di Chiara Putignano e Maria Giulia Pensosi
C’è chi mentre è in fila nei negozi conta le sedute a tavola per non dimenticare nessuno, altri invece ripetono bisbigliando ciò che manca per completare una delle ricette del menù di Natale. In Italia l’enogastronomia, soprattutto nel periodo delle festività, è cosa sacra. E i ternani non sono da meno. Peccati di gola e regali da portare o da offrire agli ospiti: il settore alimentare, malgrado il caro prezzi, sembrerebbe scoppiare di salute. Per imbandire la tavola il giorno di Natale, secondo Coldiretti, gli italiani spenderanno in media 108 euro. E la maggioranza, ovvero l’88 per cento, lo trascorrerà a casa. Umbria24, nei giorni precedenti al Natale, proprio mentre i cittadini si apprestavano a comprare le ultime pietanze da mettere in tavola, è entrata in alcune attività per sondare i gusti e le preferenze dei ternani.
La situazione in Italia La stragrande maggioranza degli italiani quindi trascorrerà il pasto natalizio in casa. Per Coldiretti oltre la metà (il 55 per cento) resterà tra le proprie mura domestiche, il 33 per cento da amici e parenti e il 9 per cento sceglierà un ristorante o un agriturismo. In particolare, in tutte le case ci sono cose che non cambiano mai: buon cibo e tradizione. Secondo una stima del Codacons infatti questo «non sarà un Natale all’insegna dell’austerity». Le famiglie spenderanno complessivamente più di 25 miliardi di euro tra regali, acquisti alimentari, pranzi e cene al ristorante. «Per il tradizionale cenone della Vigilia e pranzo di Natale – sostiene l’indagine – si spenderanno oltre 3 miliardi di euro, ma sulle tavole degli italiani peserà il caro prezzi: il comparto alimentare registra listini in sensibile crescita con punte nell’ultimo mese del +20 per cento l’anno per il burro, + 13,3 per cento il caffè, +9,7 per cento l’olio d’oliva, +23,7 per cento i pomodori, +11,2 per cento l’insalata, +8,5 per cento il cioccolato». Crescono, rispetto allo scorso anno, anche i prezzi di pandori e panettoni industriali.
Le scelte dei ternani Rincari che però non spaventano i cittadini della Conca, pronti a farsi lunghe file per accaparrarsi le ultime prelibatezze o per ritirare ordini già messi da parte. Parlando con diverse attività commerciali del centro una cosa è chiara: i ternani non rinunciano alla tradizione. Si parte dai classici tortellini da «fare rigorosamente in brodo», spiegano in un negozio di pasta all’uovo. Immancabili anche le lasagne, «per la Vigilia ad esempio vanno per la maggiore quelle con il pesce, a seguire quelle con le verdure di stagione», raccontano in un’altra attività mentre – come nel primo negozio – indaffaratissimi servono la clientela. Inoltre osservano: «Le persone preferiscono cose già pronte, da mettere in forno o in padella». Qualcuno in fila fa cenno con il capo. Oltre agli ordini già in lavorazione poi non mancano mai invitati dell’ultimo minuto, «cerchiamo di chiudere la lista entro il 20 dicembre, ma per accontentare tutti spesso non si riesce». In uno dei due negozi aggiungono anche che «rispetto allo scorso anno dicembre è stato un mese molto impegnativo. Nel 2023, invece, le richieste si erano accumulate tutte nei giorni precedenti al Natale».
Tradizione e grandi classici Entrando in una rosticceria, le banconiste confermano che la clientela preferisce acquistare «cose già pronte». Tra menù per la Vigilia e quello per il Capodanno le prenotazioni sono tantissime. Il piatto che va per la maggiore? «La parmigiana di gobbi». Anche in pescheria c’è un gran da fare. «La maggior parte dei clienti sceglie pietanze già cotte – raccontano a Umbria24 -, soprattutto gli antipasti, come le insalate di mare». Super richiesto anche il pesce per la frittura. In macelleria la scelta è ampia: «Prendono soprattutto agnello, arista di maiale, ma anche formaggi». E quando, tra una pesata e l’altra, viene chiesto se le attività di vicinato soffrano la concorrenza con i grandi supermercati la risposta è positiva: «Beh, gente c’è. Altrimenti avremmo già chiuso».
Peccati di gola Che i ternani cerchino la qualità lo confermano anche drogherie e cioccolaterie. La fila per farsi servire è lunga. Ma cosa desiderano i clienti? «Soprattutto panettoni e pandori artigianali e di alta qualità, ma anche cioccolato». Rispetto allo scorso anno, in alcuni casi, c’è anche chi sostiene che le vendite siano in leggera crescita. «Le persone non rinunciano a prodotti di un certo livello, apprezzati anche vini e tutto l’occorrente per fare i tradizionali pampepati». La crisi c’è, ma ai peccati di gola i ternani non dicono ‘no’.
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