Si sbloccano i collegamenti viari da e verso Roma

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Spoleto-Roma, l’opera si completerà. La Strada statale 685 delle Tre Valli Umbre non subirà variazioni rispetto al cronoprogramma e finalmente l’Umbria e la Capitale avranno un collegamento stradale degno di questo nome.
La notizia è di questi giorni ed è stata data dalla risposta del sottosegretario Ferrante in commissione ambiente alla Camera all’interrogazione dei deputati di Azione Ruffino e Pastorella.
Ed è un’altra storia di ricorsi su opere pubbliche necessarie per la mobilità che però non sono riusciti a bloccarne la realizzazione.
E sarebbe stato gravissimo anche perché “il progetto di ampliamento della SS 685 è parzialmente finanziato tramite i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e dovrà, quindi, essere completato entro il 2026, pena la decadenza delle risorse destinate”, avevano denunciato nell’interrogazione i due deputati.
Netta la risposta del governo, che ha chiesto lumi all’Anas. È una vicenda in cui ci sono stati impedimenti che però non sono riusciti nell’obiettivo di affossare i lavori.
In particolare nel mirino c’erano dieci chilometri dell’arteria stradale, i cui lavori sono stati affidati nell’aprile 2023.
La prima conferenza di servizi si è conclusa positivamente a dicembre dello stesso anno, con l’acquisizione dei pareri e dei nulla osta di esito favorevole, con indicazioni e prescrizioni, degli enti competenti, tra cui il parere unico della regione Umbria.
In particolare, nella primavera di quest’anno sono stati avviati il Piano di monitoraggio ambientale ante operam, le indagini archeologiche e la bonifica degli ordigni bellici.
A ottobre, poi, è arrivato il decreto conclusivo della verifica di ottemperanza alle condizioni di valutazione dell’impatto ambientale da parte del Ministero dell’ambiente.
Ma non era finita. Lo scorso 7 ottobre si è dovuta svolgere un’udienza convocata dal Commissario per gli usi civici per Lazio, Umbria e Toscana in seguito alla denuncia dell’Associazione Italia Nostra-Valnerina per l’occupazione di alcune aree gravate da uso civico. Insomma, i classici problemi che non ci facciamo mai mancare.
Contestualmente, il 18 ottobre la Conferenza di servizi decisoria ha acquisito ulteriori pareri in merito alla compatibilità dell’intervento con l’esercizio degli usi civici, tra cui quello della Soprintendenza speciale per il PNRR. E quest’ultima ha dato finalmente il parere favorevole alla realizzazione dell’opera.
E un mese dopo, il 18 novembre definitivo. Ma la cosa più importante è scritta proprio nella risposta data dal sottosegretario. Nessun allarme, ha messo nero su bianco rispetto all’interrogazione: “Il rallentamento delle attività dovuto agli episodi descritti non ha determinato un blocco generalizzato dell’intera opera né la necessità di revisione del progetto che proseguirà nei tempi previsti dal cronoprogramma definito”.
Soddisfazione, dunque, ma anche occasione per una riflessione che prima o poi il legislatore dovrà fare sul cammino tortuoso che devono fare le opere pubbliche. Se ci sono priorità per favorire la circolazione attraverso i collegamenti viari, dovrebbe esserci maggiore spazio per norme che possano favorire l’interesse pubblico, ovviamente quando esso è dichiarato e certificato.
Al contrario, doversi scontrare ogni volta con la burocrazia del cavillo rischia di compromettere quel che di buono si deve realizzare per non complicare la vita dei cittadini.
In questo caso è andata relativamente bene, la perdita di tempo non ha oltrepassato i limiti del consentito e probabilmente si spenderanno tutti i soldi stanziati attraverso il Pnrr, senza i soliti sprechi di denaro.
Ma non si può governare col patema d’animo, dovendo bussare alla sette chiese per ottenere pareri favorevoli e legittimi dai vari enti. Nell’opera in questione, credeva in particolare la passata amministrazione regionale a guida Tesei e c’è da sperare che nessuno voglia mettere ulteriori ostacoli col cambio di governo alla regione Umbria.
Perché suonerebbe come una beffa che i cittadini non meritano. Il territorio deve potersi sviluppare proprio con i collegamenti e la velocizzazione dei percorsi da e verso Roma non che può fare bene, sia al lavoro che al turismo.



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