro si aggrava ulteriormente nelle città meno virtuose: a Torino solo il 2,2% degli immobili rispetta pienamente le norme.
La mancanza di trasparenza, unita all’assenza di dati completi sull’esatto indirizzo degli alloggi e sulle dotazioni di sicurezza, contribuiscono a sottolineare le criticità presenti in questo settore.
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