approvato piano di razionalizzazione della Multiservizi

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BRINDISI – L’opposizione boccia senza mezzi termini il progetto del piano di risanamento della Multiservizi. Con interventi più tempestivi, si sarebbe evitato il ricorso ai contratti di solidarietà, con conseguente (temporanea) riduzione degli stipendi dei dipendenti. Questa la principale critica rivolta all’amministrazione comunale, durante il consiglio comunale che si è svolto stamattina (lunedì 23 dicembre). Nell’aula Caiati di Palazzo di città è approdato il piano di razionalizzazione delle società partecipate del Comune di Brindisi, approvato con 20 voti favorevoli, 10 contrari e un astenuto. Il piano di risanamento della Bms non rientrava fra gli argomenti all’ordine del giorno, ma, come nelle previsioni, ha catalizzato la discussione. Il documento è stato consegnato venerdì scorso ai consiglieri comunali. Al suo interno vi sono le proposte dell’amministratore unico della partecipata, l’avvocato Rossana Palladino, per risollevare le sorti della società in house del Comune di Brindisi, gravata da un passivo di circa 6 milioni di euro. 

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Il comunicato dei lavoratori

Decine di lavoratori della partecipata hanno assistito al dibattito. Uno di essi ha consegnato un comunicato a firma dei “Sostenitori delle soluzioni di salvataggio Multiservizi”, sottoscritto (al momento) da 45 dipendenti. I firmatari, in sostanza, appoggiano le soluzioni proposte da Palladino, anche lei presente nell’aula Caiati. “Siamo fiduciosi che le misure messe in campo dal nostro amministratore – si legge nel documento – in uno con il nostro sindaco, consentiranno alla Bms di superare lo stato di crisi al quale è stata condotta proprio da chi, in passato, pur avendo gli strumenti per intervenire ci ha voltato le spalle, ha scelto di lavarsene le mani, così aggravando lo stato di crisi denunciato più volte dalla società”.

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“A nulla contano le estemporanee dichiarazioni dei vecchi Ponzio Pilato che, ancora una volta – scrivono ancora i lavoratori – anziché avere davvero a cuore la continuità aziendale della Bms prospettano soluzioni apocalittiche, che nulla hanno a che vedere con il salvataggio della società”. I lavoratori manifestano “solidarietà” nei confronti delle scelte fatte da chi li rappresenta e confidano nel fatto che il piano di risanamento consentirà di traghettare l’azienda fuori dalla crisi. “Invitiamo piuttosto i detrattori della società – concludono – i cui esponenti si annidano proprio in alcuni meandri del consiglio comunale a sostenerci, a condividere la soluzione adottata, posto che diversamente saranno gli unici responsabili della cessazione di questa società e dei rapporti di lavoro in essere”.

L’attivazione della composizione negoziata

Ma qual è la situazione della partecipata? La manager Palladino, entro il 31 dicembre, dovrà attivare l’istanza per la composizione negoziata della crisi. La procedura sarà seguita dalla commissione preposta presso la Camera di commercio di Bari, che a sua volta dovrebbe nominare un advisor. Infine, estrema sintesi, la palla tornerà al consiglio comunale, per l’approvazione definitiva del piano di risanamento, una volta asseverato dall’advisor.

Palladino: il sindaco esclude incompatibilità

Prima di entrare nel cuore del confronto fra maggioranza e opposizione, un inciso sulla posizione dell’avvocato Palladino. I consiglieri d’opposizione Michelangelo Greco e Pasquale Luperti avevano presentato un’interrogazione su una possibile incompatibilità in cui si ritroverebbe la professionista, per aver assistito il Comune di Brindisi in dei contenziosi giudiziari. Il primo cittadino, a seguito di un procedimento avviato dal segretario generale, ha escluso eventuali incompatibilità, in quanto la consulenza fornita all’ente era stata già completata, prima della designazione. 

