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Cattivi odori, cattiva informazione, cattiva comunicazione, cattiva gestione. Non è accettabile immaginare che una situazione tanto delicata e suscettibile su tante variabili, come quella di un incendio di un impianto di compostaggio in pieno periodo natalizio possa essere gestito lasciando totale libertà di “interpretare” dati da parte dei cittadini. Dopo i fatti accaduti, infatti, la cittadinanza meritava di avere informazioni chiare ed inequivocabili per evitare fibrillazioni e panico. Perché, se la cittadinanza è a conoscenza di un incendio a un impianto di gestione rifiuti, e in pieno periodo di vacanze natalizie si ritrova a respirare aria puzzolente in giro per tutta la città di Salerno, una spiegazione sarebbe dovuta arrivare, onde evitare inutili allarmismi. Da un lato, quindi, il Comune di Salerno ci va cauto e, dopo l’ordinanza del sindaco Vincenzo Napoli (porte e finestre chiuse, anche per gli esercizi commerciali, e attenzione ai prodotti ortofrutticoli coltivati nelle zone adiacenti l’impianto), attende i risultati dell’Arpac circa l’eventuale presenza di metalli pesanti nell’aria. E mentre il sindaco ci va cauto l’amministratore unico di Salerno Pulita, Vincenzo Bennet, fa sapere che la colpa dei cattivi odori percepiti è data “del cambio nella direzione dei venti” con successivo “scusate il disagio” mentre il consigliere Arturo Iannelli, presidente della Commissione Ambiente e Cultura del Comune di Salerno, prova a chiarire di essere sul pezzo: «La puzza la sentiamo tutti, e sin da stamattina (ieri per chi legge) stiamo lavorando con gli uffici Ambiente, Arpac e Asl per determinarne le cause. Si sono lette varie interpretazioni in merito, alcune anche riguardo la bruciatura di materiali indefiniti in località Sardone o che l’incendio nel sito di compostaggio stia continuando. L’incendio, invece, è stato domato ed è tutto sotto controllo: i Vigili del Fuoco controllano costantemente l’area e le centraline dell’Arpac, con i loro dati, testimoniano che tutti i dati sono al di sotto della soglia. Asl e Arpac ci comunicano che c’è assenza di pericolo, c’è solo qualche disturbo olfattivo rilevato da entrambi gli enti». Poco dopo, però, l’Arpac comunica livelli ben al di sopra della soglia, smentendo Iannelli. Gli ultimi rilievi comunicati dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Campania sono i seguenti: durante il periodo di campionamento dal 24 al 25 dicembre, il valore di PM10 registrato è stato pari a 1075 μg/m3 (microgrammi per metro cubo); durante il periodo di campionamento dal 25 al 26 dicembre, invece, il valore di PM10 è risultato pari a 1043 μg/m3. Entrambi i valori risultano superiori sia al valore limite di 40 µg/m3, su anno civile, sia al valore limite di 50 µg/m3, su media giornaliera (decreto legislativo 155/2010). Ma qualcuno che spieghi questi dati e rassicuri il cittadino, a tutti gli effetti, c’è? PAROLA ALL’ESPERTO. Non chi scrive, ovviamente, poiché il rispetto dei ruoli è fondamentale soprattutto quando l’ambito di competenza è scientifico. Il covid avrebbe dovuto insegnarlo a tutti e infatti, almeno da queste colonne, lo abbiamo capito. Grazie al supporto di un ingegnere ambientale abbiamo avuto la possibilità di tradurre i dati forniti dall’Arpac e capire, nel dettaglio, quanto sta accadendo. Compresi i cattivi odori. LO STATO DELLE COSE. I dati forniti dall’Arpac riguardano lo stato oggettivo dei rilievi, limitando la comunicazione al dato crudo e null’altro. Anzitutto l’impianto non lavora su plastiche ma su compost, per cui l’incendio ha riguardato principalmente il capannone in legno lamellare e non il rifiuto in quanto tale, poiché il rifiuto trattato è il cosiddetto “umido” e, pur volendo, non può generare alcuno sviluppo di fiamma. Tra l’altro, nell’impianto di compostaggio solitamente l’umido casalingo arriva dopo circa una settimana, quindi già in stato di putrescenza e pericolo praticamente nullo di infiammabilità. Ciò non toglie che la puzza derivante dall’umido stesso sia comunque fastidiosa, ma è bene sapere che non è nociva o che, comunque, il “trascinarsi” di una linea d’aria per cinque o più chilometri in linea d’aria, fino ad arrivare al centro cittadino, non può riguardare unicamente ciò che eventualmente parte dal sito di compostaggio poiché l’aria incontra altri elementi