“No ai pannelli fotovoltaici lungo le strade del Trentino”, Italia Nostra: “Ennesima aggressione al territorio. Il paesaggio non è una quinta scenica”

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TRENTO. Un’ennesima aggressione al territorio e il rischio è di ridurre le viste panoramiche. Da Italia Nostra arriva il “No” ai pannelli fotovoltaici lungo le strade del Trentino. 

 

Negli scorsi giorni c’è stato il via libera della Provincia alla delibera dell’assessore Mattia Gottardi per agevolare la diffusione degli impianti a pannelli solari e fotovoltaici. Il documento prevede la possibilità di una loro localizzazione a terra anche nelle fasce di rispetto stradale (Qui articolo).

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Oltre alle aree industriali, artigianali, terziarie, produttive, estrattive, per servizi infrastrutturali, siti da bonificare e discariche, ci sono anche aree di servizio per la mobilità, strade esistenti o da potenziare e aree a parcheggio ma la co-vigente norma relativa alle distanze di rispetto dalle strade vieta l’installazione dei pannelli in prossimità dei percorsi viari.

 

Il nuovo decreto sancisce invece la possibilità di stendere lunghe fasce di pannelli lungo i bordi di tutte le strade, perfino all’interno dei centri abitati.

 

“Il Trentino – interviene Italia Nostra – rischia così di ridurre tutte le viste panoramiche, fino a ora apprezzabili anche percorrendo la sua estesa viabilità, sottolineate da una striscia nera rilucente di pannelli, installati in posizione inclinata, con un’altezza fino a 2 metri e distanti dai 3 ai 7,5 metri dal limite dell’asfalto”.

 

Per l’associazione “si tratta di un’ennesima aggressione al territorio, intentata in modo cieco e irrispettoso, con l’unica finalità dell’incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili, in un contesto ambientale caratterizzato da una pluralità di componenti, che richiede un’ottica di valutazione ampia e consapevole, dove la prima necessità è quella di analizzare i diversi fattori ambientali e paesaggistici interessati e di darne riscontro in ordine di priorità”.

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E’ bene, per Italia Nostra, tendere al massimo incremento di energia da fonti rinnovabili, “ma questa complessa materia va disciplinata con una normativa che tenga conto di tutti gli aspetti che vengono coinvolti e che sappia assicurare il corretto inserimento degli impianti nel contesto paesaggistico e ambientale”.

 

L’associazione ricorda che il valore del paesaggio è riconosciuto in primis dalla Costituzione, che all’articolo 9 garantisce, assieme al patrimonio storico e artistico della Nazione, la tutela e dichiara, mediante la collocazione tra i primi 12 articoli contenenti i princìpi fondamentali ispiratori della vita della Repubblica, la preminenza rispetto a qualsiasi altro aspetto (economico, tecnologico e così via).

 

“Il paesaggio non è una ‘quinta scenica’, non è un fondale su cui proiettare la vita dell’uomo, ma è parte integrante del suo vivere, un luogo prossimo, un valore che assicura la qualità ambientale e vitale. E’ un bene prezioso, un bene comune, che si è formato con la sedimentazione sui territori naturali dei segni lasciati dalle varie culture e che va tutelato nell’interesse di tutti i cittadini e dell’intera società. Il paesaggio è tra le principali risorse, innanzitutto sostanziali e culturali ma anche economiche, dei nostri territori. Non può essere messo in secondo piano rispetto a qualsiasi altra esigenza gestionale, non può venire depauperato per ogni necessità funzionale. Va invece rispettato e valorizzato, anche in una aggiornata visione di sviluppo ecosostenibile che valuti tutte le possibili componenti (economia, industria, agricoltura, cultura, ambiente e paesaggio)”.

 

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I pannelli fotovoltaici “costituiscono una delle soluzioni più diffuse per la fornitura di energia rinnovabile, ma la loro installazione può e deve avere regole che salvaguardino il territorio. Urge mettere fine a un’invasione insostenibile del paesaggio, che in ogni regione d’Italia è unico, conforma l’identità territoriale dei cittadini e costituisce un’immensa ricchezza. L’appoggio a terra dei pannelli è da evitare per diversi motivi, tra i quali anche quello del rispetto del suolo, inteso come porzione superficiale del nostro pianeta, costituito da uno spessore di 30-40 centimetri di terra vegetale che è il laboratorio della biodiversità, il sistema vitale della terra, in grado di riprodurre la vita dell’ecosistema”.

 

In ogni contesto abitato, conclude Italia Nostra, esiste a tutt’oggi “un cospicuo patrimonio di edifici a funzione industriale, artigianale e terziaria, con estese superfici di copertura che ben si prestano ad accogliere tali strutture. Utilizziamo quelle. Dagli amministratori pubblici ci aspettiamo azioni in tal senso, nuove indicazioni e incentivi per uno sviluppo delle fonti rinnovabili che non produca sfregio al territorio. Il futuro dei pannelli fotovoltaici deve essere sui tetti“.





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