Il 2024 della Cassazione, dal saluto romano al caso Cospito, passando per Bibbiano

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Dalla strage di Viareggio all’omicidio di Willy Monteiro, dalle Sezioni Unite sul saluto romano alla strage di Rigopiano, il 2024 è stato un anno di sentenze che hanno riguardato rilevanti casi di cronaca e non solo. Nell’anno che sta per chiudersi infatti la Suprema Corte è stata chiamata a esprimersi anche sul caso dei migranti dopo il decreto Cutro, sul via libera sui referendum per l’abrogazione dell’autonomia differenziata e a quelli su jobs act e cittadinanza. Ecco in sintesi alcune delle sentenze decise negli ultimi dodici mesi dalla Cassazione.

15 gennaio

La Cassazione conferma le responsabilità penali e civili per il disastro ferroviario avvenuto a Viareggio il 29 giugno 2009 che provocò 32 morti e un centinaio di feriti. I supremi giudici hanno disposto un processo d’Appello Ter davanti ai giudici di Firenze limitatamente alle attenuanti generiche per alcuni imputati, tra i quali l’ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti. Rigettati ricorsi di Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia, dei responsabili civili e della parte civile Medicina Democratica.

16 gennaio

Il clan Casamonica è mafia. A sancirlo è la Cassazione con la sentenza che conferma nel maxiprocesso l’accusa di 416bis. I giudici della seconda sezione penale, esprimendosi sui ricorsi degli oltre trenta imputati, hanno sostanzialmente confermato l’impianto accusatorio e accolto il ricorso della procura generale riconoscendo anche l’aggravante dell’associazione armata per alcune posizioni di vertice per le quali è stato disposto un appello bis solo sul punto per rideterminare la pena. Caduta l’aggravante di aver agito nell’interesse del clan invece per posizioni di secondo piano.

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In primo grado, il 20 settembre 2021, erano state comminate 44 condanne per oltre 400 anni carcere. Al maxiprocesso si era arrivati dopo gli arresti compiuti dai carabinieri del Comando provinciale di Roma nell’ambito dell’indagine ‘Gramigna’, coordinata dal magistrato Michele Prestipino e dai sostituti procuratori Giovanni Musarò e Stefano Luciani. 

23 gennaio

Confermata la condanna per violenza sessuale nei confronti di Innocent Oseghale, già condannato in via definitiva, per aver ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro, la 18enne romana che si allontanò da una comunità di Corridonia (Macerata) e i resti della quale furono ritrovati chiusi in due trolley. I giudici della Corte di Cassazione hanno respinto il ricorso della difesa dell’imputato che aveva chiesto l’annullamento della condanna decisa dalla Corte di appello di Perugia nel processo bis per la sola aggravante della violenza sessuale. In questo modo viene dunque confermato l’ergastolo per l’imputato.

”Da sei anni aspettavo questo momento, è quello che speravo” ha commentato Alessandra Verni, la mamma di Pamela. La difesa di Oseghale nei mesi scorsi ha presentato un ricorso straordinario alla Corte di Cassazione ritenendo che sia stato commesso un errore nella ricostruzione sancita dalla sentenza e l’udienza è stata fissata per il prossimo 16 gennaio.

8 febbraio

Le Sezioni unite civili della Corte di Cassazione emettono un’ordinanza interlocutoria con la quale si chiede alla Corte europea di pronunciarsi in via di urgenza sulla garanzia finanziaria di 5mila euro richiesta ai richiedenti asilo in Italia per evitare il trattenimento in un centro di frontiera. Le sezioni unite erano state chiamate a decidere in merito ai 10 ricorsi presentati dall’Avvocatura dello Stato per conto del Ministero dell’Interno in merito alla mancata convalida da parte del tribunale di Catania dei decreti di trattenimento disposti dal questore di Ragusa per migranti tunisini in applicazione del cosiddetto decreto Cutro.

