Pensioni, se fai questi lavori ci vai molto prima nel 2025

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Tra le ragioni che nel 2025 consentono di andare in pensione in anticipo figura la professione svolta negli ultimi anni che mancano al pensionamento. Ai fini del raggiungimento del diritto alla pensione, infatti, non tutti i lavori vengono trattati allo stesso modo in quanto ce ne sono alcuni che riconoscono la possibilità di anticipare il collocamento in quiescenza.

In particolare, si parla di lavori usuranti o gravosi, a seconda dei casi, categorie che a causa della particolarità delle mansioni, dell’ambiente di lavoro o anche dell’orario lavorativo sono considerati come particolarmente faticosi e stressanti e come tali giustificano il pensionamento anticipato.

D’altronde nel principio di flessibilità della pensione, riconosciuto dalla stessa legge Fornero, vige proprio la regola per cui in alcuni casi le regole per il pensionamento possono essere in parte derogate. Vale ad esempio per chi ha lavorato per un gran numero di anni, come appunto nel caso in oggetto di chi ha svolto per gran parte del tempo un lavoro che per usura e gravosità non può essere considerato allo stesso modo degli altri.

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A tal proposito, oggi esistono diverse misure che fanno sì che coloro che hanno svolto dei lavori molto faticosi possano, al raggiungimento di un certo numero di contributi, andare in pensione ben prima del compimento dei 67 anni richiesti dalla pensione di vecchiaia. Prima di tutto però è bene fare chiarezza su qual è l’elenco aggiornato delle professioni usuranti e gravose, ponendo l’attenzione su quando si tratta dell’una e quando dell’altra.

Quali sono i lavori usuranti

È l’articolo 1 del Dlgs n. 67 del 2011 a descrivere i cosiddetti lavori usuranti, racchiudendoli in quattro macro categorie:

  • 1) Lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti (articolo 2 del decreto del ministero del Lavoro del 19 maggio 1999), quali:
    • lavori in galleria, cava o miniera;
    • lavori ad alte temperature;
    • lavori in cassoni ad aria compressa;
    • attività per l’asportazione dell’amianto;
    • attività di lavorazione del vetro cavo;
    • lavori svolti dai palombari;
    • lavori espletati in spazi ristretti.
  • 2) Lavoratori notturni (Dlgs n. 67 del 2011), quali:
    • lavoratori che prestano attività nel periodo notturno (tra la mezzanotte e le 5:00 del mattino) per almeno 6 ore e per un minimo di 64 giorni lavorativi l’anno;
    • lavoratori che prestano la loro attività per almeno 3 ore nel periodo notturno ma per l’intero anno lavorativo;
  • 3) Lavoratori addetti alla linea di catena, inteso come quel processo produttivo in serie contraddistinto da un ritmo determinato da misurazione dei tempi di produzione con mansioni organizzate in sequenze di postazioni svolgendo attività caratterizzate dalla ripetizione;
  • 4) Conducenti di veicoli con capienza complessiva non inferiore a 9 posti adibiti al servizio di trasporto pubblico collettivo.

Quali sono i lavori gravosi

Per quanto riguarda le professioni che si possono definire gravose esiste un vero e proprio elenco. Le fonti normative sono due: le prime categorie sono individuate nel comma 162 della legge n. 205 del 2017, dopodiché la legge di Bilancio 2022 (legge n. 234 del 2021) ne ha aggiunte altre.

Nel dettaglio, le professioni gravose individuate dalla legge n. 205 del 2017 sono:

  • operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
  • conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
  • conciatori di pelli e di pellicce;
  • conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
  • conduttori di mezzi pesanti e camion;
  • personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
  • addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
  • insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
  • facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
  • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  • operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti;
  • operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca;
  • pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative;
  • lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nella normativa del d.lgs.67/2011;
  • marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.

Con la legge di Bilancio 2022, invece, l’elenco viene così aggiornato:

  • professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate;
  • tecnici della salute;
  • addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
  • professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
  • operatori della cura estetica;
  • professioni qualificate nei servizi personali e assimilati;
  • artigiani, operai specializzati e agricoltori;
  • conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
  • operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
  • conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
  • conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
  • operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;
  • conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
  • conduttori di mulini e impastatrici;
  • conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
  • operai semi qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
  • operatori di macchinari fissi in agricoltura e nell’industria alimentare;
  • conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
  • personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
  • portantini e professioni assimilate;
  • professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
  • professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.

Come va in pensione prima chi ha svolto questi lavori

Sono perlopiù due le opzioni di pensionamento anticipato per chi ha svolto lavori gravosi o usuranti.

Quota 41, misura che consente di andare in pensione con soli 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età, riservata ai precoci, ossia a chi prima del compimento dei 19 anni poteva vantare 12 mesi di contributi. Ne sono esclusi coloro che hanno la pensione calcolata interamente con il sistema contributivo.

A Quota 41 possono accedere tanto i lavoratori usuranti quanto quelli gravosi, ma solo quelli compresi nell’elenco della legge n. 205 del 2017.

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Le altre professioni gravose riconosciute dalla legge di Bilancio 2022, infatti, possono accedere esclusivamente all’Ape Sociale, ossia l’anticipo pensionistico con cui si smette di lavorare all’età di 63 anni e 5 mesi a patto di aver maturato almeno 36 anni di contributi. Per accedervi è necessario aver svolto una o più delle suddette professioni per almeno 7 anni negli ultimi 10, oppure almeno 6 anni negli ultimi 7. Tale opzione è invece preclusa a chi ha svolto lavori usuranti.

Per quest’ultimi però c’è una seconda agevolazione (preclusa invece ai gravosi): per chi è in possesso di almeno 30 anni di contributi la pensione di vecchiaia si raggiunge non a 67 anni bensì a 66 anni e 7 mesi.

Possono inoltre accedere alla pensione con Quota 97,6, all’età di 61 anni e 7 mesi, mentre gli anni di contributi richiesti sono almeno 35. Così come tutte le quote c’è poi un ulteriore requisito da soddisfare: la somma tra età e contributi deve restituire almeno 97,6.

Questa possibilità è riservata ai soli usuranti, nonché ai lavoratori notturni con più di 77 notti lavorate. Per chi ne ha meno scatta un incremento del requisito anagrafico, tant’è che si parla di Quota 98,6 e Quota 99,6. Inoltre, per quanto riguarda i lavoratori autonomi, ovviamente solo quelli che svolgono una delle suddette professioni, è richiesto un anno in più.



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