Esonero contributivo donne vittime di violenza nel 2025


Nel 2025, è confermato l’esonero contributivo per assunzioni di donne vittime di violenza.

Questa misura, introdotta per la prima volta nel 2024 e in vigore fino al 2026, mira a favorire l’inserimento lavorativo delle donne che hanno subito violenze, garantendo ai datori di lavoro uno sgravio pari al 100% sui contributi previdenziali.

In questo articolo vi spieghiamo nel dettaglio come funziona l’esonero contributivo per le donne vittime di violenza nel 2025, chi ne ha diritto e come richiederlo.

ESONERO CONTRIBUTIVO DONNE VITTIME DI VIOLENZA NEL 2025

Il Parlamento ha confermato anche per il 2025 l’esonero contributivo per le assunzioni di donne vittime di violenza. Questo incentivo esonera totalmente i datori di lavoro privati dal versamento dei contributi previdenziali, esclusi premi e contributi all’INAIL, per un massimo di 8.000 euro annui.

Possono richiederlo coloro che decidono di assumere donne disoccupate, vittime di violenza e beneficiarie del Reddito di libertà.

La misura è stata introdotta per la prima volta dalla Legge di Bilancio 2024 e mira a sostenere l’occupazione femminile, nonché l’indipendenza economica delle donne vittime di violenza. Poi, la Legge di Bilancio 2025 ha rifinanziato la misura. Scopriamo i dettagli sulle novità 2025 dell’esonero.

COSA PREVEDE LA NUOVA NORMATIVA

La nuova normativa che disciplina l’esonero totale nel 2025 non ha modificato i requisiti di accesso alla misura o la sua entità. Piuttosto, la Legge di Bilancio 2025 all‘articolo 1, commi 221-222 ha:

  • rifinanziato la misura anche nel 2025 e nel 2026;

  • incrementato di 4 milioni di euro annui, a partire dal 2025, il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, ossia il serbatoio di risorse destinato a finanziare l’esonero e altri interventi a favore delle donne vittime di violenza, come il Reddito di libertà.

Per tutto il resto, restano in vigore le stesse regole già valide quest’anno per l’accesso allo sgravio.

CHI HA DIRITTO ALL’ESONERO

Hanno diritto allo sgravio contributivo i datori di lavoro privati (quindi solo aziende private e non aziende pubbliche) che assumono stabilmente donne disoccupate, vittime di violenza e beneficiarie del reddito di libertà.

Ma in questo caso, cosa si intende per donne vittime di violenza? Per tale misure, con la dicitura “donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori”, si intende “le donne seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, al fine di contribuire a sostenerne l’autonomia”. A specificarlo è la Legge di Bilancio 2024.

In particolare, destinatarie del contributo sono le donne residenti nel territorio italiano che siano cittadine italiane o comunitarie oppure, in caso di cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno. Queste però, devono essere in possesso di determinati requisiti ai fini del riconoscimento del bonus, vediamo quali.

REQUISITI

Nel 2025, affinché il datore di lavoro possa richiedere e usufruire dello sgravio contributivo per le donne vittime di violenza che vuole assumere, vale quanto già stabilito dalla Circolare n. 41 del 05-03-2024, ovvero è necessario che la lavoratrice in questione soddisfi, alla data dell’assunzione, i seguenti due requisiti:

  • essere disoccupata, in forza della previsione di cui all’articolo 19 del Decreto legislativo 14 Settembre 2015, n. 150, sono considerati disoccupati i soggetti privi di impiego che dichiarano, in forma telematica, al sistema informativo unitario delle politiche del lavoro, la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro per l’impiego;

  • essere percettrice del Reddito di libertà, in coerenza con quanto previsto in riferimento ad altre agevolazioni similari, l’esonero contributivo in questione può essere riconosciuto solo in relazione alle assunzioni di donne percettrici del Reddito di libertà, e non anche alle donne che, avendo inoltrato istanza per il riconoscimento del contributo, abbiano titolo alla prestazione ancorché non l’abbiano ancora percepita. Inoltre, ai fini del riconoscimento dello sgravio, il Reddito di libertà è equiparato alle analoghe misure previste da fonti regionali o provinciali.

