Atlete e atleti italiani che abbiamo scoperto nel 2024

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Il 2024 è stato un anno ricco di avvenimenti sportivi, come la maggior parte degli anni bisestili, nei quali tra le altre cose ci sono le Olimpiadi e le Paralimpiadi; quelle che si sono tenute la scorsa estate a Parigi sono state seguite e apprezzate e hanno consentito di far conoscere atlete e atleti fino a quel momento poco famosi. L’Italia ha ottenuto risultati molto positivi: è arrivata nona nel medagliere alle Olimpiadi, con 40 medaglie delle quali 12 d’oro, e sesta in quello delle Paralimpiadi, con 71 medaglie totali e 24 d’oro.

In particolare si sono fatte notare alcune atlete e squadre femminili, da quella della pallavolo, che ha vinto il suo primo, storico oro olimpico (anche se non così sorprendente, considerando la forza della squadra e l’esperienza dell’allenatore) a quella della ginnastica artistica, il cui exploit era invece molto meno atteso. La mezzofondista Nadia Battocletti e la tennista Jasmine Paolini sono state due tra le protagoniste delle Olimpiadi e in generale dell’anno sportivo italiano.

Il 2024 è stato anche e soprattutto l’anno di Jannik Sinner nel tennis: da lui tutti si attendevano già grandi cose, ma la sua stagione, con la vittoria di due Slam, delle ATP Finals e di altri cinque titoli, è andata oltre le migliori aspettative. Qui sotto invece ci sono atlete e atleti italiani che nel 2024 hanno avuto molto successo e in modo inatteso, ciascuna o ciascuno per ragioni diverse.

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Jasmine Paolini
Jasmine Paolini è stata senza dubbio tra le migliori di un’annata di grande successo per il tennis italiano, e di gran lunga la migliore nel tennis femminile. All’inizio del 2024 era ventinovesima nel ranking mondiale: considerando che il 4 gennaio aveva compiuto 28 anni e che non era mai entrata nelle prime 25 posizioni, era molto difficile immaginare i risultati che ha ottenuto. Alla fine del 2024, Paolini è la quarta tennista del ranking, e in mezzo ha vinto il suo primo titolo WTA 1000, a Dubai, e ha giocato due finali consecutive in tornei del Grande Slam: Roland Garros e Wimbledon (poi le ha perse entrambe).

Forse è andata ancora meglio nel doppio, giocando in coppia con Sara Errani (che a 37 anni ha vissuto una stagione altrettanto eccezionale). Insieme, le due tenniste hanno vinto due tornei WTA 1000 (gli Internazionali d’Italia, a Roma, e il China Open di Pechino), hanno giocato la finale del Roland Garros, hanno contribuito alla vittoria italiana alla Billie Jean King Cup e soprattutto hanno vinto il primo oro olimpico di sempre per l’Italia nel tennis. Grazie a questi risultati, Paolini si è qualificata sia nel singolare sia nel doppio alle WTA Finals, il torneo in cui a fine anno si affrontano le otto migliori tenniste e le otto migliori coppie di doppio.

Durante l’anno è migliorata praticamente in tutti gli aspetti del suo gioco, dimostrando di essere una tennista completa, matura e difficile da affrontare su ogni superficie. È forte negli scambi prolungati da fondo campo, fondamentali soprattutto sulla terra rossa, ma ha anche ottimi colpi al volo vicini alla rete, molto efficaci sull’erba. È una qualità per niente scontata, visto che Paolini è alta 1 metro e 63, decisamente sotto la media delle tenniste del suo livello. Paolini è inoltre apprezzata anche da appassionati e spettatori “neutrali” per il modo positivo con cui affronta le partite, che le consente di coinvolgere molto il pubblico e farsi tifare un po’ ovunque.

I 5 migliori colpi di Paolini allo scorso Roland Garros

Nadia Battocletti
È stato decisamente eccezionale anche il 2024 di Nadia Battocletti, un’atleta che già a livello giovanile aveva fatto vedere di essere forte, ma che quest’anno si è affermata come una delle migliori mezzofondiste al mondo. A inizio giugno, a Roma, ha vinto la medaglia d’oro agli Europei di atletica leggera sia nei 5.000 sia nei 10.000 metri, battendo in entrambi i casi il miglior tempo italiano e nella prima gara anche il record della competizione. Due mesi più tardi, alle Olimpiadi di Parigi, si è fatta definitivamente conoscere da una grandissima parte di pubblico, con due prestazioni fuori dall’ordinario per diversi motivi.

Nei 5.000 metri è arrivata quarta in una gara nella quale ha rimontato due posizioni poco prima del traguardo, con un notevole sprint finale, e in cui per qualche ora si pensava avrebbe vinto il bronzo, visto che la terza classificata era stata inizialmente squalificata. Il quarto posto, comunque, era stato giudicato in modo molto positivo, perché era arrivato su distanze in cui gli atleti e le atlete italiane di solito non ottengono risultati brillanti. Pochi giorni dopo però si è superata, vincendo la medaglia d’argento nei 10.000 metri in una gara spettacolare ed equilibrata, riuscendo a rimanere nel gruppetto di testa per tutto il tempo e seminando quasi tutte le avversarie negli ultimi cento metri.

