Allarme casa: i costi crescenti contro i sogni di proprietà, dall’acquisto all’affitto, passando per il social housing, gli italiani hanno sempre più difficoltà a garantirsi un tetto sopra la testa a costi proporzionati al reddito famigliare.
L’obiettivo primario degli italiani è quello di essere padroni della propria abitazione: appartamento o villetta non importa. Infatti, l’Italia è uno dei Paesi con il più alto numero di proprietari di abitazioni: la proprietà immobiliare è un fattore costitutivo della nostra società, inscritto nel dna degli italiani.
Simbolo da sempre di sicurezza economica e di stabilità, con la pandemia e l’introduzione dello smart working, la casa non è solo più un rifugio, ma ha assunto un ruolo funzionale anche per il lavoro e l’istruzione.
Essere proprietari contribuisce al benessere psicologico delle famiglie, in quanto garantisce un punto di riferimento anche per i figli. Appartamento o villetta indipendente, gli italiani credono ancora nell’investimento del mattone come una garanzia per il loro futuro e delle generazioni a venire.
Ma possedere una casa in Italia è sempre più complicato.
Secondo il 3° Rapporto Federproprietà-Censis, è “allarme casa”: la maggior parte degli italiani ritiene che acquistare una casa fosse più semplice in passato. Questo sentimento è condiviso dal 78,9% della popolazione, senza particolari differenze di età o reddito. Tuttavia, non sono solo i prezzi di acquisto a preoccupare: l’82,2% dei proprietari lamenta costi di manutenzione e gestione eccessivi, una criticità che colpisce soprattutto le fasce di reddito più basse (88,8%).
Un altro timore diffuso è l’aumento delle tasse sulla casa, inclusa una possibile patrimoniale, che preoccupa il 69,3% degli italiani. Nel frattempo, il valore delle abitazioni è calato del 16,8% in termini reali nell’ultimo decennio, rendendo ancora più complessa la situazione per i proprietari.
La legge Salva Casa: opinioni divise e aspettative
La Legge 105/2024, nota come Salva Casa, ha suscitato reazioni contrastanti. Il 44,5% degli italiani si esprime favorevolmente, ma un 31,3% è contrario e un consistente 24,2% resta indeciso. L’effetto concreto della legge sembra comunque tangibile: il 26,7% dei proprietari ha già effettuato piccoli interventi di miglioramento, confidando nella semplificazione prevista per la regolarizzazione degli immobili.
L’impatto economico e sociale della normativa è ancora dibattuto. Mentre il 37,9% crede che la legge possa giovare al Paese, il 32,4% resta scettico. Questo divide ulteriormente l’opinione pubblica, mostrando che serve maggiore chiarezza sui benefici e sugli obiettivi della misura.
Casa green: un imperativo necessario, ma costoso
L’allarme casa non riguarda solo l’acquisizione di una casa, ma anche l’efficientamento energetico delle abitazioni, che è visto da molti italiani come una necessità. Il 67,6% è favorevole a rendere la propria casa meno energivora, anche perché l’81,7% riconosce che questo tipo di interventi potrebbe aumentare il valore dell’immobile. Tuttavia, i costi rappresentano un grande ostacolo: l’84,0% degli intervistati teme che le spese siano troppo elevate, un timore diffuso sia tra i redditi bassi (88,3%) sia tra quelli alti (81,3%).
Nonostante queste difficoltà, il 44,7% dei proprietari è disposto a investire in interventi di sostenibilità, a fronte di un 37,3% che invece si oppone. La richiesta di supporto pubblico è unanime: l’88,2% ritiene che le famiglie abbiano bisogno di aiuti concreti per affrontare queste spese, evidenziando l’urgenza di un’azione istituzionale.
Locazioni turistiche: opportunità o minaccia per le comunità locali?
Le locazioni brevi per turisti stanno trasformando i centri urbani italiani, ma non sempre in meglio. Per il 46,8% degli intervistati, queste attività stanno peggiorando la qualità dei luoghi frequentati, mentre il 44,4% ritiene che siano una delle principali cause dell’aumento dei canoni di affitto. Le opinioni, però, non sono uniformi: il 37,6% non percepisce un impatto negativo, e circa un quarto degli italiani resta indeciso.
Ciò che emerge con chiarezza è un crescente squilibrio tra domanda e offerta di abitazioni. Le locazioni turistiche tendono a sottrarre immobili al mercato residenziale, rendendo più difficile per le famiglie trovare soluzioni abitative stabili e a prezzi accessibili.
