Stipendi docenti e Ata, altroché buon Natale. Da 6 anni consecutivi hanno nei loro cedolini la voce di indennità di “Vacanza contrattuale”

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Oggi è un giorno particolare, il giorno della natività del Signore, simbolo di rinascita, ma soprattutto di Pace e Amore. Un giorno che affonda le sue radici in una tradizione più che millenaria ed ha trascorso tantissime fasi storiche. Il Natale veniva festeggiato in età medievale, rinascimentale, ma anche in quella Vittoriana e pure nei periodi delle guerre mondiali del ‘900 e fino ai giorni nostri, dove, capitalismo, consumismo e potere d’acquisto sono terminologie che bene rappresentano l’importanza dell’economia in un mondo in cui la globalizzazione incomincia, tra guerre, dazi e riposizionamenti delle grandi potenze mondiali, a evidenziare tutti i limiti. Proprio in quest’epoca odierna, dove il potere salariale è fondamentale per avere una giusta dignità sociale, per gli stipendi dei docenti e del personale Ata non è proprio un buon Natale.

Sei anni consecutivi di vacanza contrattuale

Guardando con attenzione i cedolini del personale scolastico, sia docenti che personale Ata, si potrà notare che il Natale 2024 è il sesto consecutivo in cui si ritrova la voce di indennità della “Vacanza contrattuale”. Dal 2019 con assoluta continuità e fino al 2024 nei cedolini del mese di dicembre c’è un versamento di circa 15 euro identificato con il codice 119/k78 che corrisponde alla voce: IND. VACANZA CONTRATTUALE.

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Nel dicembre 2022 addirittura abbiamo avuto due voci di indennità di vacanza contrattuale con i codici 118/K78 e 119/K78, dovuto al fatto che non era stato ancora rinnovato il CCNL 2019-2021 e il CCNL scuola 2022/2024.

L’ultimo Natale che non è stata attribuita, nei cedolini dei docenti e degli Ata, l’indennità di Vacanza contrattuale, è il Natale 2018. Nel 2018 la scuola non è andata in Vacanza contrattuale per il fatto che il 19 aprile 2018 all’ARAN, con Presidente il dott. Sergio Gasparrini, i sindacati avevano sottoscritto il rinnovo del CCNL scuola 2016-2018. All’epoca ricopriva il ruolo di Ministro dell’Istruzione, l’On. Valeria Fedeli. Dal 2018 ad oggi, nonostante la firma, nel gennaio 2023 del CCNL 2019-2021, docenti e personale Ata si trovano perennemente in uno stato di vacanza contrattuale.

Perdita notevole del potere di acquisto

Questo stato perenne di vacanza contrattuale, unita ad una inadeguata e tardiva contrattazione economica delle posizioni stipendiali dei docenti e del personale Ata, determina una forte perdita del potere di acquisto di questa categoria. La questione degli stipendi dei docenti, valutata nell’arco degli ultimi 20 anni, non recupera nemmeno minimamente la crescente inflazione reale, causando una importante e strutturale perdita del potere d’acquisto. Si tratta di un declino economico-stipendiale inesorabile e costante nel tempo, un declino strutturale e che continua a persistere a prescindere dal Ministro o Ministra che siede a viale Trastevere. Gli ultimi cinque ministri dell’Istruzione, di cui uno solo si è dimesso per motivi riguardanti anche la mancanza di fondi adeguati, la dice lunga sulla gravità della situazione politica riguardo il problema degli stipendi del comparto scuola. Dopo il modestissimo contratto della scuola 2016-2018, al Ministero dell’Istruzione si è seduto Marco Bussetti (quota Lega), Lorenzo Fioramonti (M5S) dimessosi in rotta con il MEF, Lucia Azzolina (M5S) ha dovuto gestire l’emergenza del Covid, Patrizio Bianchi (quota PD) e l’attuale Ministro Valditara (Lega). Con l’attuale Ministro è stato chiuso il CCNL scuola 2019-2021 con due anni di ritardo dopo la sua reale scadenza e si sta cercando di chiudere con aumenti introno al 6%, il CCNL scuola 2022-2024 ormai scaduto. Il recupero dell’inflazione è solo un terzo della sua galoppante crescita e la perdita del potere d’acquisto sarebbe oltre il 12%.

Rinnovo CCNL scuola 2022-2024

C’è chi sostiene che l’aumento stipendiale che si dovrebbe ottenere con il rinnovo del CCNL scuola 2022/2024 sarà al lordo di 160 euro medi mensili, c’è chi invece dà una cifrà completamente diversa. Bisogna ricordare che se si tiene conto che a partire dal gennaio 2024 e per tutto il 2024 c’è stato un incremento dell’indennità di vacanza contrattuale, corrispondente a 6,7 volte il suo valore annuale, come disposto dal DL n.145/2023, è necessario sottolineare che questo incremento è stato di fatto un anticipo delle spettanze del CCNL scuola 2022-2024 e che tale cifra sta già nello stipendio del personale scolastico e fa parte delle 160 euro che dovrebbero entrare.

In buona sostanza le 80 euro lorde mensili di vacanza contrattuale che attualmente sono già nei cedolini di docenti e personale Ata, verranno solo confermate in fase di intesa sull’ipotesi del CCNL scuola 2022-2024. L’aumento reale previsto, rispetto l’ultimo stipendio è quindi solo di altri 80 euro lordi in attesa, dell’aprile 2025, periodo in cui si entrerà nuovamente in vacanza contrattuale per il CCNL scuola 2025-2027.

Quindi l’aumento reale non sarà di 160 euro lordi mensili medi, ma la vera percezione sarà di un aumento di 80 euro lordi ovvero circa 50 euro netti.

È importante specificare che la Legge di bilancio 2025 ha previsto, per il CCNL 2022/24, un incremento stipendiale complessivo del 6%, rispetto al 5,78% già definito precedentemente. Per il triennio 2025-2027 sono state previste risorse che potrebbero prevedere aumenti con il CCNL scuola 2025/2027 del 5,4%, quindi ancora inferiori all’attuale nuovo contratto. Mentre gli aumenti contrattuali della scuola sono inadeguati nemmeno a coprire i periodi di inflazione crescente, ci sarebbe pure la questione del recupero della progressione della carriera dell’anno solare 2013.





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