In particolare, le Sezioni unite civili chiedono alla Corte Ue se le norme del Parlamento europeo e del Consiglio del 2013, ”ostino a una normativa di diritto interno che contempli, quale misura alternativa al trattenimento del richiedente (il quale non abbia consegnato il passaporto o altro documento equipollente), la prestazione di una garanzia finanziaria il cui ammontare è stabilito in misura fissa” ”anziché in misura variabile, senza consentire alcun adattamento dell’importo alla situazione individuale del richiedente, né la possibilità di costituire la garanzia stessa mediante intervento di terzi, sia pure nell’ambito di forme di solidarietà familiare, così imponendo modalità suscettibili di ostacolare la fruizione della misura alternativa da parte di chi non disponga di risorse adeguate, nonché precludendo la adozione di una decisione motivata che esamini e valuti caso per caso la ragionevolezza e la proporzionalità di una siffatta misura in relazione alla situazione del richiedente medesimo”. 

29 febbraio

Arriva un sostanziale via libera della Cassazione all’utilizzabilità delle chat criptate Sky-Ecc nei procedimenti giudiziari. È quanto hanno deciso le Sezioni unite penali chiamate a dirimere la questione relativa al sistema di messaggistica criptato, nell’ambito di procedimenti che riguardano, tra gli altri, la criminalità nel nostro Paese, in particolare nell’ambito di grand inchieste sul narcotraffico. Le Sezioni unite della Cassazione in particolare, interpellate su diversi quesiti, hanno rigettato i due ricorsi proposti dalle difese. Per i supremi giudici, ”l’acquisizione, mediante ordine europeo di indagine, dei risultati di intercettazioni disposte dall’Autorità giudiziaria estera su una piattaforma informatica criptata integra l’ipotesi disciplinata nell’ordinamento interno dall’art. 270 del codice penale” sull’utilizzabilità delle intercettazioni in altri procedimenti.

Inoltre ai fini dell’emissione dell’ordine europeo di indagine per l’acquisizione non occorre la preventiva autorizzazione del giudice. “L’utilizzabilità (…) deve essere esclusa se il giudice del procedimento nel quale dette risultanze istruttorie vengono acquisite rileva che, in relazione ad esse, si sia verificata la violazione dei diritti fondamentali, fermo restando che l’onere di allegare e provare i fatti da cui inferire tale violazione grava sulla parte interessata” sottolinea la Cassazione nelle motivazioni. Ma, spiegano le SezioniUnite, ”l’impossibilità per la difesa di  accedere all’algoritmo utilizzato nell’ambito di un sistema di comunicazioni per criptare il testo delle stesse non determina una violazione dei diritti fondamentali, dovendo escludersi, salvo specifiche allegazioni di segno contrario, il pericolo di alterazione dei dati in quanto il contenuto di ciascun messaggio è inscindibilmente abbinato alla sua chiave di cifratura, ed una chiave errata non ha alcuna possibilità di decriptarlo anche solo parzialmente”.

20 marzo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile l’istanza presentata dalla difesa di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto al 41 bis, contro la decisione con cui il tribunale di Sorveglianza di Roma lo scorso 23 ottobre aveva confermato il carcere duro. Ad impugnare il provvedimento era stato il difensore di Cospito, protagonista di un lungo sciopero della fame.

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9 aprile

Appello bis nel processo sulla morte l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso durante un pestaggio a Colleferro la sera del 6 settembre 2020, ma limitatamente alle attenuanti generiche per i fratelli Bianchi. Lo hanno deciso i giudici della Cassazione che hanno riconosciuto per tutti la responsabilità penale per omicidio volontario. Marco e Gabriele Bianchi erano stati in appello a 24 anni, dopo l’ergastolo comminato in primo grado. Diventano invece definitive le condanne per gli altri due imputati, 23 anni per Francesco Belleggia e 21 anni per Mario Pincarelli. Ai fratelli Bianchi in appello erano state concesse le attenuanti generiche, facendo scendere la condanna dall’ergastolo a 24 anni. Ora dopo la pronuncia della Cassazione i due rischiano nuovamente la condanna del carcere a vita. Per il prossimo gennaio è stato fissato l’Appello bis. 

