La ricerca, valore assoluto ed esercizio di libertà
Un modello italiano per la sicurezza
Il gruppo di lavoro del MUR, coordinato dal Rettore del Politecnico, ha presentato un modello italiano per la sicurezza. Linee guide e riferimenti sul portale: www.sicurezzaricerca.mur.gov.it. Le date: 2025, sperimentazione nuove procedure e linee guida; 2026, sistema nazionale della sicurezza della ricerca pienamente operativo
Bari, 20 dicembre 2024 – La ricerca è un valore assoluto, un ponte tra civiltà per far progredire la conoscenza dell’uomo. La ricerca è anche un esercizio di libertà, tutelato dalla Costituzione (art. 33). Aperta, eticamente valutabile, è sinonimo di trasparenza; dunque, di controllo e verifica. I dati, le informazioni che la compongono, sono la “materia prima” da cui estrarre valore. Prossimamente l’ANVUR, L’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, sottoporrà a valutazione ben 200 mila prodotti scientifici! Il loro valore dovrà trovare un bilanciamento, un equilibrio, nel dualismo, ricerca-sicurezza, così nell’ordine, per importanza.
Ma quali sono le misure di sicurezza adottate in Italia? E quali le soluzioni di protezione? Al tema è stata dedicata la Conferenza Nazionale su “Sicurezza e Integrità della Ricerca” il 4 dicembre scorso e il quarto ed ultimo side event targato “G7 Scienza e tecnologia”, dedicato allo stesso tema, il giorno successivo, 5 dicembre. Entrambi si sono svolti nell’aula magna “Attilio Alto” del Poliba.
Gli eventi sono stati organizzati dal MUR, con la partecipazione della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), della CoPER (Consulta dei Presidenti degli Enti pubblici di Ricerca), dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca), dell’ACN (Agenzia per la Cibersicurezza Nazionale), con l’importante collaborazione del Poliba.
Aperta al pubblico, la Conferenza nazionale ha rappresentato momento di confronto e approfondimento in vista dell’applicazione della Direttiva europea NIS 2 in tema di cyber-sicurezza. Dati, necessità, proposte sono stati indirizzati nell’obbiettivo finale di individuare un ‘modello italiano’ per la sicurezza e l’integrità della ricerca. Prestigiosi i relatori italiani intervenuti. In Italia – è stato detto – non esistono sistemi di sicurezza strutturati a protezione della ricerca scientifica. Sono pertanto necessarie cautele, anche minimali, da introdurre assieme ad una strategia condivisa. Necessità che in questo contesto temporale mondiale tribolato si evincono e diventano quanto mai urgenti: le guerre, la competizione economica, infatti, rappresentano serie minacce per appropriazioni e uso distorto della ricerca. E allora, come possiamo continuare a fare una ricerca libera e sicura?
La creazione di un sistema nazionale di sicurezza della ricerca, per mitigare i rischi di interferenze straniere; proteggere il valore della conoscenza creato dai ricercatori di enti e università italiane, sono priorità del Ministero dell’Università e della Ricerca della Ministra, Bernini. Inoltre, un sistema adeguato, capace di attenuare le minacce di interventi stranieri potenzialmente dannosi, oltre ad essere richiesto dall’Unione europea e promosso dal G7, è essenziale per garantire l’accesso dei ricercatori a collaborazioni internazionali in un contesto geopolitico dove i fattori di affidabilità stanno assumendo una crescente importanza. A queste premesse si rifanno le raccomandazioni del Consiglio dell’Ue del 23 maggio 2024 e, conseguenzialmente, su richiesta della Ministra, la creazione di un gruppo di lavoro ristretto di esperti (luglio 2024) in capo al Mur con il compito di sviluppare linee guida, procedure e strumenti per migliorare la sicurezza della ricerca in Italia.
Il Gruppo di Lavoro MUR. Il Rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino, coordinatore del Gruppo di lavoro ministeriale sulla sicurezza della ricerca, in collaborazione con i componenti: Fulvio Esposito, Anna Zeppieri, Michele Mazzola, Paolo Valente, Alessandro Mei, Fabrizio Barberis, Melissa Valentino, ha presentato, in occasione della Conferenza Nazionale di Bari, il percorso realizzato dal suo Gruppo insediatosi lo scorso luglio 2024. Si è partiti dalla erogazione di un questionario (settembre 2024) ad università ed enti di ricerca per raccogliere dati e feedback sulle attuali pratiche di sicurezza e sulle esigenze future. Le risposte hanno aiutato alla formulazione di apposite strategie. Sono seguiti workshop tecnici a Genova e Roma (ottobre 2024) per la discussione dei dati raccolti e l’approfondimento per approdare infine, all’evento di Bari (dicembre 2024). Nell’occasione il coordinatore del Gruppo, Francesco Cupertino, ha presentato i progressi compiuti: dalle linee guida per i ricercatori formulate ai moduli formativi, alle altre risorse utili. Tali contenuti troveranno spazio sul portale: www.sicurezzaricerca.mur.gov.it.
“Questo portale, creato in collaborazione con Cineca – ha detto Cupertino – rappresenta una vera e propria ‘cassetta degli attrezzi? a disposizione di università ed enti di ricerca”. Il modello nazionale proposto prevede che i responsabili di progetti e attività di ricerca compilino una scheda di autovalutazione nella quale andranno ad inserire i livelli di rischio avvertiti lungo tre filoni: natura della ricerca (a partire dai 10 settori identificati dalla UE), provenienza di eventuali fondi esterni (pubblici e privati), partnership con enti esterni (pubblici e privati). Ciò permetterà una valutazione delle criticità su cui intervenire.
“Nel primo semestre del 2025 – continua il rettore del Poliba – avvieremo la fase di sperimentazione delle nuove procedure e linee guida. Questa fase coinvolgerà inizialmente un numero limitato di università ed enti di ricerca, permettendo di testare e affiancare le misure proposte. Nel secondo semestre 2025, sarà avviato il servizio nazionale per la sicurezza della ricerca. Entro il 2026, l’iniziativa sarà pienamente operativa per tutto il sistema italiano della ricerca con l’obiettivo di garantire a tutte le istituzioni di ricerca nuove misure di sicurezza”.
La Conferenza si è conclusa con i collegamenti online della Ministra, dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha incoraggiato e apprezzato il lavoro di Cupertino e del gruppo di lavoro e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega alla sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano.
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