Come sarebbe Google senza contenuti giornalistici: «Da un mese tutte le news sono scomparse dai miei risultati di ricerca»

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La testimonianza di chi si è ritrovato inserito nella sperimentazione di Google che riguarda l’uno per cento degli utenti di 8 Paesi europei e che è stata fortemente criticata dagli editori

Facendo la giornalista, se n’è accorta praticamente subito «ma è impossibile non notarlo» assicura. A dirlo è uno degli utenti finiti – volenti o nolenti – in una sperimentazione di Google che ha coinvolto l’uno per cento dei cittadini di otto Paesi europei, tra cui l’Italia. Il test, iniziato a metà novembre, blocca tutti i contenuti giornalistici di media europei. Dai risultati di ricerca, da Google News e da Discover. Significa non poter più leggere articoli da qualsiasi testata né poter raggiungere l’homepage di un giornale attraverso il motore di ricerca. Per poter accedere alle notizie l’unico modo è digitare la Url precisa nella barra degli indirizzi del browser.

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Chi è finito nella sperimentazione non è stato avvisato da Google. Dall’oggi al domani si è trovato un motore di ricerca diverso, che non è più in grado di dare informazioni esaurienti sui temi di attualità. Alla giornalista con cui abbiamo parlato è successo circa un mese fa, a metà novembre:  «Stavo cercando una notizia del giornale spagnolo El Paìs e ho visto che non era indicizzato. Mi sono insospettita anche perché poi è successo con altri giornali. Non capivo cosa stesse succedendo, se non sai di avere un problema non hai neanche la soluzione», racconta. Dopo aver smanettato nelle impostazioni per capire se aveva attivato qualche filtro, un collega le fa scoprire dell’esistenza della sperimentazione attraverso un articolo di Prima Comunicazione. «Ho iniziato a mandare feedback, ho spiegato che mi stava creando disagi anche a livello lavorativo. Ho scritto che ero delusa, anche perché sono un utente pagante, ho un abbonamento Google One. Non mi hanno mai risposto». 
A noi un portavoce di Google ha dichiarato: «Gli editori ci hanno chiesto ripetutamente più dati sul valore delle notizie per Google. Per questo motivo, in risposta a tali richieste, abbiamo eseguito un test limitato nel tempo sull’1% degli utenti, al fine di fornire dati ancora più oggettivi. Durante il test, non ci sarà alcun impatto sui pagamenti che effettuiamo agli editori di notizie ai sensi della direttiva sul copyright. Una volta terminato il test, i risultati delle notizie torneranno ad essere visualizzati come prima». Ad oggi però non c’è ancora una data di conclusione del test.




















































La sperimentazione è stata in realtà fortemente criticata dagli editori europei. La nota congiunta delle associazioni europee di editori – La European Magazine Media Association (EMMA), la European Newspaper Publishers’ Association (ENPA) e la News Media Europe (NME) – aveva dichiarato che Google non li ha consultati su questo studio né li ha precedentemente informati. «L’annuncio è stato una vera sorpresa. Siamo estremamente preoccupati per la mancanza di informazioni e di trasparenza di questa iniziativa, nonché per le conseguenze che potrebbe avere per gli editori di stampa europei». La richiesta era quella di sospendere immediatamente i test: «L’annuncio unilaterale di Google della riduzione dei contenuti giornalistici non è solo una risposta inappropriata alla questione della trasparenza, ma anche una mossa inaccettabile. Google valuterà Google sulla base di parametri di ricerca determinati da Google». 
A questo la società risponde: «Teniamo molto alle nostre partnership con l’ecosistema delle notizie. Oltre a supportare i media italiani a ottenere traffico prezioso attraverso il motore di ricerca, Google è la prima azienda ad aver sviluppato un programma di accordi di licenza per i contenuti degli editori di notizie nell’ambito della direttiva sul diritto d’autore: collaboriamo con oltre 4.000 pubblicazioni in Europa, compresa l’Italia. Continueremo a lavorare in modo costruttivo con gli editori per trovare soluzioni reciprocamente vantaggiose e siamo sempre aperti a nuove partnership». 

Come sarebbe Google senza contenuti giornalistici: «Da un mese tutte le news sono scomparsi dai miei risultati di ricerca»

Abbiamo provato, con l’utenza della collega giornalista coinvolta nella sperimentazione, a cercare informazioni sulla «sentenza Salvini», una delle notizie più recenti. Se dal nostro telefono potevamo leggere gli articoli di tutte le principali testate italiane, dal suo si potevano trovare solo quelli di Radiotelevisione svizzera (testata extra europea), Tiscali Notizie (un aggregatore), TgCom24 e Tg La7, ovvero i siti di due testate televisive che a quanto pare non sono state comprese nella sperimentazione. Se si prova a cercare «Corriere della Sera», il primo risultato è la pagina di Wikipedia, il secondo è la pagina di Facebook. Anche l’enciclopedia Treccani, misteriosamente – non è una testata giornalistica – è stata bloccata. «La mia soluzione è usare un altro motore di ricerca o la navigazione in incognito, che però comunque mi allunga i tempi perché spesso devo spostare la Url su una tab dove è autenticata la mia utenza e dove è registrato il mio abbonamento ai giornali», aggiunge. E assicura che chiunque se ne sarebbe accorto: «Tutti alla fine hanno bisogno di informazioni su ciò che succede nel mondo e sono affezionati a un particolare media, anche se non fanno il mio lavoro».

21 dicembre 2024

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