Pensioni 2025, in arrivo aumenti, nuovi metodi di calcolo, nuovi requisiti e vantaggi per le donne: ecco tutte le novità

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Scopri cosa cambia per le pensioni dal 2025: aumenti, nuove regole di calcolo e flessibilità nelle uscite

Dal 1° gennaio 2025 avremo diverse novità riguardanti le pensioni. Se, da un lato, ci sono degli aumenti in arrivo per gli importi delle pensioni, dall’altro le nuove regole di calcolo porteranno a un importo inferiore per chi andrà in pensione nel 2025 rispetto a chi è andato in pensione nel 2024. Tuttavia, esistono delle misure di flessibilità per continuare a supportare le persone che vogliono anticipare l’uscita dal lavoro, in particolare le donne e chi ha particolari esigenze.

Inoltre, recenti sentenze della Corte di Cassazione potrebbero portare a un allentamento dei requisiti di accesso alla pensione anticipata, sebbene sia ancora necessario attendere una risposta ufficiale dall’INPS.

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Tutti questi cambiamenti, combinati con l’aumento degli importi pensionistici, renderanno il sistema pensionistico del 2025 un po’ diverso, ma anche più vantaggioso per alcune categorie di lavoratori.

Le nuove regole di calcolo delle pensioni a partire dal 2025

Il primo cambiamento che interesserà le pensioni riguarda il calcolo degli assegni. Dal 1° gennaio 2025, infatti, verranno applicate nuove regole per determinare l’importo delle pensioni per coloro che rientrano nel sistema contributivo, cioè per chi ha iniziato a versare i contributi dal 1° gennaio 1996.

A partire dal 2025, il coefficiente di trasformazione per il calcolo dell’assegno sarà più basso rispetto a quello utilizzato nell’ultimo biennio. Questo significa che, a parità di contributi versati, chi andrà in pensione nel 2025 riceverà un importo inferiore rispetto chi ci è andato nel 2024.

Tuttavia, chi andrà in pensione nel 2025 potrà beneficiare di una rivalutazione più favorevole dei contributi versati durante la propria attività lavorativa. Infatti, il tasso di capitalizzazione (la rivalutazione dei contributi) per i pensionati del 2025 è stato fissato al 3,662%, più vantaggioso rispetto ai tassi di rivalutazione degli anni precedenti, e di conseguenza permetterà di incrementare l’importo finale della pensione.

Cosa cambia per accedere alla pensione nel 2025

Per quanto riguarda l’accesso alla pensione, la riforma Fornero – che stabilisce i requisiti per la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata – non subisce modifiche. Quindi, nel 2025, sarà possibile andare in pensione con i seguenti requisiti:

  • pensione di vecchiaia: 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi;
  • pensione anticipata: 42 anni e 10 mesi di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica.

Oltre a queste regole di base, sono confermate anche le misure di flessibilità già in vigore, come:

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  • Quota 103, che permette di andare in pensione con 62 anni di età e almeno 41 anni di contributi;
  • Ape Sociale, che consente a determinate categorie di lavoratori di andare in pensione anticipatamente a 63 anni con 30 anni di contributi, se in possesso di requisiti specifici (disoccupazione, invalidità, assistenza a familiari, etc.);
  • Opzione Donna, che permette alle donne di andare in pensione anticipata con 58 anni di età (59 se lavoratrici autonome) e almeno 35 anni di contributi.

Tutti questi strumenti sono stati confermati per il 2025, senza modifiche significative. Tuttavia, ci sono alcune novità che riguardano principalmente le donne e le possibilità di andare in pensione anticipata.

Le novità per le donne e per chi vuole andare in pensione anticipatamente

Dal 2025, ci saranno alcune modifiche vantaggiose per le donne e per coloro che intendono anticipare la pensione. In particolare:

  • per le donne con figli, il Governo ha introdotto un’ulteriore agevolazione per la pensione di vecchiaia e anticipata. Attualmente, le donne beneficiano di uno sconto di 4 mesi per ogni figlio, con un massimo di 12 mesi. Dal prossimo anno, questo sconto massimo sarà aumentato a 16 mesi per le donne con almeno 4 figli. Ad esempio, una donna con 4 figli potrà anticipare la pensione di 16 mesi rispetto ai requisiti normali;
  • possibilità di considerare anche la rendita del fondo pensione per raggiungere la soglia di pensione anticipata contributiva. Per andare in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi, è richiesto che il montante accumulato sia almeno pari a tre volte l’assegno sociale. Tuttavia, per le donne con uno o due figli, questo valore può essere ridotto, rispettivamente, a 2,8 volte o 2,6 volte.

Le novità dalla giurisprudenza: sentenze importanti

Ci sono poi due sentenze della Corte di Cassazione che potrebbero modificare le condizioni per accedere alla pensione anticipata, ovvero:
  • sentenza n. 24916 del 2024: ha stabilito che, per poter accedere alla pensione anticipata, non è necessario avere 35 anni di contributi effettivi. In pratica, vengono riconosciuti più contributi figurativi, ovvero quelli versati anche in periodi di malattia, disoccupazione o altre condizioni di non lavoro, aumentando quindi la possibilità di accedere alla pensione anticipata;
  • sentenza n. 24950 del 17 settembre 2024: ha stabilito che, nel caso dei disoccupati, l’Ape Sociale può essere richiesta anche senza aver prima beneficiato dell’indennità di disoccupazione, come invece previsto inizialmente.

Queste sentenze potrebbero influire sulle future decisioni dell’INPS, che potrebbe adattarsi a queste nuove interpretazioni, ma ancora non ci sono risposte ufficiali.

Aumenti delle pensioni: cosa cambia dal 1° Gennaio 2025

Un’altra novità importante riguarda l’incremento degli importi delle pensioni. A partire dal 2025, infatti, le pensioni subiranno una rivalutazione dello 0,8%, come previsto dalle regole di aggiornamento dell’assegno, secondo la legge n. 448 del 1998. Questo incremento avverrà dopo due anni di stop e riguarderà tutte le pensioni, comprese quelle già in essere.

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Per fare un esempio, se una persona riceve una pensione mensile di 800 euro nel 2024, nel 2025 vedrà l’importo salire di 6,40 euro, portando la pensione a 806,40 euro. La pensione minima, invece, passerà da 598,61 euro a 603,39 euro, con una rivalutazione straordinaria che la farà salire ulteriormente a 616,67 euro grazie al tasso di aggiornamento straordinario, che scenderà dal 2,7% al 2,2%.



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