“Mettere al centro di tutto un bambino. A Betlemme”

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“Il Natale, simbolo di pace, speranza e amore, sembra un paradosso rispetto alla realtà di oggi in Palestina, dove una guerra disumana devasta le famiglie e colpisce senza pietà i più vulnerabili: i bambini. In questo tempo che dovrebbe unire, qui regnano solo paura, macerie e dolore. Gli ospedali sono al collasso, i bambini malati di cancro lottano non solo contro la malattia ma anche per le privazioni e il trauma di un conflitto che li stritola”. Così Damiano Rizzi, presidente di Fondazione Soleterre, racconta ad HuffPost il dramma di un altro Natale senza pace in Terra Santa, con conseguenze pesantissime soprattutto su coloro che per primi andrebbero protetti: i bambini.

Soleterre ha avviato un progetto per sostenere il Beit Jala Governmental Hospital di Betlemme, a circa 10 chilometri a sud di Gerusalemme, il solo ospedale pubblico rimasto in Palestina per la cura del cancro infantile e delle patologie pediatriche croniche. Il reparto conta 18 posti letto: 14 nel reparto per degenti e 4 nel day-hospital. Il progetto (realizzato grazie al contributo di Every Child Is My Child ETS e con la collaborazione di PCRF – Palestine Children’s Relief Fund e VIS – Volontariato Internazionale per lo sviluppo) ha l’obiettivo di assistere in un anno circa 120 bambini malati di cancro con le loro famiglie. Le attività, nello specifico, consistono nel garantire supporto psicologico per la cura del trauma infantile a bambini, genitori e personale sanitario; fornire medicinali essenziali e salva-vita per le cure dei bambini; erogare attività educative e di animazione in ospedale; provvedere all’accoglienza di famiglie indigenti residenti lontano dalla struttura sanitaria e la futura accoglienza e il rimpatrio dei bambini provenienti dalla Striscia di Gaza. 

“In questa guerra contro gli innocenti, Soleterre è ancora una volta al fianco degli ultimi, i bambini a cui portiamo medicine e sostegno psicologico proprio a Betlemme, la città dove nacque la speranza, oggi straziata dalla crudeltà umana”, afferma Rizzi. “Stiamo intervenendo nell’ultimo e unico ospedale pubblico rimasto per curare il cancro infantile. Non solo: stiamo anche aprendo un centro per curare il trauma psicologico per il numero maggiore di bambini possibile. Lo abbiamo chiamato Soleterre Children Center. Per mettere al centro di tutto un bambino. A Betlemme. Credo sia questo il senso del Natale, oggi: non voltarsi dall’altra parte, ma agire. È un richiamo a condividere quello che si ha con gli ultimi, a fare qualcosa di concreto. Speriamo che in tanti si uniscano a noi con una donazione, per dare una speranza ai bambini malati di cancro”.

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Fondazione Soleterre ha unito le forze con Unobravo, azienda che offre un servizio di psicologia online e società benefit, per la realizzazione del Soleterre Children Center, il primo centro per la cura del trauma psicologico infantile in Palestina. Il centro fornirà supporto psicologico mirato, efficace e duraturo per aiutare i bambini nell’elaborazione del trauma, promuovendo percorsi di cura integrati e di sostegno emotivo per pazienti malati di cancro, pazienti pediatrici in cura presso gli ospedali di Betlemme e traumatizzati dalla guerra e loro famiglie. Inoltre, si rivolgerà anche agli operatori sanitari che lavorano in prima linea in ospedali e campi profughi del territorio. Soleterre e Unobravo hanno lanciato insieme una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi per la promozione della salute mentale nelle aree di guerra. Chiunque potrà donare direttamente online e unirsi al progetto per la realizzazione del centro.

Il Soleterre Children Center – spiegano dalla Fondazione – offrirà sale attrezzate e dedicate alle sessioni di supporto psicologico, sale di cura medica e riabilitazione, stanze di gioco-terapia per rivitalizzare – attraverso il gioco e dimensioni di spensieratezza – lo stare in relazione con gli altri e aree pensate per accogliere e dare assistenza alle famiglie dei bambini.

I bambini palestinesi vivono da anni una realtà di occupazione, dove la violenza strutturale non è accompagnata da adeguate possibilità di cura fisica e psichica dei traumi. Nell’ultimo anno la violenza contro i bambini e le bambine nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania ha raggiunto livelli di intensità senza precedenti, causando la morte di migliaia di minori. Le strutture sanitarie pediatriche nella Striscia di Gaza sono state completamente distrutte e i bambini con malattie croniche sono stati evacuati o costretti a rimanere senza cure.

In Cisgiordania, dove opera Soleterre, si è notato come le condizioni di fragilità mentale sono fortemente associate all’esposizione a conflitti ed eventi traumatici che si verificano quotidianamente nell’area. A Gaza l’esposizione di tutta la popolazione a costanti attacchi e bombardamenti ha messo in discussione la stessa nozione di Disturbo da Stress Post-Traumatico, non essendoci alcun “post trauma” ma, da oltre un anno, solo l’incessante susseguirsi di eventi traumatici ripetuti. In Cisgiordania la situazione della salute mentale è molto grave in diversi campi profughi come Tulkarem e Jenin in cui la distruzione, unita agli scontri a fuoco, ha lasciato la maggior parte della popolazione senza beni di prima necessità come acqua ed elettricità, esacerbando ulteriormente lo stress psicologico dei residenti. Anche in altre aree come Hebron e Betlemme la popolazione è costantemente esposta a traumi legati al conflitto e alla violenza. 

“La violenza e il trauma psicologico a cui sono esposti i bambini in Palestina ha raggiunto negli ultimi mesi livelli di intensità inediti. La nostra esperienza in 19 ospedali nel mondo, molti dei quali dislocati in aree di emergenza e guerra, dimostra che durante i conflitti il rischio di morire a causa degli attacchi al sistema sanitario aumenta”, afferma Rizzi. “L’escalation di violenza a cui si continua ad assistere non deve interrompere le cure dei bambini malati, in particolare quelli colpiti dal cancro. I bambini palestinesi vivono da anni in una realtà dove le condizioni di violenza strutturale non sono parimenti accompagnate da possibilità di cura fisica e psichica dei traumi. Per questo abbiamo deciso di esserci, per garantire le cure e il giusto supporto”.

Il 16 dicembre Soleterre ha organizzato una festa di Natale per i bambini malati ricoverati presso il Beit Jala Hospital di Betlemme. Dal Natale scorso, a seguito del conflitto in corso, la comunità cristiana ha sospeso le celebrazioni del Natale in rispetto delle vittime proprio a Betlemme, una delle città in cui vivono più palestinesi cristiani e uno dei più importanti luoghi sacri al mondo per i cristiani. “Abbiamo pensato che non c’è Betlemme senza Natale”, spiegano dalla Fondazione: “di qui la decisione di organizzare comunque una festa per i bambini, le famiglie, lo staff medico e psicologico… per regalare loro un piccolo momento di svago e serenità. Per seminare comunque un po’ di speranza”.


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