Il sindaco Brugnaro si scusa e chiede di incontrarli di persona

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Un gruppo di studenti provenienti da Napoli si è recentemente recato a Venezia per partecipare a un ballo in abiti storici dell’Ottocento, un evento organizzato nell’ambito delle tradizioni culturali prenatalizie.

Questi giovani, desiderosi di immergersi nel fascino storico della manifestazione, sono stati purtroppo vittime di ripetuti insulti razzisti e omofobi durante il loro soggiorno.

Gli epiteti offensivi includevano frasi come “Terroni” e “Froci”, denunciate pubblicamente dalla preside che accompagnava il gruppo, la quale ha espresso il suo sdegno attraverso un post sui social media. Questo episodio ha messo in luce un problema di intolleranza persistente, evidenziando una mancanza di rispetto per la diversità culturale che caratterizza e arricchisce la società italiana.

Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha prontamente reagito alla denuncia della dirigente scolastica. In una lettera aperta, ha espresso profondo rammarico per quanto accaduto e ha invitato gli studenti e la preside a tornare a Venezia come suoi ospiti. Ha sottolineato che le offese ricevute non rappresentano i valori della città, la quale è storicamente conosciuta per la sua apertura e il rispetto delle diverse culture e tradizioni. Le scuse del sindaco miravano a rassicurare gli studenti riguardo all’accoglienza veneziana, chiarendo che gli attacchi subiti si scontrano con il vero spirito della cittadinanza.

L’evento al quale i giovani partecipavano si svolgeva presso l’hotel Ca’ Sagredo, ed è stato organizzato dall’associazione «Borboni si nasce». Secondo quanto riportato da Mariarosaria Stanziano, preside dell’istituto Archimede di Ponticelli a Napoli, gli studenti erano stati invitati da una sua amica, l’avvocato Laura Esposito, e avevano accolto con entusiasmo l’occasione di partecipare a un ballo storico, una disciplina riconosciuta anche dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI).

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Stanziano ha evidenziato che simili esperienze sono state precedentemente vissute in altre città, come Roma, Parigi e in Sicilia, dove i giovani non avevano mai incontrato problemi simili. Il gruppo alloggiava presso un bed & breakfast vicino alla stazione. Da lì, si erano avviati in direzione di Ca’ Sagredo, vestiti con eleganza e pronti a rivivere un pezzo di storia attraverso la danza. Nonostante l’evidente entusiasmo, si sono trovati improvvisamente bersagliati per il loro abbigliamento e l’accento meridionale. Secondo la dirigente scolastica, gli insulti sono stati scagliati senza alcun preavviso, evidenziando un pregiudizio radicato che ha rovinato un momento che sarebbe dovuto essere esclusivamente di gioia e condivisione culturale.

Al termine di una serata speciale, il gruppo di studenti, accompagnati dai loro insegnanti, ha fatto ritorno verso l’albergo, ancora immersi nell’atmosfera allegra del ballo appena concluso. Tuttavia, la gioia è stata bruscamente interrotta da una serie di insulti e atteggiamenti offensivi.

Ai giovani è stato indirizzato un linguaggio dispregiativo, con espressioni come “Napoletani di merda” e “Terroni”, che li invitavano in modo volgare a tornare nella loro città d’origine. Le studentesse, inoltre, sono state vittime di commenti che le definivano in modo degradante. È emerso anche un linguaggio omofobo, senza un chiaro collegamento al contesto, come se indossare abiti storici potesse suggerire qualcosa riguardo l’orientamento sessuale.

Questi episodi hanno suscitato indignazione e stupore nel gruppo, che non si aspettava di essere trattato in modo così ingiusto. L’ultimo episodio di questa triste serie si è verificato quando il gruppo si stava preparando a lasciare Venezia. Mentre i ragazzi si raccoglievano per partire dal bed&breakfast, un uomo ben vestito li ha superati per strada e, con tono irritato, ha espresso la sua scarsa tolleranza con l’affermazione sprezzante: “Ancora con sti napoletani, ma basta! Si arrampicano dappertutto, sono fastidiosi.”

Queste parole hanno lasciato un segno, facendo sentire gli studenti come cittadini di serie B, costretti a pensare che non erano i benvenuti in una città che rappresenta un simbolo di storia e cultura. In risposta a questi spiacevoli eventi, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha voluto intervenire pubblicamente, porgendo le sue più sincere scuse agli studenti e alla loro scuola. Ha esteso un invito a tornare a Venezia, promettendo loro un’accoglienza calorosa e l’opportunità di scoprire aspetti meno noti della città. Anche l’assessore al Turismo, Simone Venturini, ha voluto sottolineare che tutti, inclusi i cittadini napoletani, sono i benvenuti a Venezia, riaffermando l’immagine della città come luogo di ospitalità e inclusività. Questo intervento ha cercato di porre rimedio al dolore causato dagli insulti, promuovendo un messaggio di accoglienza e rispetto per tutti, indipendentemente dalla loro provenienza.

Questo increscioso episodio invita a riflettere sulla necessità di promuovere una maggiore accettazione e comprensione tra le diverse comunità all’interno del paese.

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