Gli attacchi dell’opposizione

Dopo questa premessa, sono partiti gli strali dell’opposizione. Riccardo Rossi (Brindisi Bene Comune) ha ricordato che la Bms, dopo aver chiuso in attivo i bilanci dal 2018 al 2021, nel 2022 ha accumulato una perdita di 600mila euro. Il passivo attuale sarebbe di circa 6 milioni. “Si poteva decidere di ripianare le perdite allora – afferma Rossi – e fare un piano industriale”.  Diego Rachiero (Attiva Brindisi) parla di un “cortocircuito”. Il consigliere spiega che il Comune, stando al progetto di piano di risanamento, dovrebbe ripianare perdite per 4,6 milioni di euro, di cui 3 milioni da stanziare nel 2025. Il piano prevede inoltre un “cospicuo acconto agli inizi 2025”. “L’amministrazione invece dice – dichiara Raciero – che provvederà al ripiano all’esito della composizione negoziale, che può avere una durata di 180 giorni, rinnovabile di 180 giorni”. I tempi, insomma, non collimano.

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Francesco Cannalire (capogruppo del Pd) fa notare un altro aspetto: “Nel piano di risanamento non c’è nessun cenno al contratto di solidarietà”. Il gruppo del Pd si dichiara totalmente contrario rispetto a questa soluzione, “perché penalizzerà solo i lavoratori che percepiscono una miseria”. Il Pd ha inoltre presentato un emendamento, bocciato dalla maggioranza, tramite il quale proponeva la convocazione, ogni quindici giorni, della governance della Bms, in composizione aperta all’amministratore e ai sindacati, “per il monitoraggio, la verifica e il potenziamento, eventuale, degli obiettivi per il rilancio societario, finalizzato a scongiurare l’attivazione del contratto di solidarietà”.

Una questione di tempestività viene sollevata anche da Roberto Fusco (Movimento 5 stelle). “Si è atteso 17 mesi – afferma Fusco – per fare quello che l’imprenditore più rozzo solitamente fa. Prevedo che da Bari avremo notizie che potrebbero falcidiare ancora di più, quantomeno i conti del Comune di Brindisi”.

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Michelangelo Greco (Movimento regione Salento) chiede che “i contratti che l’amministrazione stipulerà con la Bms vengano controllati ogni mese”. “Ancora oggi – afferma Greco – attendiamo riscontri per sapere cosa fanno queste persone, quando si alzano la mattina per andare a lavorare”. Pasquale Luperti (Uguaglianza cittadina) chiede se ci si debba “preoccupare di salvare una società fallita”. “Stiamo perdendo tempo – afferma Luperti – e non stiamo dando la giusta serenità ai lavoratori”.

Sindaco Marchionna

La replica di Marchionna

Tirato più volte in ballo per la mancata copertura della perdita da 600mila euro accumulata nel 2023, il sindaco ha spiegato che quel deficit era già accompagnato, già all’epoca, da indicatori della crisi di impresa. “Non mi sono divertito – afferma Marchionna – a non ripianare quel debito. Quella perdita non poteva essere ripianata”. Il primo cittadino, in particolare, fa riferimento alle disposizioni della “Legge Madia”. Poi arriva il mea culpa. “Abbiamo perso tempo – ammette Marchionna – questo è sicuro. Non è stato fatto, nel 2024, tutto quello che si poteva fare per ripianare le perdite. Ma questo non inficia la strada che abbiamo intrapreso, che è quella più sicura e più conveniente. Obiettivamente, non c’era altra strada”. 

Il sindaco ha incassato il pieno sostegno da parte dei gruppi consiliari del centrodestra. “Stiamo intervenendo sui costi del personale – afferma Mario Borromeo (capogruppo di Fratelli d’Italia) –  con lo scopo di salvare la società e i lavoratori. Siamo convinti di questa scelta. Ci prendiamo le nostre responsabilità. Siamo convinti che possa portare dei benefici”. 

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