Avevo richiesto uno spazio pubblico per questo albero privo di luccichii e fasti che altro non pretendeva che rivolgere un pensiero d’amore a tutti i bambini vittime dei conflitti bellici attuali (circa 25.000) ma, ancora una volta, si è preferito girare la testa dall’altra parte, quella dell’indifferenza. Ancora una volta ho ricevuto la conferma che l’apparire vince sulla sostanza eppure anche questa volta ne traggo un insegnamento e ringrazio per la scarsa sensibilità e la mancanza di attenzione dimostrata perché questo ALBERO DEGLI INNOCENTI ora è nel POSTO GIUSTO, un garage così come una grotta, non ha bisogno di altro.
Un albero nudo, senza fogliame, così come i bambini senza più corpo, vuole essere un simbolo per ricordare tutti i minori che, a causa dei conflitti bellici e umanitari, hanno perso la gioia, i sogni e la vita. I giocattoli rotti e i vestitini laceri che lo adornano rappresentano non solo le infanzie spezzate e ciò che ne rimane, ma anche la vulnerabilità dei più piccoli e la nostra incapacità di difenderli e tutelarli.
Ogni ornamento è un richiamo alle nostre coscienze, in questi giorni in cui rinasce il Bambino per eccellenza; per non dimenticare le infanzie violate in queste ricorrenze in cui si celebra l’amore; è un invito a rivolgere un pensiero, una carezza a queste piccole vittime senza colpa per restituire loro la dignità e a impegnarci per un futuro in cui ogni bambino possa crescere in pace e sicurezza.
L’albero invita alla pausa di riflessione riguardo alla nostra responsabilità collettiva e all’incapacità di proteggere e garantire i diritti dei bambini in tutto il mondo. Che il nostro impegno possa portare luce e speranza a coloro che vivono in situazioni di conflitto, affinché sia restituita la gioia e la serenità che ogni bambino merita.
La situazione riguardante il conflitto israelo-palestinese è estremamente complessa e tragica, soprattutto per quanto riguarda l’impatto sui minori. Numerosi rapporti di organizzazioni internazionali, come UNICEF e Save the Children, hanno documentato il numero di bambini uccisi e feriti durante le varie fasi del conflitto.
Ad oggi sono stati uccisi circa 15.000 bambini, 25.000 rimasti orfani e migliaia sono quelli dispersi o fatti prigionieri.
La situazione continua a essere allarmante. I bambini palestinesi ancora vivi affrontano rischi significativi, inclusi attacchi diretti, sfollamento, trauma psicologico e mancanza di accesso a servizi essenziali come istruzione e assistenza sanitaria. Anche i bambini israeliani vivono sotto la minaccia di razzi e attacchi, con conseguenze psicologiche e fisiche.
Le organizzazioni internazionali continuano a sollecitare entrambe le parti a proteggere i diritti dei bambini e a garantire che siano tutelati durante i conflitti. Gli appelli cadono nel vuoto.
Si avvicina il Natale e la nascita di Gesù rappresenta un momento di grande significato spirituale e simbolico, un evento che incarna il messaggio dell’amore, della speranza e della redenzione dell’umanità in attesa di una luce che possa illuminare le tenebre dell’esistenza.
Gesù, profeta dell’amore, invita a praticare la compassione, la tolleranza e il perdono, proponendo un modello di vita che si oppone alla violenza e all’ingiustizia.
Tuttavia, in netto contrasto con questo messaggio di pace e amore, la realtà contemporanea si confronta con un’umanità che quotidianamente perpetua atti di violenza e crimini orrendi di varia natura, in particolare nei confronti dei più vulnerabili: i bambini. Ogni giorno, migliaia di bambini nel mondo sono vittime di abusi, sfruttamento, guerre e povertà. La cronaca è costellata di notizie di violenza domestica, sfruttamento sessuale e pedofilia, traffico di minori, espianto di organi e conflitti armati, reclute di bimbi soldato e spose bambine che privano i bambini della loro innocenza e della possibilità di crescere in un ambiente sicuro e protetto. Questo contrasto tra la nascita di Gesù e la sofferenza quotidiana dei bambini ci interroga profondamente. Da una parte abbiamo un messaggio di amore universale e dall’altra una realtà segnata da violenza e indifferenza.
L’ALBERO DEGLI INNOCENTI
è un richiamo alla responsabilità di ciascuno di noi: come possiamo onorare il messaggio di Gesù se non ci impegniamo attivamente per proteggere i più deboli? La nascita del Cristo ci invita a riflettere su come possiamo trasformare questa realtà, promuovendo una cultura di pace e amore, prendendo posizione contro ogni forma di violenza e diventando custodi dei diritti dei bambini; è un invito a costruire un mondo migliore, dove l’amore possa prevalere sulla violenza e l’umanità possa finalmente riconoscere e proteggere il valore sacro di ogni vita, specialmente quella dei bambini.
Eloì, Eloì, lammà sabactanì?
Ringrazio Amelia Fratello per l’aiuto e il supporto
Maria Teresa Infante La Marca
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