Le collezioni 2024 che hanno cambiato la percezione della moda

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Dicembre è il mese dei bilanci con cui delineare gli andamenti avuti nell’anno che sta volgendo al termine affinché lo sguardo si orienti verso le prossime Fashion Week che apriranno il 2025 con le collezioni Spring-Summer. Il recap dei migliori momenti moda del 2024 da stilare, suggerisce un’interessante revisione di quelle collezioni che hanno avuto il potere di risvegliare una critica un po’ dormiente e di cambiare la statica percezione che si stava avendo della moda in questi ultimi periodi.

Martin Margiela Artisanal 2024

Quattro parole: Maison Margiela Artisanal 2024. La collezione che si è aggiudicata il titolo di collezione dell’anno. Questo Margiela firmato John Galliano ha sancito un prima e dopo dell’haute couture. Teatralità, innovazione e creatività nella purezza di una visione avanguardista di uno degli ultimi geni designer che si può degustare. Non si trattava di una sfilata, di uno show come solitamente si intende, bensì di una performance che ha permesso di ricordare cosa fosse la moda fino a pochi anni fa, dove la definizione di sfilata era a dir poco riduttiva.

Stile, coreografia, trucco, recitazione, scenografia, sentimenti ed emozioni costituivano la concezione di moda. Un periodo in cui andare a vedere una sfilata era veramente una fonte di ispirazione. Galliano ha squarciato un velo con un turbinio di emozioni ed imput che hanno suscitato la speranza che si possa ritornare alla spettacolarità e all’inatteso delle collezioni.

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L’irriverente Balenciaga

Tra i brand che istintivamente riaffiorano alla mente quando si parla di far parlare di sé (nel bene o nel male) non può che risultare Balenciaga con la sua collezione Couture Fall 2024. L’unione di heritage storico della Maison ad una visione più contemporanea della moda, ha lasciato il segno nel tradizionale e canonico immaginario estetico associato all’alta moda. E’ stata una collezione difficile e che ha suscitato diversi interrogativi tra cui se potesse effettivamente considerare una collezione d’haute couture e se riconducesse realmente all’heritage della maison. Ad ogni modo, Demna ha portato in scena la sua intera visione stilistica, tipicamente cinica e realistica della contemporaneità e assolutamente contro alle convenzioni.

Prada e la “collezione dei fiocchi”

Dal punto di vista comunicativo, la Fall Winter 2024 di Prada ha vinto a mani basse. Si tratta di quella sfilata passata come la “collezione dei fiocchi”. Il brand è riconosciuto come intercettatore professionista di tendenze dislocate in tessuti, costruzione dei modelli, immagini e tecniche, e proprio dei fatidici fiocchi Miuccia e Raf Simons ne hanno fatto il trend dell’anno.

Tra giochi di texture e retrò futurista anni ’90, vive un passato in totale proiezione futura, soprattutto in termini di consumatori. Da qui, si spiega come l’innata individuazione di tendenze sia il motore del successo economico del brand. E’ stata una collezione senza un filo logico, senza un senso compiuto che ha solleticato la mente sotto il profilo strategico della moda.

Il debutto di Alessandro Michele

Valentino con la collezione Resort 2025 si conquista di certo uno degli highlights di questo 2024. La sfilata rappresenta il ritorno di Alessandro Michele e della sua peculiare estetica nel fashion system. Un debutto che non è passato inosservato e che si è fatto attendere. “Avants les Debuts” era stata presentata a sorpresa ed ha sancito la nuova vita di Maison Valentino la cui immagine è stata drasticamente rivoluzionata. La collezione è stata presentata proprio nel giorno in cui è uscita la collezione uomo di Gucci: un fashion drama a tutti gli effetti, con cui Alessandro Michele ha lanciato la freccia con tutto l’arco.

E’ stato portato in scena esattamente ciò che ci si aspettava, in quanto Michele ha ripreso l’archivio storico di Valentino presentandolo nella sua chiave estetica. Ma le discussioni nate intorno alla sfilata sorgevano proprio dal fatto che Valentino sembrava avesse acquisito le sembianze di Gucci. In realtà il punto è che questa collezione come tutte quelle della maison toscana, erano ad immagine e somiglianza di Alessandro Michele, e quindi della sua fortissima personalità unita ad una visione estetica unica nel suo genere.

Il Vaccarello in vesti Yves

La Spring Summer 2025 di Saint Laurent è stata, invece, il punto di discontinuità che ha riportato in auge il completo con Anthony Vaccarello in una silhouette manifesto degli anni ’80. Una passerella che si è impossessata dell’opinione pubblica portando la cifra stilistica del fondatore nonché i segni di riconoscimento di uno dei designer portanti della storia della moda. Eleganza, sensualità, carattere, prepotenza dal gusto maschile di Yves interpretati dall’occhio di Vaccarello in una chiave sofisticatamente chic.



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