10 aprile

La Corte di Cassazione conferma l’assoluzione per Claudio Foti, lo psicologo di Torino imputato nel processo con rito abbreviato nato dall’inchiesta sui presunti affidi illeciti dei bambini a Bibbiano. Foti era stato condannato in primo grado a 4 anni per le accuse di lesioni ai danni di una 17enne che avrebbe sviluppato un disturbo borderline in seguito alle sedute, e di abuso d’ufficio in relazione al servizio di psicoterapia affidata alla onlus da lui fondata, ‘Hansel e e Gretel’. La sentenza era stata poi ribaltata in Appello con l’assoluzione da tutte le accuse. Linea condivisa dai supremi giudici della quinta sezione penale che hanno dichiarato inammissibili i ricorsi della Procura generale di Bologna e dell’imputato, confermando l’assoluzione dall’accusa di abuso d’ufficio, per non aver commesso il fatto, e da quella di lesioni gravi, perché il fatto non sussiste.

16 aprile

La Cassazione conferma la condanna a 23 anni di carcere per Rassoul Bissoultanov, il ceceno, tuttora latitante, accusato di aver pestato e ucciso Niccolò Ciatti nella notte tra l’11 e il 12 agosto 2017 fuori da una discoteca di Lloret de Mar in Spagna. I supremi giudici della prima sezione penale, accogliendo quanto chiesto dal sostituto procuratore generale di Cassazione Antonietta Picardi, hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa. Diventa così definitiva la sentenza emessa dalla Corte di Assise d’Appello di Roma che aveva confermato la condanna di primo grado. Bissoultanov venne arrestato il 12 agosto 2017 in Spagna e poi dopo 3 anni e 10 mesi rimesso in libertà.

Dopo essere stato scarcerato il ceceno lasciò Girona e venne in seguito arrestato in Germania su mandato di cattura internazionale e in seguito estradato in Italia. Nel dicembre 2021 però la Corte d’Assise di Roma lo ha rimesso in libertà, con un provvedimento poi annullato dalla Cassazione. Tornato in Spagna, dopo la condanna a 15 anni, confermata anche in Appello, Bissoultanov ha fatto perdere le sue tracce ed è ancora latitante.

17 aprile

Le Sezioni Unite Penali della Cassazione depositano le motivazioni della sentenza sul saluto romano. ”L’integrazione del reato richiederà che il giudice accerti in concreto, alla stregua di una valutazione da effettuarsi complessivamente, la sussistenza degli elementi di fatto (esemplificativamente, tra gli altri, il contesto ambientale, la eventuale valenza simbolica del luogo di verificazione, il grado di immediata, o meno, ricollegabilità dello stesso contesto al periodo storico in oggetto e alla sua simbologia, il numero dei partecipanti, la ripetizione insistita dei gesti, ecc.) idonei a dare concretezza al pericolo di “emulazione” insito nel reato secondo i principi enunciati dalla Corte costituzionale”, scrivono i supremi giudici nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 18 gennaio hanno disposto un nuovo processo di Appello nei confronti di otto militanti di estrema destra che avevano compiuto il saluto romano nel corso di una commemorazione a Milano il 29 aprile 2016, aggiungendo che la prescrizione è maturata il 27 febbraio scorso.

Gli imputati erano stati assolti in primo grado nel 2020 per l’insussistenza dell’elemento soggettivo e poi condannati nel 2022. Una volta arrivato il fascicolo in Cassazione i giudici della prima sezione penale avevano investito della questione le Sezioni Unite. ”Va peraltro escluso che, di contro, come sostenuto dalle difese dei ricorrenti, la caratteristica ‘commemorativa’ della riunione possa rappresentare fattore di neutralizzazione degli altri elementi e, quindi, di ‘automatica’ insussistenza del reato, attesi il dolo generico caratterizzante la fattispecie e la irrilevanza dei motivi della condotta”, sottolineano i supremi giudici nelle ventotto pagine di motivazioni. “La condotta, tenuta nel corso di una pubblica riunione, consistente nella risposta alla ‘chiamata del presente’ e nel cosiddetto ‘saluto romano’ integra il delitto previsto dall’art. 5” della legge Scelba ”ove, avuto riguardo alle circostanze del caso – scrivono le Sezioni Unite Penali – sia idonea ad attingere il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista”. Questa condotta può integrare anche il delitto, di pericolo presunto, previsto dall’art. 2 comma 1” della legge Mancino ”ove, tenuto conto del significativo contesto fattuale complessivo, la stessa sia espressiva di manifestazione propria o usuale delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi” che hanno tra i loro scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

17 giugno

Nuovo processo di Appello per Chiara Appendino. Lo hanno deciso i giudici della quarta sezione penale della Cassazione che, accogliendo la richiesta della procura generale, hanno annullato con rinvio la sentenza inflitta all’ex sindaca di Torino per ricalcolare la pena, riducendola, in relazione ai fatti di piazza San Carlo. Appendino era stata condannata a 18 mesi. I supremi giudici hanno dichiarato irrevocabile la responsabilità penale per Appendino e Paolo Giordana, ex capo di gabinetto del comune.