COME RICHIEDERLO

La procedura attraverso la quale i datori di lavoro possono richiedere lo sgravio contributivo nel 2025 è la stessa di quella chiarita dall’INPS nel Messaggio n. 2239 del 14 Giugno 2024.

Nel dettaglio, i datori di lavoro possono richiedere l’esonero, all’interno dell’applicazione “Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo)”, presente sul sito istituzionale inps.it, al seguente percorso: “Imprese e Liberi Professionisti” > “Esplora Imprese e Liberi Professionisti” > sezione “Strumenti” > “Vedi tutti” > è disponibile il modulo di istanza on-line “ERLI”, volto alla richiesta del beneficio in trattazione.

Per essere autorizzato alla fruizione dell’agevolazione, il datore di lavoro, previa autentificazione tramite SPID, CIE o CNS, deve inoltrare all’Istituto, avvalendosi esclusivamente del suddetto modulo di istanza on-line “ERLI” (che si trova nell’area personale del portale), una domanda di ammissione all’esonero, fornendo le seguenti informazioni:


  • il codice della comunicazione obbligatoria relativa al rapporto di lavoro instaurato o trasformato;


  • l’indicazione della eventuale percentuale di part-time nel caso di svolgimento della prestazione lavorativa a tempo parziale;

  • la misura dell’aliquota contributiva datoriale oggetto dello sgravio.

Completato l’invio, l’Istituto procederà alle attività di verifica e riconoscimento.

COME FUNZIONA L’ESONERO CONTRIBUTIVO PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA NEL 2025

L’esonero funziona mediante uno sconto del 100% sui contributi previdenziali che i datori di lavoro devono versare. Una volta autorizzato, il datore di lavoro può usufruire dell’importo dovuto in quote mensili, conguagliandolo nelle denunce contributive UNIEMENS l’aiuto ottenuto.

Questo beneficio si applica per periodi diversi in base alla durata dell’assunzione e con specifici contratti. Ossia:

  • per le assunzioni a tempo indeterminato, la durata è di 24 mesi;

  • per le assunzioni a tempo determinato, la durata è di 12 mesi ossia spetta per tutta la durata del rapporto di lavoro fino a un massimo di dodici mesi;

  • per le trasformazioni a tempo indeterminato di un precedente rapporto a termine, sia già agevolato che non agevolato, la durata è di 18 mesi a partire dalla data dell’assunzione a tempo determinato.

L’esonero spetta anche in riferimento a:


  • i rapporti di lavoro subordinato instaurati in attuazione del vincolo associativo stretto con una cooperativa di lavoro, ai sensi della Legge 3 Aprile 2001, n. 142.

Inoltre, la normativa stabilisce che il periodo di fruizione dell’esonero può essere sospeso esclusivamente nei casi di assenza obbligatoria dal lavoro per maternità obbligatoria,  comprese le ipotesi di interdizione anticipata dal lavoro, consentendo, in tale ipotesi, il differimento temporale del periodo di godimento del beneficio.

La norma infine chiarisce anche l’importo dello sgravio e stabilisce che, nelle ipotesi di rapporti di lavoro a tempo parziale, il massimale dell’agevolazione deve essere proporzionalmente ridotto. Scopriamo i dettagli.

A QUANTO AMMONTA

L’esonero contributivo ha un importo massimo di 8.000 euro annui, calcolato su base mensile. La soglia massima mensile è di 666,66 euro. In caso di rapporti di lavoro instaurati o risolti durante il mese, la soglia viene riproporzionata giornalmente.

Per i rapporti a tempo parziale, l’importo dell’agevolazione è proporzionalmente ridotto prendendo come riferimento la misura di 21,50 euro (666,66 euro / 31) per ogni giorno di fruizione dell’esonero contributivo. Quindi, nelle ipotesi di rapporti di lavoro a tempo parziale, il massimale dell’agevolazione va proporzionalmente ridotto.

ALTRI APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI

Per maggiori dettagli sulle prime misure annunciate dal Governo per Fisco, famiglie, lavoro e imprese, le trovate nella nostra guida sulla Legge di Bilancio 2025. Tra questi ci sono gli incentivi per le assunzioni di giovani e donne nel Mezzogiorno nel 2025.

Vi consigliamo anche la nostra guida sui contributi a fondo perduto disponibili e sui finanziamenti agevolati.

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