Da un singolo stabilimento in Italia (a Spoleto) a leader globale nel settore chimico. Protagonista di questa storia Italmatch Chemicals, azienda con sede a Genova che in poco più di 25 anni attività ha vissuto una crescita esponenziale basata su internazionalizzazione e innovazione.
Maurizio Turci (Italmatch Chemicals Group General Manager Corporate) racconta i passi compiuti in questi anni dall’azienda, delineando le strategie di crescita per il futuro in termini di sostenibilità e digitalizzazione.
D: Ci può raccontare i segreti della crescita di Italmatch?
R: Si tratta del risultato di uno sviluppo per linee interne ed interne. Da un lato ricerca e innovazione, dall’altro acquisizioni strategiche che ci hanno permesso di compiere un profondo processo di internazionalizzazione. Siamo partiti nel 1998 da Spoleto, in Umbria, e negli anni ci siamo espansi in nuovi mercati consolidando la nostra posizione di leader nel settore della chimica di specialità nei settori del trattamento acque, lubrificanti, ritardanti di fiamma e oil & gas.
D: Quali sono state le operazioni più significative?
R: Dal 2007 abbiamo completato oltre 17 acquisizioni, ciascuna delle quali ha contribuito a rafforzare la nostra posizione e ad aprirci a nuovi mercati e settori innovativi. L’ultima in ordine di tempo, l’acquisizione dell’azienda brasiliana Alcolina, ci ha permesso di consolidare la nostra leadership nel mercato del trattamento acque, in particolare per il bioetanolo e applicazioni industriali come la produzione di vernici e carta.
D: Ad oggi quali sono le dimensioni del gruppo?
R: Oggi contiamo 20 stabilimenti produttivi, 7 centri di ricerca e sviluppo e oltre 1.100 dipendenti in tutto il mondo, con un fatturato di circa 700 milioni di euro.
D: Una crescita supportata anche da partner finanziari e fondi di private equity. Ci racconta le tappe di questo percorso?
R: Si tratta di un caso più unico che raro nel panorama italiano. L’elemento che ha agito da collante nel nostro percorso di crescita è stato il coinvolgimento di fondi di private equity. Nell’immaginario collettivo i fondi sono spesso demonizzati perché si dice rappresentino interessi puramente finanziari. Nel nostro caso non è stato così. Negli anni siamo stati supportati da sette fondi, ciascuno dei quali ha portato esperienza, sviluppo tecnologico e nuovi modelli industriali. Oggi facciamo parte di Bain Capital, con una quota di minoranza detenuta dal management di Italmatch e un’ulteriore quota di minoranza recentemente acquisita da Dussur, il fondo industriale detenuto dal fondo governativo saudita PIF.
D: Parliamo di Genova, dove avete deciso di stabilire il quartier generale. Perché proprio qui?
R: Genova è stata una scelta strategica che risale ad oltre 20 anni fa. La città offriva capitale umano altamente qualificato, proveniente da storiche realtà industriali come Ansaldo, Italsider e Finmare. Inoltre, il porto di Genova e la sua logistica in espansione rappresentavano un vantaggio competitivo. Questo ha creato le condizioni ideali per stabilire qui la nostra sede corporate.
D: Quali driver di crescita avete individuato per il vostro futuro?
R: Sicuramente sostenibilità e digitalizzazione. La sostenibilità è per noi un valore fondamentale e si articola in tre principali direttrici: ricerca e sviluppo, acquisizioni di start-up innovative e partecipazione a progetti internazionali. Anche la digital transformation occupa un ruolo chiave nella nostra strategia: puntiamo a rendere i nostri processi più efficienti e sempre più integrati a livello di gruppo.
D: Parlando di sostenibilità, quali sono i settori su cui stato puntando di più?
R: Abbiamo sviluppato soluzioni innovative per le filiere delle energie rinnovabili come eolico, geotermico e solare e siamo impegnati nel mercato della desalinizzazione, una tecnologia cruciale per le aree più aride del pianeta. Inoltre, siamo attivi in progetti europei di ricerca e innovazione. Uno di questi è l’IPCEI – European Battery Innovation, che mira a costruire una filiera industriale per la produzione di batterie per veicoli elettrici in Europa. Il nostro contributo va dalla fornitura di materie prime, allo sviluppo di batterie a stato solido e alla ricerca sul riciclo dei metalli dalle batterie esauste. Siamo anche parte del progetto FlashPhos, che mira a recuperare fosforo da rifiuti urbani e industriali per poterlo riutilizzare in un’ottica di economia circolare.
D: Può farci qualche esempio di start-up green che avete acquisito?
R: Una delle acquisizioni più innovative è stata quella di Eco-Inhibitors, additivi biodegradabili derivati da scarti di salmone che vengono usati nell’industria petrolifera del Mare del Nord in sostituzione dell’etanolo altamente inquinante. Altro esempio è Magpie, una tecnologia che consente il recupero di metalli preziosi dall’acqua e delle batterie per veicoli elettrici.
D: Spostandoci sul fronte digitalizzazione, come vi state muovendo nell’ambito dei processi di supply chain e procurement?
R: Stiamo investendo in sistemi digitali per automatizzare la gestione della supply chain e il procurement, garantendo una maggiore efficienza e trasparenza lungo tutta la catena di valore, anche in un’ottica di sostenibilità. Inoltre, questi nuovi strumenti ci consentiranno di migliorare la pianificazione e ottimizzare i processi operativi, rendendo più precise le nostre decisioni strategiche. In senso ampio, tutti questi processi riguardano ovviamente l’implementazione di nuove tecnologie, ma non possono prescindere da un profondo focus sulle nostre persone e dall’adozione di nuovi paradigmi operativi.
D: In che modo si sviluppa questo focus?
R: Per noi è fondamentale integrare il capitale tecnologico con quello umano. Abbiamo avviato programmi di reverse mentoring abbinati a piattaforme di e-learning, dove i giovani dipendenti condividono le loro competenze digitali con i colleghi più esperti creando un ambiente di apprendimento reciproco. Questo valorizza il contributo di ciascun dipendente e promuove una cultura aziendale incentrata sull’innovazione continua, permettendoci di utilizzare le nuove tecnologie al massimo delle loro potenzialità.
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