Report, in onda domenica 22 dicembre alle 20.30 su Rai 3, comincia con “La grande trasformazione”, su opportunità e rischi dell’AI. L’intelligenza artificiale è diventata accessibile non solo alle grandi aziende tecnologiche, ma anche alle persone comuni. Promette e sta dimostrando di accelerare la produttività industriale creando quindi una maggiore produzione di valore e sta contribuendo a progressi significativi nella sanità e nella ricerca scientifica. Che cosa occorre perché questa trasformazione diventi una opportunità sociale ed economica? verranno mostrati vari casi di studio e i giornalisti stessi diverranno caso di studio: porteranno in Africa un ecografo che, grazie all’intelligenza artificiale con cui è equipaggiato, abilita anche persone non esperte a effettuare ecografie i cui file possono essere inviati in telemedicina ai centri medici. Un test in condizioni estreme per provare gli effetti abilitanti dell’intelligenza artificiale.
In “Top of the wines” si scandaglia il mondo del vino. La Toscana è l’area d’Italia da cui provengono alcuni dei vini più famosi: Bolgheri, Chianti Classico, Supertuscan. Sono marchi che hanno conquistato il mondo e arrivano a costare diverse migliaia di euro a bottiglia. Chi decide di spendere così tanto per un vino, sa che sta comprando un prodotto esclusivo, la cui produzione pregiata è resa unica dalle caratteristiche irripetibili del terreno, del clima e dell’esposizione dei vigneti dove crescono le uve e dalla sapienza decennale di chi seleziona i grappoli migliori e li fa diventare vino. Questo è quanto trasmettono ai consumatori la pubblicità, le schede tecniche e le etichette dei vini più blasonati. Grazie a una serie di documenti esclusivi, Report svela una realtà ben diversa da quella raccontata da cantine ed enologi. Alcuni nomi del vino toscano acquistano ogni anno enormi partite da commercianti di vino che, a loro volta, acquistano vino sfuso attraverso mediatori e grossisti. Il vino viene migliorato con correttivi che vanno a incidere su colore, gradazione e sapore e poi venduto ai grandissimi marchi che, così, riescono a garantirsi la materia prima per produrre il numero di bottiglie che il mercato richiede loro. Si tratterebbe di vino che, a volte, proviene anche da fuori regione e che poi, con l’aiuto di carte e documenti ad hoc, come rivelano alcuni testimoni, verrebbe trasformato in vino toscano, Chianti o Chianti Classico.
Il futuro di Giovanni Malagò ormai è diventato un tormentone: il n.1 dello sport italiano, arrivato al termine del terzo mandato previsto dalla legge, a giugno 2025 dovrà lasciare il Comitato olimpico, ma da mesi sta cercando di ottenere una deroga dalla politica. Ma come ha gestito negli ultimi 12 anni il Coni, un ente pubblico? In “La poltrona di Malagò”, attraverso storie e testimonianze inedite, Report racconta come Malagò ha costruito il suo sistema di potere e di consenso, attraverso una fitta rete di rapporti personali che si intrecciano con quelli istituzionali, sfiorando spesso il conflitto di interesse. L’inchiesta proverà a rispondere alla domanda che tutti, compreso il governo Meloni, si pongono in questi giorni: merita davvero la riconferma alla guida dello sport italiano?
“La diga della vergogna”: la Basilicata è una regione ricca di sorgenti, ma in 29 comuni della provincia di Potenza si vive da mesi con l’acqua razionata.
La diga da cui si attinge la maggior parte della risorsa idrica è a secco e le piogge utili a rifornirla si sono fatte attendere per mesi. Costruita negli anni ‘60, la diga del Camastra non è stata collaudata, quasi dimenticata per le opere di manutenzione di cui era responsabile un ente soppresso e posto in liquidazione da anni. A causa dei ritardi negli interventi di messa in sicurezza dell’invaso, la Direzione dighe del Ministero delle Infrastrutture ha imposto una riduzione dell’acqua accumulabile al suo interno. Per questo motivo, da 5 anni, nei periodi in cui le piogge sono abbondanti, l’acqua accumulata all’interno della diga se supera il limite imposto dev’essere rilasciata.
Nonostante il territorio di Potenza sia ricco di acqua, registra anche un record nazionale per le perdite lungo le condutture di distribuzione. E intanto per sopperire all’emergenza idrica si è ricorsi alla captazione del fiume Basento, il più lungo della regione, ma la scelta è osteggiata dalla popolazione lucana a causa dell’inquinamento registrato nel suo passato.
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