Natale, dai gastroenterologi Aigo la dieta pre e post natalizia

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L’impatto della crisi economica globale degli ultimi anni sta modificando anche le abitudini alimentari di molte persone. “Diminuisce il consumo di pesce, olio di oliva e frutta; aumenta quello di carboidrati, alimenti ricchi di sale, snack e prodotti di basso valore nutritivo. Secondo uno studio epidemiologico italiano, nelle regioni a Nord Ovest prevale l’eccessivo consumo di carni di bassa qualità, grassi e carboidrati; mentre al Sud” spicca “la progressiva riduzione del consumo di frutta e verdura e l’aumento di sovrappeso e obesità. A rimetterci è la salute, con un maggior rischio di patologie come diabete, malattie cardiovascolari e neoplasie”. Ecco, dunque, soprattutto nel periodo delle festività natalizie, alcuni consigli a cura degli specialisti di Aigo (Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti digestivi ospedalieri).

 “L’aumento di peso e l’impatto metabolico sfavorevole possono essere prevenuti attraverso strategie alimentari relativamente semplici. Tuttavia, un unico programma alimentare adatto a tutti non esiste, poiché la dieta corretta dipende da una serie di variabili come l’età, il peso di partenza, la tipologia e il livello di attività fisica svolta, lo stile di vita e la presenza di comorbidità. Un principio fondamentale è non risparmiare sulla qualità degli alimenti ma su alcuni costi. Bisogna cambiare il modo di fare la spesa: no all’acquisto d’impulso, sì ad una spesa programmata in anticipo”, sottolinea l’Aigo.

La dieta pre e post-natalizia

 “Lo schema alimentare di base per il periodo precedente le festività è da integrare con porzioni limitate di pane integrale tostato o, in uno dei due pasti principali, di pasta o riso integrale. Gli stessi principi dietetici possono essere adottati nel periodo immediatamente successivo, nel quale si verifica notoriamente un incremento esponenziale nella adozione di piani dietetici improvvisati e scientificamente non controllati o addirittura potenzialmente dannosi”, suggeriscono i gastroenterologi. Principi generali: ridurre al minimo il consumo di alcolici, escludendo del tutto le bibite zuccherate ed aumentando il consumo di acqua ad un minimo giornaliero di almeno 1,5 litri; cercare di includere nell’alimentazione cibi detossificanti come per esempio tè verde, sedano, mela, spinaci. Le fonti proteiche preferibili sono quelle provenienti dal pesce e dalle e carni bianche come pollo e tacchino; adottare tecniche di cottura leggere come quella al forno, al vapore o alla griglia; i grassi non devono essere totalmente eliminati, ma sostituiti con quelli sani come per esempio gli Omega 3, contenuti principalmente nel pesce e nella frutta con guscio.

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 Lo schema dietetico

Colazione: tè verde o caffè poco o non dolcificati, frutta secca (noci, mandorle, anacardi); 1 frutto. Spuntino a metà mattina: yogurt greco o 1 frutto. Pranzo: 1 porzione media di pesce, verdure grigliate o condite con olio Evo. Merenda: olive nere, in alternativa frutti rossi o 30 gr di parmigiano. Cena: petto di pollo alla griglia e insalata condita con olio extravergine di oliva.

“La strategia del digiuno gestito autonomamente come meccanismo per compensare i successivi eccessi alimentari non solo è inefficace – avverte l’Aigo – ma può addirittura risultare dannosa, perché l’eliminazione completa dei pasti rallenta il metabolismo e alimenta un senso di frustrazione che rende difficile limitarsi successivamente di fronte a pietanze ricche e gustose. Più utile e intelligente è adottare una dieta pre-natalizia varia, povera di zuccheri raffinati, ricca di fibre che favoriscono il senso di sazietà. Per lo stesso motivo non è opportuno iniziare un pranzo natalizio totalmente a digiuno ed è preferibile farlo precedere da un piccolo spuntino, ad esempio una porzione di frutta secca o di semi, in grado sia di saziare grazie all’alto contenuto in grassi sani Omega 3, sia di evitare i picchi glicemici”.

 “Un’altra strategia efficace è quella del ‘mindful eating’ – indica Gloria Mumolo, gastroenterologa presso l’Azienda ospedaliero universitaria Pisana e membro dell’Aigo – Durante le festività è maggiore il rischio di alimentarsi in modo automatico, veloce e inconsapevole senza riflettere sulla tipologia degli alimenti che ci vengono presentati. Il mindful eating educa alla consapevolezza e al controllo della quantità e della qualità degli alimenti, nonché a percepire più facilmente il senso di sazietà. Limitare la quantità di ogni singola portata permette di apprezzare la gratificazione di un pasto completo riuscendo ad evitare l’aumento ponderale; più dettagliatamente, chi non è sovrappeso può fare affidamento sulla sola strategia della riduzione delle singole porzioni senza rinunciare a niente, mentre in caso di eccesso ponderale è consigliabile evitare per quanto possibile le pietanze a base di carboidrati e in particolare di zuccheri raffinati. Uno dei principi chiave di questa pratica è la masticazione lenta che contribuisce ad evitare l’introduzione di eccesso di cibo e a limitare l’ingestione di aria riducendo in tal modo l’apporto calorico complessivo di ciascun pasto e il gonfiore postprandiale. Una buona masticazione aiuta anche a favorire i processi digestivi e la funzionalità intestinale”.

 “L’impatto complessivo della dieta natalizia sulla salute non dipende però solo dal cibo. Durante le festività molte delle calorie in eccesso provengono dalle bevande, alcoliche e analcoliche. A tal proposito dovrebbero essere evitate le bibite ricche di zuccheri aggiunti e limitati birra, vino e superalcolici che in eccesso causano alterazioni metaboliche, così come i cibi grassi e/o speziati e il cioccolato. La dose quotidiana di alcolici non dovrebbe superare uno o due bicchieri al massimo”, proseguono gli specialisti.

“D’aiuto alla dieta, il coinvolgimento nella preparazione delle ricette aiuta a ridurre l’appetito per effetto psicologico dovuto alla concentrazione, oltre che alla vista e all’olfatto che generano un senso di sazietà. Infine, un concetto emergente di nutrizione clinica è quello della cronobiologia che esplora le interazioni tra nutrizione, metabolismo e ritmi circadiani. Secondo questa disciplina, sembra essere determinante, oltre al cosa e al quanto mangiamo, il quando. Un periodo di digiuno quotidiano di 16 ore risulterebbe protettivo verso obesità, malattie cardiovascolari e metaboliche. E la finestra temporale ottimale per la risposta metabolica ai nutrienti riguarderebbe maggiormente la prima parte della giornata rispetto alle ore più tardive”, prosegue l’Aigo.

 “Molto utile è associare a pasti sani l’esercizio fisico. È sufficiente trascorrere qualche ora all’aria aperta, svolgendo attività ad intensità moderata come la camminata veloce o la passeggiata in bicicletta. Al contrario, stendersi dopo un abbondante pasto natalizio è assolutamente da evitare poiché la posizione rallenta i processi digestivi e favorisce il reflusso gastro-esofageo”, concludono i gastroenterologi.

 

 

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Fonte: https://www.doctor33.it/articolo/63163/natale-dai-gastroenterologi-aigo-la-dieta-pre-e-post-natalizia

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