naturali, odorosi e no. L’odore “acre” denunciato, quindi, è da considerarsi inverosimile se collegato all’incendio. COSA È IL PM10? Si tratta di particolato fine con diametro inferiore a 10 micrometri. In questo particolato, ovviamente, è necessario capire cosa ci sia. Ad esempio, uno degli elementi che fa schizzare in alto i valori del PM10 è la sabbia sahariana (quest’anno l’Arpac ha già denunciato un forte innalzamento dei valori proprio per questo motivo, il 27 marzo scorso) ma è anche possibile che ci siano, all’interno, diossine, metalli pesanti o altro ancora, così come può non risultare assolutamente nulla. Senza un risultato chiaro che ne spieghi la composizione chimica, il ventaglio delle possibili cause resta ampio. Concentrazioni molto alte di PM10 si registrano, ad esempio, dai rilievi in punti centrali in cui si sparano molti fuochi d’artificio, come si può verificare anche dai rilievi storici dell’Arpac da cui risulta che le concentrazioni di polveri sottili sono le stesse rilevate durante l’incendio, o anche più alte. CI SONO PERICOLI PER LA SALUTE UMANA? Bisogna sicuramente osservare le prescrizioni definite in sede di ordinanza dal sindaco, come la prassi richiede: porte e finestre chiuse in luoghi in cui è prevista permanenza prolungata, compresi gli esercizi commerciali. Nel caso di specie, aver respirato qualcosa di proveniente dall’area incendiata sarebbe da intendersi come “una tantum”, per cui non dovrebbe crearsi alcun problema specifico per la salute umana. LE REAZIONI. «Raccontateci la verità, meritiamo di sapere cosa sta accadendo realmente». A dirlo il coordinatore provinciale di Noi Moderati Luigi Cerruti e a fargli eco è il coordinatore cittadino l’avvocato Ciro Sammartino, a nome dell’intero gruppo locale, dopo le segnalazioni dei cittadini rispetto al cattivo odore che questa mattina ha allarmato i salernitani, causato dall’incendio sviluppatosi all’interno dell’impianto di compostaggio di Salerno Pulita, avvenuto all’alba del 23 dicembre scorso. «L’ordinanza firmata dal sindaco Vincenzo Napoli ci lascia perplessi: si chiede ai residenti della zona di tenere chiuse le finestre ma nel frattempo si permette a turisti e visitatori di raggiungere il capoluogo per l’evento Luci d’Artista. Attendiamo i risultati dell’Arpac e chiediamo all’amministrazione di intervenire concretamente e dare risposte alle preoccupazioni di tanti salernitani, molti dei quali hanno scritto al Noe – ha dichiarato l’avvocato Sammartino, a nome del coordinamento locale di Noi Moderati – Non convincono le motivazioni dell’amministratore Vincenzo Bennet che parla di un “cambio nella direzione dei venti”, temiamo piuttosto un sovraccarico di Sardone che oggi “ospita” anche i rifiuti di competenza della Partecipata del Comune; la depurazione è insufficiente normalmente figurarsi ora che Sardone è al collasso. Chi di dovere si attivi nell’immediato per garantire la tutela della salute pubblica». Particolarmente critico anche il consigliere di Forza Italia, Roberto Celano: «Nonostante le rassicurazioni di rito e le conferenze stampa, stamane in tutta la città è percepibile in modo evidente un fetore di rifiuti. I fumi che provengono dall’impianto di compostaggio per la presenza di focolai ancora attivi a seguito dell’incendio preoccupano fortemente la cittadinanza. Le Istituzioni demandate al controllo si attivino con solerzia e serietà al fine di tutelare la salute dei salernitani». Nel frattempo, il Codacons fa sapere che sono giunte decine le telefonate da parte di persone preoccupate per i miasmi che si sono estesi su tutta la città evidentemente per il cambio di direzione del vento. Il Codacons sta consigliando a tutti di rispettare l’ordinanza del Sindaco Napoli di tenere tutte le imposte chiuse almeno finché permangono le condizioni attuali e le conseguenze dell’incendio. Il presidente del Codacons Campania, l’Avv. Matteo Marchetti, dichiara: «cambiato il vento, la puzza è arrivata fino a tutto il rione Carmine. La situazione permane grave ed è necessario seguire le indicazioni dell’ordinanza sindacale che suggerisce appunto di mantenere chiuse porte e finestre delle abitazioni al fine di prevenire un possibile passaggio di inquinanti, almeno fino al permanere delle condizioni di incertezza sullo sviluppo della situazione ambientale». er.no
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