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Pioggia di interventi sulla privatizzazione degli asili nido a Taranto.
L’APPELLO DELLA CGIL
“Vi prego non diamo più colpe a questo o quel giornale, a questo o quel centro di rilevazione stastica, ai cittadini, al fato, ai dipendenti comunali, ai lavoratori, agli altri comuni della provincia. Gli ultimi posti in classifica di Taranto, in tutte le graduatorie nazionali sul benessere, il lavoro e l’equità sociale, ce li meritiamo tutti. Lo “spettacolo” andato in scena ieri in Consiglio comunale distrugge, in circa 9 ore di dibattito, il decoro e la credibilità delle istituzioni pubbliche, disposte ad offendere e padroneggiare come se non ci si trovasse di fronte ad una assise elettiva e rappresentativa, e cancella con un colpo di spugna l’unica cosa per cui la città era una “buona pratica” a livello nazionale: gli asili nido comunali”.
Così il segretario della CGIL di Taranto, Giovanni D’Arcangelo, che ieri insieme alle lavoratrici e ai lavoratori degli asili nido comunali e alla Funzione Pubblica CGIL, ha partecipato al presidio sotto Palazzo di Città e ai lavori del consiglio.
“I bambini di Taranto, tirati per la giacchetta in ogni dibattito politico, evocati per la tragicità dei dati sanitari, gli stessi su cui demagogicamente si costruiscono eventi di piazza, persino programmi elettorali, ieri sono stati traditi dalla pubblica amministrazione, e spero vivamente che il Sindaco Rinaldo Melucci, sia in grado di ripensarci e riparare a questo tradimento” – dice D’Arcangelo, che sottolinea anche come non ci sia stato nessun tipo di confronto sul merito della decisione che da ieri, di fatto, da il via alla privatizzazione dei nove asili nido comunali di Taranto.
“Sorvoliamo sulla scarsa propensione al confronto di questa amministrazione – continua il segretario della CGIL – ma resta il fatto che rimangono nelle pec e agli atti, i nostri continui richiami alla Legge 65 del 2017, alla richiesta di un coordinamento pedagogico, che senza demonizzare il privato, chiedeva di uniformare il primario diritto e le primarie opportunità di educazione, istruzione, cura e relazione per tutti i bambini di Taranto”.
Richieste di incontro, protocolli, atti di indirizzo trasformati in carta straccia.
“Così fa una certa impressione sentire il sindaco dire che non è arrivata nessuna proposta – continua D’Arcangelo – perché in realtà, partendo proprio dalla grande esperienza delle educatrici (alcune assunte solo poco tempo fa da questa stessa amministrazione – ndr) avremmo potuto costruire, se il primo cittadino non considerasse il confronto come lesa maestà, un percorso di crescita tra servizi educativi per la prima infanzia e la scuola dell’infanzia. Servizi – ribadisce il segretario della CGIL – che ricordiamo non sono assolutamente annoverabili tra le voci di costo, da tagliare a fronte di un bilancio sempre più allarmante, piuttosto tra le più virtuose forme di investimento per la crescita di questa comunità”.
“Il semaforo verde dato alla privatizzazione e quindi all’ingresso nel mercato privato e del fatturato nei servizi educativi per l’infanzia, avallato dal si di 17 consiglieri comunali di Taranto imbarazza e non poco – termina D’Arcangelo – e in una delle città come Taranto, morsa dalla disoccupazione e dalla povertà, cancella anche la speranza. Sindaco ci ripensi, se non se n’è ancora accorto, stiamo parlando della vita di suoi concittadini, all’interno di una città che lei ha l’onere e l’onore di amministrare per il bene comune. Noi non ci fermeremo e insieme alle persone in carne e ossa, alle lavoratrici e ai lavoratori, al mondo dell’associazionismo faremo il possibile per salvare gli asili nido comunali pubblici”.