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La vicenda riguarda i fatti del 3 giugno 2017 quando durante la proiezione su maxischermo della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid si scatenò il panico fra la folla con un bilancio di 1.500 feriti e la morte di due donne. L’ex sindaca finì a processo per il suo ruolo di responsabilità come primo cittadino, per le accuse di omicidio, disastro e lesioni, tutti in forma colposa. I supremi giudici hanno inoltre disposto un nuovo processo di appello anche per Maurizio Montagnese, ex presidente di Turismo Torino. Assolto in via definitiva invece con la formula “per non avere commesso il fatto” Alberto Bonzano, all’epoca dei fatti dirigente della Questura.

5 luglio

Ci sarà un nuovo processo d’Appello per Alex Pompa, il ragazzo che nell’aprile del 2020 uccise a coltellate il padre a Collegno, in provincia di Torino, al culmine dell’ennesima lite familiare per difendere la madre. Assolto in primo grado per legittima difesa, Alex, che ora porta il cognome della madre, Cotoia, era stato condannato il 13 dicembre del 2023 a sei anni e due mesi dalla Corte di Assise di Appello di Torino. I supremi giudici della prima sezione penale della Cassazione, accogliendo la richiesta della procura generale della Cassazione, hanno annullato con rinvio la sentenza impugnata disponendo un Appello bis. ”È evidente la necessità di una motivazione rafforzata davanti a un ribaltamento così evidente rispetto alla prima pronuncia” aveva sottolineato il sostituto procuratore generale della Cassazione Marco Dall’Olio nella requisitoria.

10 settembre

Nuovo processo di appello ma solo sull’aggravante della premeditazione per Davide Fontana, l’ex bancario di 44 anni imputato per aver ucciso, l’11 gennaio del 2022, la fidanzata Carol Maltesi nella sua abitazione di Rescaldina (Milano) e per essersi poi liberato del corpo della 26enne, fatto a pezzi. Lo hanno stabilito i giudici della prima sezione penale della Cassazione.

Lo scorso febbraio i giudici della Corte di Assise di Appello di Milano avevano riconosciuto l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, oltre che per la distruzione e l’occultamento di cadavere, aggravanti che hanno fatto aumentare la pena dai 30 anni del primo grado all’ergastolo. La Cassazione ha confermato l’aggravante della crudeltà stabilendo invece un annullamento con rinvio su quella della premeditazione.

12 settembre

Diventa definitivo l’ergastolo per Benno Neumair, il 33enne imputato per l’omicidio e l’occultamento dei cadaveri dei genitori Peter Neumair e Laura Perselli, strangolati il 4 gennaio 2021 e gettati nel fiume Adige. La Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa confermando la condanna all’ergastolo disposta il 30 ottobre 2023 dalla Corte d’assise d’appello di Bolzano.

14 ottobre

La Cassazione dispone un processo di appello per corruzione nel procedimento Ruby Ter che vede imputate in atti giudiziari una ventina di ragazze ospiti delle cene di Arcore, tra cui Karima ‘Ruby’ El Mahroug, assolte a Milano nel febbraio 2023. I supremi giudici della sesta sezione penale, presieduta da Giorgio Fidelbo, hanno invece dichiarato prescritta l’accusa di falsa testimonianza. Per l’ex fidanzato di ‘Ruby’, Luca Risso, accusato di riciclaggio è stato dichiarato inammissibile il ricorso dei pm milanesi. La decisione della Cassazione è arrivata dopo il ricorso “per saltum” della procura milanese, saltando il giudizio di appello, e riguarda 22 imputati, fra le quali alcune ragazze ospiti delle cene di Arcore, tra cui Karima ‘Ruby’ El Mahroug, tutte assolte a Milano nel febbraio 2023. Le loro posizioni, per l’accusa di corruzione in atti giudiziari, arrivano quindi per la prima volta davanti ai giudici di secondo grado. Per il tribunale di Milano erano da considerare inutilizzabili le dichiarazioni delle ex olgettine come testimoni nel dibattimento perché andavano già indagate, quindi accompagnate in aula da un avvocato.

