Dal Casmez alla Regioni: l’importanza strategica dei Consorzi industriali

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L’istituzione dei Consorzi industriali ha rappresentato il vero punto di snodo per lo sviluppo del piano d’investimenti promosso dalla Cassa per il mezzogiorno. Dopo la nascita formale il Parlamento dovette intervenire con nuove leggi per chiarire natura e competenze.

Nel 1965, con la legge n. 717 si chiarisce un’ulteriore attività che i Consorzi possono avviare sui territori di loro competenza. Nello specifico l’articolo 31 assegnò a questi enti anche “un’attività di promozione e di assistenza alle iniziative industriali e provvedono, nel contempo, alla gestione e manutenzione delle opere infrastrutturali”. 

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Una svolta strategica

È un punto fondamentale che garantisce anche un sostanziale cambio di passo nelle attività degli enti. In questo modo si trasformano da meri esecutori delle opere pubbliche a servizio degli agglomerati industriali diventando anche gestori di servizi. Ed è proprio da quel momento che i Consorzi iniziano la loro attività finalizzata a creare quelle infrastrutture necessarie per lo svolgimento di attività industriali. Come: snodi infrastrutturali, acquedotti o fognature con sistemi di depurazione.

Queste solo alcune delle attività che sono state avviate proprio sul finire degli anni Sessanta e inizi anni Settanta. Hanno rappresentato il nuovo corso di questi Consorzi che, con l’avanzare degli anni e lo sviluppo tecnologico, hanno aggiornato anche i servizi erogati sui territori.

Nel 1973 i Consorzi industriali ottengono un altro importante riconoscimento. Attraverso un decreto del Presidente della Repubblica si stabilì che ai Consorzi per le aree e i nuclei di sviluppo industriale si sarebbero applicate le agevolazioni fiscali previste a favore della Cassa per il Mezzogiorno. Un ultimo tassello che permise ai Consorzi industriali di avere una propria autonomia sia sotto il profilo progettuale che il profilo finanziario.

I Consorzi sotto l’ala delle Regioni

Gli interventi normativi sui Consorzi industriali sono stati molteplici e di varia natura, in più occasioni il legislatore è intervenuto per rimarcare la missione e gli obiettivi degli enti industriali. Tra questi, un punto importante lo ricopre la Legge n. 317 del 1991 che attribuisce alle Regioni il controllo sui Consorzi e assegna a quest’ultimi il compito di mettere in atto ogni azione utile e necessaria per creare le condizioni necessarie a garantire uno sviluppo delle attività produttive nei diversi settori industriali.

Qualche anno dopo, nel 1993, si attribuisce ai Consorzi anche la funzione di aggiornamento e adeguamento dei piani regolatori dei diversi agglomerati industriali, strumenti urbanistici indispensabili per favorire insediamenti industriali. Anche in questo caso però ogni azione resta sotto la vigilanza e l’approvazione della Regione. Che, come abbiamo visto, ormai da due anni ha il ruolo di controllore degli enti industriali.

Con questi ultimi provvedimenti normativi si assegnano alle regioni i compiti d’indirizzo e di programmazione. Ogni Regione si dota di una propria legge con cui disciplina le modalità di azione e chiarisce la possibilità ispettiva e di controllo che la stessa può operare su ogni ente industriale. Sono gli anni della grande riforma che vedono anche la trasformazione giuridica dei Consorzi che da ente di diritto pubblico si trasforma in ente pubblico economico. La differenza è minima, ma sostanziale. I Consorzi diventano istituzioni partecipate da enti pubblici e privati, ma mantengono una disciplina privatistica.

Nel Lazio una storia con 2 momenti

La sede del Consorzio Industriale di Frosinone

Riferendosi nello specifico al Lazio la storia dei Consorzio industriali ha vissuto due momenti differenti, quelli nati con la Cassa del Mezzogiorno e quelli creati in epoca più recente attraverso le normative nazionali.

I Consorzi industriali nascono, dunque, come diretta conseguenza dell’attuazione degli interventi da parte della Cassa del Mezzogiorno. Un rapporto simbiotico che vede la Cassa essere la capostipite di questi enti. Nel corso degli anni, però, questo rapporto muta, cambia soprattutto con il maggior coinvolgimento delle Regioni nei programmi d’investimento. Un ruolo, quello delle Regioni, che diventa ancor più predominante dopo la soppressione della Cassa del Mezzogiorno.

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È il caso della Regione Lazio che nel 1997 decide di legiferare proprio su questo argomento con una propria norma dalla quale nascerà, poi, il Cosilam. Nel Lazio il processo di riforma non si ferma fino ad arrivare, negli anni recenti, alla fusione di tutte queste istituzioni e la nascita di un Consorzio unitario.

La nascita della superstrada Frosinone-Sora

La costruzione della Superstrada Sora – Frosinone

La nascita del Consorzio industriale sul territorio della provincia di Frosinone portò a un inevitabile incremento dei fondi a disposizione per l’ammodernamento infrastrutturale. Fu proprio l’Ente nato nel 1963 a dar vita a grandi progetti che permisero di diventare un territorio attrattivo per le aziende. Un dato significativo, come detto in precedenza, è quello delle risorse che furono destinate alla Ciociaria. Nel 1966 dei 19.000 milioni di lire di investimenti erogati nel Lazio dalla Cassa del Mezzogiorno ben 7.500 milioni di lire arrivano nell’area della provincia di Frosinone.

Una delle opere più importanti che ha totalmente trasformato il volto della Ciociaria è la realizzazione della Superstrada Sora-Frosinone. In provincia di Frosinone l’area del Sorano, con la nascita dell’Autostrada del Sole, rimase ai margini senza collegamenti diretti o possibilità di sviluppo a causa delle infrastrutture. Ma quella stessa zona rappresentava un valore aggiunto essendo il punto di congiunzione tra la provincia di Frosinone e l’Abruzzo. Per questo motivo la realizzazione della Superstrada rappresentò il grande punto di svolta.

La necessità di questo collegamento fu rimarcata già durante la redazione del Piano regolatore del Consorzio dove si evidenziò la necessità di creare un collegamento veloce. La Statale presente fino a quel momento risultava del tutto insufficiente per garantire un’infrastruttura di scambio capace di soddisfare le richieste delle aziende. La costruzione di quest’arteria di collegamento risultava necessaria anche per un altro aspetto che le commissioni interministeriali avevano sempre sottolineato: la necessità di un collegamento con una trasversale Tirreno-Adriatico.

Questo progetto portò a creare un legame con tre differenti territori e, al tempo stesso, generare un lavoro sinergico fra tre consorzi industriali: Asi Roma-Latina, Asi Frosinone e Nucleo di industrializzazione di Avezzano. L’opera, estesa per circa 26 chilometri, fu conclusa sul finire degli anni Settanta.

Le puntate precedenti

1^ Puntata. La visione industriale che ci è mancata: fin dall’Unità d’Italia

2^ Puntata. La lungimiranza perduta che fece nascere la Cassa del Mezzogiorno

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3^ Puntata. Il battesimo ufficiale della Cassa del Mezzogiorno ed i 4 anni di Rocco

4^ Puntata. Le cinque fasi ed il primo decennio della Casmez: decennio insufficiente

5^ Puntata. Le prime boccate di ossigeno per il Meridione: l’era di Pescatore

6^ Puntata. La magia nel Frusinate: da territorio agricolo a spot industriale virtuoso

7^ Puntata. 1957, l’anno del cambiamento reale: quando arrivano i Consorzi industriali

8^ Puntata. I “Segni” dell’industrializzazione: con la nascita del Consorzio Asi di Frosinone

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