Social housing: una soluzione ancora poco conosciuta
Il Social Housing si presenta come un’opportunità interessante, ma poco nota. Solo il 28,6% degli italiani sa di cosa si tratta, e appena il 5,7% lo conosce in modo approfondito. Tra chi è informato, il 74,4% lo vede come una valida soluzione temporanea e il 43,7% ne riconosce il valore come alternativa permanente.
Questo modello abitativo, che offre affitti calmierati e servizi condivisi, potrebbe rappresentare una risposta concreta alla crisi abitativa, soprattutto per le fasce più vulnerabili. Tuttavia, la scarsa consapevolezza indica che c’è ancora molto lavoro da fare per promuoverlo come una scelta sostenibile e accessibile per tutti.
Il rapporto Federproprietà-Censis evidenzia una realtà complessa e in evoluzione. Tra costi in aumento, normative controverse e un mercato immobiliare in trasformazione, la casa rimane un tema centrale per gli italiani. Investire in politiche che favoriscano l’accesso alla proprietà, incentivare la sostenibilità e regolamentare le locazioni turistiche saranno sfide cruciali per i prossimi anni.
Cos’è il social housing
Il social housing è un tipo di abitazione pensato per chi ha bisogno di una casa a prezzi più accessibili rispetto al mercato normale. Funziona come una soluzione abitativa temporanea o permanente, spesso rivolta a famiglie, giovani, o persone con redditi medio-bassi. Si tratta di appartamenti o case che vengono affittati a canoni calmierati, cioè più bassi del normale, e che a volte offrono anche servizi aggiuntivi, come spazi condivisi o supporto per migliorare la qualità della vita. Lo scopo principale è aiutare chi si trova in difficoltà a trovare una casa dignitosa senza dover spendere troppo.
La casa sociale non si limita solo a offrire case a prezzi accessibili, ma mira anche all’integrazione sociale degli individui o delle famiglie che vi abitano. Questo modello abitativo è pensato per costruire comunità inclusive e solidali, aiutando le persone a sentirsi parte di un contesto sociale più ampio.
Quali servizi offre?
Per raggiungere questo obiettivo, il social housing include spesso servizi condivisi che favoriscono la socializzazione e il sostegno reciproco tra i residenti. Ad esempio, spazi verdi come giardini e aree per bambini diventano luoghi di incontro e convivialità, mentre le sale polifunzionali vengono utilizzate per attività culturali, eventi di quartiere o riunioni. Anche le lavanderie comuni, oltre a ridurre i costi, rappresentano un’occasione per conoscersi meglio tra vicini di casa.
La mobilità sostenibile viene incentivata attraverso piste ciclabili e parcheggi condivisi, mentre gli orti urbani offrono la possibilità di collaborare e condividere il frutto del proprio lavoro. Per chi lavora da casa, alcune strutture prevedono aree coworking, progettate per creare un ambiente collaborativo e produttivo.
Un’attenzione particolare è riservata alle famiglie con bambini, grazie alla presenza di servizi di babysitting e doposcuola, e alle persone più vulnerabili, come anziani e disabili, per i quali vengono spesso offerti supporti di assistenza sanitaria di base direttamente all’interno del complesso.
Questi servizi non solo migliorano la qualità della vita dei residenti, ma contribuiscono a creare un senso di appartenenza, promuovendo il benessere non solo del singolo ma di tutta la comunità. In questo modo, il social housing si afferma come un modello abitativo capace di rispondere sia alle esigenze economiche che a quelle sociali delle persone.
Rapporto Censis: credits
Questi sono i principali risultati del 3° Rapporto Federproprietà-Censis «Agenda 2024-2030. La transizione abitativa: la casa possibile», realizzato in collaborazione con Cdp Real Asset Sgr (Gruppo Cassa Depositi e Prestiti), Fimaa Italia e Locare srl, che è stato presentato oggi a Roma da Chiara Ryan, Ricercatrice Censis, e discusso da Maurizio Gasparri, Capogruppo Fi Senato della Repubblica, Galeazzo Bignami, Capogruppo FdI Camera dei Deputati, Chiara Braga, Capogruppo Pd Camera dei Deputati, Filippo Catena, Responsabile Fondi Abitare Sociale Cdp Real Asset Sgr, Giorgio De Rita, Segretario Generale Censis, Maurizio Lupi, Presidente Noi Moderati, Andrea Napoli, Amministratore delegato Locare srl, Stefano Patuanelli, Capogruppo M5s Senato della Repubblica, Riccardo Pedrizzi, Responsabile Dipartimento Economia e Finanze Federproprietà, Maurizio Pezzetta, Vicepresidente vicario Fimaa Italia, Giovanni Bardanzellu, Presidente Federproprietà, Monica Guerzoni, Giornalista Corriere della Sera
Foto copertina di Oleksandr Pidvalnyi da Pixabay
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