Politica Frosinone – Le 7 vite di Riccardo e le figuracce di Max – Tu News 24

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In due anni e mezzo, dunque l’esatta prima metà del suo mandato, hanno provato più volte a detronizzarlo, ma lui, Riccardo Mastrangeli, continua per la sua strada, pensando poco alla politica e molto al suo programma amministrativo per la città di Frosinone, che porta avanti con fermezza e vigore, dimostrando di non avere alcuna intenzione di cambiare idea sulla propria visione del capoluogo o della squadra di assessori di cui si è circondato per portare avanti il programma presentato agli elettori che alle urne hanno deciso di dargli fiducia con il 55.32% delle preferenze.

Su tutto questo il sindaco di Frosinone è deciso, tanto che in questi ultimi giorni, a microfoni spenti, ha commentato le vicende politiche della città spiegando che, se si dovesse tornare al voto a causa di tutti questi cambi di equilibri e richieste che provengono da ogni parte, lo farà con serenità, dunque non è pronto a cambiare gli assetti grazie ai quali il capoluogo in pochi mesi ha potuto beneficiare di una nuova piazza Turriziani come importante punto di aggregazione, di un rinnovato Teatro Vittoria che ha riaperto i battenti dopo decine di anni, di impattanti iniziative a favore dell’ambiente in un territorio purtroppo molto inquinata e di tutto ciò che è in cantiere e che, giorno dopo giorno, verrà restituito alla città. A partire dai Piloni per i quali a breve ci sarà la riapertura, per arrivare al secondo ascensore inclinato o al teatro Nestor, passando per il nuovo Parco De La Fontaine (o quello del fiume cosa in progetto), per i vari nuovi parcheggi anche a servizio una stazione ferroviaria che verrà completamente rinnovata (è stato avviato poche settimane fa il cantiere), oppure per un largo De Matthaeis sempre intasato dal traffico, per il quale, è notizia di questi giorni, sono arrivati i fondi per l’inizio dei lavori e la risoluzione delle problematiche: elencare tutte le opere alle quali si è messo mano sarebbe veramente troppo lungo.

E proprio grazie alla concretezza di queste opere e di tutte le altre contenute nel programma amministrativo, che Mastrangeli in questi mesi ha ricevuto l’appoggio in Consiglio di esponenti di spicco come l’ex sindaco Domenico Marzi o come il consigliere Turriziani della lista dell’altro ex sindaco Michele Marini o di Gianfranco Pizzutelli tramite il consigliere Caparrelli. Tutti hanno voluto spiegare il disastro che potrebbe crearsi se venisse stoppata questa amministrazione ‘del fare’, in quanto non solo tutti questi cantieri si bloccherebbero, ma anche i molti fondi del Pnrr ora a disposizione tornerebbero indietro, in quanto i tempi dettati dall’Europa per le varie procedure burocratiche non potrebbero più essere rispettati.

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E ieri sera in Consiglio comunale, per l’ennesima volta, tutte queste ragioni sono venute fuori prepotentemente, nonostante gli ennesimi bastoni tra le ruote messi da qualcuno che mira alla poltrona da sindaco (direttamente o indirettamente) e che dall’esterno muove pedine come in una partita a scacchi.

Dopo le varie vicissitudini passate, in questi giorni è stata la volta del presidente del Consiglio Massimiliano Tagliaferri a decidere di mettersi di traverso. Dopo aver atteso che i numeri per Mastrangeli si assottigliassero e che, dunque, anche un voto in Consiglio sarebbe potuto essere decisivo, ha stabilito di distaccarsi dall’attuale maggioranza con una lite su questioni che riguardano le luminarie natalizie (probabilmente finta) per poi provare a far tremare l’amministrazione con una minaccia di dimissioni e dunque anche di voti contrari. Sulla stampa aveva dichiarato: “O paga chi ha sbagliato oppure il sottoscritto è pronto, senza tentennamenti, a togliere il disturbo. Poi succeda quel che deve succedere”. Il sindaco non ha compiuto alcuna azione contraria alla sua Giunta richiesta dall’alatrese Max, dunque se fosse un uomo di parola ora dovrebbe decidere di alzarsi dalla poltrona e dimettersi, come ha dichiarato pochi giorni fa. Lo farà? Ad oggi ancora no. Staremo a vedere…