LA POSIZIONE DI UIL E UIL FPL
La delibera 444 del 12 dicembre scorso, che sancisce l’esternalizzazione del servizio, è definita dalla UIL una decisione miope e priva di visione. UIL TARANTO ritiene che i 1,6 milioni di euro investiti ogni anno per mantenere il servizio non siano un costo da ridurre, ma un investimento strategico nella qualità educativa e sociale della città. “Questa amministrazione sta scegliendo di andare controcorrente rispetto a molte altre realtà italiane, dove si sta lavorando con lungimiranza per riportare i servizi educativi sotto la gestione pubblica,” ha dichiarato Stefano Frontini, segretario organizzativo della UIL Puglia. “A Taranto, invece, si smantella un modello di eccellenza, mortificando anni di lavoro e professionalità altamente qualificate. E anche se si è detto che nessuno perderà il proprio stipendio, non è ancora chiaro dove saranno ricollocati questi lavoratori e a quali condizioni, creando incertezza e insicurezza.”
Alla protesta ha fatto eco il Consiglio Comunale riunitosi nel pomeriggio, durante il quale la discussione si è accesa al punto da trasformarsi in uno scontro vero e proprio.
I toni si sono alzati fino ad arrivare a un livello non degno delle istituzioni democratiche della città. “Non riteniamo concepibile – ha commentato Frontini – che il confronto trascenda in episodi che non devono avere cittadinanza nell’assise comunale, dando spazio a offese personali che poco attengono con l’oggetto della discussione. Sarebbe opportuno che Sindaco, Presidente, Giunta e Consiglieri riflettano seriamente sulla responsabilità che sono chiamati a ricoprire in quanto istituzioni della città di Taranto”.
Anche Giovanni Maldarizzi, segretario generale della UIL FPL Taranto, ha espresso forti critiche verso la scelta dell’amministrazione. “Parliamo di un servizio pubblico che rappresenta un fiore all’occhiello per la città, costruito negli anni grazie a educatrici altamente preparate e a un sistema che garantiva continuità educativa. Ora, con un atto privo di qualsiasi confronto con le parti sociali, si decide di smantellare tutto. È paradossale che la stessa amministrazione, che in passato ha investito sull’assunzione di personale qualificato per rafforzare il servizio, ora scelga di cancellare quanto costruito, senza una visione chiara per il futuro.”
UIL TARANTO e UIL FPL TARANTO denunciano con forza anche la mancanza di dialogo da parte dell’amministrazione comunale su un tema così importante per il futuro della città. “Non siamo stati interpellati, né coinvolti in alcun tipo di discussione – hanno continuato Frontini e Maldarizzi –. Questa scelta rappresenta non solo un danno per lavoratori e famiglie, ma anche un passo indietro per Taranto. Continueremo a lottare per garantire diritti e qualità nei servizi pubblici.”
La manifestazione di sabato ha lanciato un messaggio chiaro all’amministrazione: i diritti non si svendono e il futuro della città passa necessariamente da una rete di servizi pubblici solidi e inclusivi. “Non accetteremo passivamente decisioni che danneggiano la comunità – ha concluso Frontini –. Taranto merita scelte coraggiose, basate su investimenti nel bene comune, e non una politica che smantella ciò che di buono è stato costruito negli anni.”
L’INTERVENTO DI DELLINOCI (CON)
DI SEGUITO la nota di Alessandro Delli Noci (Coordinatore Regionale di CON la Puglia):
Come già segnalato dal Coordinatore Provinciale di Con Taranto, ci riteniamo profondamente distanti da scelte volte a privatizzare la concessione degli asili comunali indipendentemente da ragioni di bilancio. Non siamo convinti che affidare a gestori privati aspetti pedagogici che dovrebbero avere caratteristiche di universalità, laicità e parità di accesso sia la scelta giusta come non siamo stati d’accordo su diverse scelte politiche operate dalla Amministrazione Comunale di Taranto e dal suo Consiglio, non ultima la vicenda legata alla sostituzione del Presidente Bitetti, che non ha mai esercitato il suo ruolo fuori le righe, in modo offensivo o urlato come invece ci è parso di vedere in altre figure che siedono in quella assise.
Non ci accomuna nulla a questo modo di intendere la gestione e la programmazione della vita pubblica in una comunità, come quella di Taranto, che è sempre al centro delle attenzioni di tutta la Regione.
Solidarietà ai consiglieri di opposizione ai quali è stata impedita la discussione e grazie al Presidente Bitetti per aver tenuto fede al patto elettorale con i cittadini di Taranto.
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