La stagione di Battocletti si è conclusa con altre due medaglie d’oro, quella individuale e quella a squadre vinte a dicembre agli Europei di corsa campestre (o di cross, come viene chiamata la specialità in inglese). È stata la prima italiana di sempre a vincere questa gara, che negli anni scorsi aveva vinto nelle categorie giovanili under 23 e under 20.

L’ultimo, emozionante giro dei 10.000 metri alle Olimpiadi di Parigi

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Alice D’Amato, Manila Esposito e la Nazionale di ginnastica artistica
Prima dei Giochi del 2024, l’Italia aveva vinto solamente due medaglie olimpiche nella ginnastica artistica, due argenti: a squadre nel 1928 e individuale nel corpo libero nel 2021, con Vanessa Ferrari. La scorsa estate in pochi giorni le ginnaste italiane hanno vinto un argento a squadre e poi un oro e un bronzo individuali nella trave, con Alice D’Amato e Manila Esposito.

Sono stati risultati storici e inaspettati, perché le italiane non erano considerate tra le favorite. Tra le avversarie c’erano varie ginnaste fenomenali, a cominciare dalla statunitense Simone Biles e dalla brasiliana Rebeca Andrade. La ventunenne Alice D’Amato ha battuto entrambe alla trave, che pure non è la specialità che preferisce o nella quale solitamente va meglio. Anche Esposito, 17 anni, è andata meglio di Biles e Andrade, che hanno commesso alcuni errori e sono arrivate rispettivamente quinta e quarta.

D’Amato ed Esposito erano state tra le migliori ginnaste anche agli Europei di inizio maggio, a Rimini. In quell’occasione l’Italia aveva vinto l’oro nel concorso completo a squadre, D’Amato quello alle parallele asimmetriche ed Esposito quelli alla trave, al corpo libero e nel concorso completo individuale. Pur essendo entrambe piuttosto giovani, erano tutte e due ginnaste già considerate molto forti e promettenti: quest’anno sono riuscite a raggiungere il massimo livello anche nella competizione più seguita e attesa, cioè le Olimpiadi. A Parigi assieme a loro due hanno vinto l’argento a squadre anche Angela Andreoli, Elisa Iorio e Giorgia Villa.

L’esercizio con cui Alice D’Amato ha vinto l’oro alla trave

Rigivan Ganeshamoorthy
Alle Paralimpiadi ci sono stati diversi exploit di atleti, atlete e squadre italiane. Uno dei più notevoli e commentati è stato quello del venticinquenne Rigivan Ganeshamoorthy, che ha vinto la medaglia d’oro nel lancio del disco nella categoria F52, in cui gareggiano atleti in sedia a rotelle con capacità di movimento molto ridotte del tronco, delle gambe e delle mani (e in misura minore delle braccia). Ganeshamoorthy ha dominato la gara, vincendo con una misura di 27,06 metri, circa 6 metri e mezzo in più rispetto al secondo classificato e soprattutto migliorando per tre volte consecutive (su sei lanci totali) il record del mondo della specialità.

Nei giorni successivi alla gara Ganeshamoorthy è diventato un personaggio conosciuto in Italia anche per la simpatia e la spontaneità mostrate durante le interviste e altre occasioni pubbliche, nelle quali ha affrontato spesso con leggerezza e autoironia sia l’eccezionalità della sua prestazione sportiva che la sua disabilità. Il suo oro paralimpico è ancor più rilevante se si pensa che era solo alla sua terza gara internazionale nel disco: fino all’anno precedente praticava infatti la scherma in carrozzina, ma dopo aver provato a lanciare aveva scoperto di essere molto portato e aveva cominciato ad allenarsi nel disco e nel giavellotto.

Riccardo Calafiori
Prima delle Olimpiadi ci sono stati gli Europei maschili di calcio, vinti in modo piuttosto meritato e convincente dalla Spagna. Per l’Italia invece il torneo è stato piuttosto deludente: ha passato i gironi grazie a un gol segnato all’ultimo minuto da Mattia Zaccagni, decisivo per pareggiare contro la Croazia, poi agli ottavi di finale è stata eliminata dalla Svizzera giocando in modo molto confuso e poco intenso. Uno dei pochi calciatori italiani che sono riusciti a tenere un livello alto è stato, un po’ a sorpresa, il ventiduenne Riccardo Calafiori, che fino a quel momento aveva giocato appena due partite in Nazionale e fino all’anno prima sembrava destinato a una carriera piuttosto inconcludente, visto che era finito a giocare in Svizzera.