Anche perché nel frattempo non ha neppure cambiato la sua linea. Per quanto riguarda il Consiglio comunale fissato per ieri alle 19.30, infatti, ha dapprima deciso per la prima convocazione, con la quale c’è bisogno di un maggiore numero di voti per approvare i punti; dunque in serata è arrivato a palazzo Munari stazionando all’esterno fino alle 20.00 per controllare se ci fossero i numeri, dato che per dare luogo alla seduta occorrevano la maggioranza dei consiglieri presenti, dunque almeno 17 su 33; quindi, solo dopo aver accertato che in 17 fossero seduti ai propri banchi ha deciso di fare il suo ingresso, visto che con la sua assenza non sarebbe cambiato niente e il Consiglio si sarebbe comunque svolto con il suo vice Ferrara, presente anche lui. Ancora non contento, ha deciso di astenersi dalla votazione di quasi tutti gli argomenti all’ordine del giorno, non producendo però gli effetti sperati visto che, alla fine, i 13 punti sono passati tutti grazie al voto a maggioranza comunque raggiunto.

Tagliaferri ha votato in maniera favorevole solamente le delibere riguardanti l’Area Vasta, dunque quelle che prevedono una sorta di accorpamento del capoluogo con i Comuni dell’hinterland per intercettare fondi europei che altrimenti non potrebbero essere richiesti dalla sola Frosinone, visto che è al di sotto dei 50mila abitanti. Un argomento da sempre vicino al Centrosinistra ed in particolare al Pd, quello della ‘città intercomunale’: in molti leggono questo come la firma di Francesco De Angelis all’ultima operazione fatta, per tramite del presidente del Consiglio, per tentare di mettere in ginocchio Mastrangeli. Da settimane, infatti, si mormora di un avvicinamento di Max a Forza Italia; e degli azzurri, a propria volta, all’ex presidente del Consorzio industriale. Anche ieri, infatti, un gruppetto di FI, dopo aver deciso di non entrare in Consiglio ha deciso di spostarsi presso il vicino bar Tucci, dunque di certo non in un locale appartato, proprio in compagnia di Francesco De Angelis. Che, da quanto si mormora sempre più insistentemente, dopo la sua ‘caduta’ dal Consorzio mirerebbe alla poltrona di primo cittadino di Frosinone.

Dopo il Consiglio di ieri, prima di Natale avrà senz’altro luogo una riunione di Maggioranza, richiesta a gran voce un po’ da tutti, poiché lavorare con la spada di Damocle che pende sulla testa rende le cose ancor più difficili. Bisognerà senz’altro affrontare, oltre ad altri argomenti, la situazione Tagliaferri, scheggia impazzita al quale, ‘a orologeria’, piace ora in un modo e ora in un altro mettere in difficoltà oppure presiedere il Consiglio con modalità poco condivisibili e, decisamente contestabili e sicuramente mancando di rispetto e di modi in continuazione (LEGGI: “Il sindaco non sa né leggere né scrivere”: ‘fuorionda’ shock in Consiglio comunale. Ecco il video cancellato).

Proprio per i suoi atteggiamenti e attacchi dallo scranno più alto, quello sul quale dovrebbe sedere un garante super partes, già in passato Tagliaferri è stato ad un passo dall’essere sfiduciato dalla maggioranza dei consiglieri (LEGGI: La faccia tosta del presidente del Consiglio, ormai vicino alla cacciata). ‘Preso per i capelli’ da Nicola Ottaviani, visto che fa parte del suo gruppo, è stato salvato e lasciato al suo posto. Dimostrando però, a questo punto, di non essere meritevole di fiducia. E probabilmente questa volta anche l’ex sindaco deciderà, a ragione, di non essere un ostacolo per la volontà del Consiglio: non può di certo mettere a repentaglio le sorti della sua città e dell’Amministrazione Mastrangeli, che da sempre viaggia in continuità con quella Ottaviani, per l’ennesimo incauto salvataggio dell’alatrese Max.

Faber est suae quisque fortunae…





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