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Oggi Calafiori è considerato un difensore moderno per il modo in cui, attraverso la sua ottima tecnica e la sua intelligenza tattica fuori dal comune, contribuisce alla costruzione delle azioni offensive della sua squadra. Ha cominciato a giocare da terzino, cioè da difensore di fascia, ma quest’anno ha dato il meglio di sé da difensore centrale, grazie soprattutto alle intuizioni di Thiago Motta, che lo ha allenato nella scorsa stagione al Bologna e lo ha usato soprattutto per avviare l’azione con passaggi mirati o per portare la palla avanti anche nella metà campo avversaria, in zone in cui di norma un difensore centrale non avanza.

Agli Europei è stato tra i migliori dell’Italia in tutte e tre le partite del girone (ha fatto anche l’assist decisivo per Zaccagni, dopo aver portato la palla per molti metri partendo dalla difesa) e poi ha saltato per squalifica la partita contro la Svizzera, in cui l’Italia è stata eliminata; all’estero ha cominciato a essere famoso anche per la sua estetica, il fisico slanciato e i capelli lunghi tenuti assieme da una fascetta, come i migliori difensori italiani dei primi anni Duemila (Paolo Maldini, Alessandro Nesta e Fabio Cannavaro). Prima del torneo, era stato tra i principali protagonisti della sorprendente stagione del Bologna, che si è qualificata per la successiva Champions League grazie a un’eccellente organizzazione collettiva e ad alcune convincenti performance individuali, tra le quali proprio quella di Calafiori.

Dopo gli Europei l’Arsenal, una delle migliori squadre d’Europa, ha deciso di spendere 45 milioni di euro per acquistarlo, certificandone i miglioramenti. In questo inizio di stagione Calafiori è stato impiegato più che altro da terzino e ha giocato tutto sommato bene, se si considera che in diversi momenti il suo rendimento è stato condizionato da un problema fisico al ginocchio.

Sembra quasi sia stato creato da un’intelligenza artificiale un po’ nostalgica

Mattia Furlani
Mattia Furlani è uno degli atleti più brillanti e talentuosi dell’Italia che è diventata una delle più forti Nazionali nell’atletica leggera (la migliore d’Europa, agli ultimi Europei). Deve ancora compiere vent’anni e ha cominciato da poco a dedicarsi solo al salto in lungo (prima lo alternava con l’alto, e anche lì andava piuttosto bene), eppure nel 2024 ha dimostrato in diverse occasioni di essere già tra i migliori saltatori in lungo al mondo, straordinariamente leggero ed esplosivo nei suoi salti.

Ha vinto l’argento ai Mondiali indoor di Glasgow e agli Europei di Roma e il bronzo alle Olimpiadi di Parigi: solamente il greco Miltiadīs Tentoglou gli è stato superiore, quest’anno. A inizio aprile, poco dopo i Mondiali di Glasgow, diceva di dover ancora migliorare nella forza e nella velocità «anche proprio a livello biologico, visto che ho solo 19 anni e il mio corpo non lavora ancora come quello di un 25enne». Furlani ha ancora grossi margini di crescita e nei prossimi anni potrà migliorare ulteriormente le sue misure: dopo il bronzo di Parigi ha ribadito l’importanza di aspettare i giovani e dar loro tempo di crescere serenamente. Il suo personale di 8,38 è il record del mondo under 20, mentre per battere il record italiano di Andrew Howe gli mancano ancora 9 centimetri.

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La Nazionale paralimpica di nuoto
Se l’Italia è arrivata sesta nel medagliere alle Paralimpiadi di Parigi lo deve soprattutto ai suoi nuotatori e nuotatrici, che hanno vinto in tutto 37 medaglie, ben 16 delle quali d’oro (solamente Cina e Regno Unito hanno fatto meglio). I risultati dell’Italia nel nuoto paralimpico in realtà arrivano abbastanza da lontano: nel 2019 fu la miglior nazionale ai Mondiali di Londra, mentre alle Olimpiadi di Tokyo era arrivata quinta nel medagliere.

Quest’anno però, grazie anche alla maggior attenzione ricevuta dalle Paralimpiadi e anche al modo in cui è cambiato il racconto di queste competizioni, forse per la prima volta la Nazionale italiana è diventata veramente nota a un pubblico molto ampio. Con i risultati ottenuti a Parigi, atleti come Stefano Raimondi, Carlotta Gilli e Simone Barlaam sono diventati noti anche al di fuori dello sport paralimpico (Raimondi ha vinto da solo quattro medaglie d’oro).

Il momento in cui è culminato il successo della Nazionale italiana è stata forse l’ultima gara, la staffetta mista 4×100 stile libero -34 punti, nella quale cioè la somma delle categorie dei quattro nuotatori non deve superare i 34 punti. Per l’Italia gareggiavano Stefano Raimondi, Giulia Terzi, Xenia Francesca Palazzo e Simone Barlaam, che hanno battuto il record del mondo (già detenuto dall’Italia), superando tutti negli ultimi 100 metri con l’eccezionale frazione di Simone Barlaam.

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