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30 ottobre

Cade l’accusa di associazione a delinquere, con la formula perché il fatto non sussiste, per l’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante e altri due imputati nell’inchiesta su una presunta attività di dossieraggio. È quanto deciso dai giudici della sesta sezione penale della Cassazione che hanno inoltre fatto cadere le accuse in  relazione ai reati di rivelazione di segreto d’ufficio e di accesso abusivo a sistema informatico, in quest’ultimo caso ”limitatamente alle condotte poste in essere fino al giugno 2014” per intervenuta prescrizione.

I supremi giudici hanno disposto un appello bis per il ricalcolo della pena per i reati di accesso abusivo compiuti dopo il giugno 2014 e di corruzione, per i quali è stata dichiarata irrevocabile la responsabilità penale. Nel luglio 2022 la Corte di Appello di Caltanissetta aveva condannato Montante a 8 anni, a 5 anni Diego Di Simone, ex capo della security di Confindustria, a 3 anni e 3 mesi per Marco De Angelis, sostituto commissario. Con la sentenza della Cassazione diventa definitiva anche l’assoluzione per il colonnello Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta.

3 dicembre

Diventa definitiva la condanna a un anno e 8 mesi per l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo per rifiuto di atti d’ufficio e falso. E’ quanto hanno deciso i giudici della sesta sezione penale della Cassazione nel processo per la strage di Rigopiano, quando il 18 gennaio 2017 una valanga travolse l’hotel uccidendo 29 persone.

Appello bis, invece, per sei persone, all’epoca dei fatti dirigenti della Regione Abruzzo, che erano assolti nei precedenti gradi di giudizio. Appello bis anche per l’allora sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta mentre è stata confermata la condanna per l’ex gestore dell’hotel. 

4 dicembre

Appello bis per l’ex componente del Csm e magistrato simbolo del pool di Mani Pulite Piercamillo Davigo accusato di rivelazione del segreto d’ufficio in relazione alla vicenda dei verbali resi dall’avvocato Piero Amara sulla ”Loggia Ungheria”. I giudici della Sesta Sezione Penale della Cassazione hanno annullato con rinvio la parte della sentenza d’appello sulla rivelazione a terzi dei verbali mentre hanno dichiarato irrevocabile la responsabilità per quanto riguarda la condotta contestata in concorso. Il nuovo processo d’Appello si terrà davanti a un’altra sezione della Corte d’Appello di Brescia. Lo scorso 7 marzo i giudici della Corte d’Appello di Brescia avevano condannato il magistrato, ora in pensione, a un anno e tre mesi (pena sospesa) come avvenuto in primo grado.

12 dicembre

Dalla Cassazione arriva il via libera al referendum per l’abrogazione dell’autonomia differenziata. Semaforo verde dai supremi giudici anche ad altre consultazioni, tra cui l’abolizione di alcuni articoli del jobs act e il dimezzamento, da 10 a 5 anni, dei tempi di residenza degli stranieri in Italia per ottenere la cittadinanza italiana.

19 dicembre

La Corte di Cassazione ha risposto al rinvio pregiudiziale sollevato dal Tribunale di Roma il 1° luglio 2024. La Prima Sezione civile della Suprema Corte, nel ribadire che il giudice ordinario è il garante dell’effettività, nel singolo caso concreto al suo esame, dei diritti fondamentali del richiedente asilo, ha affermato che è riservata al circuito democratico della rappresentanza popolare la scelta politica di prevedere, in conformità della disciplina europea, un regime differenziato di esame delle domande di asilo per gli stranieri che provengono da paesi di origine designati come sicuri. Il giudice ordinario, quindi, non può sostituirsi al Ministro degli affari esteri.

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Non può neppure annullare con effetti erga omnes il decreto ministeriale. ”Può tuttavia – si spiega in una nota – nell’ambiente normativo anteriore al decreto-legge 23 ottobre 2024, n. 158, e alla legge 9 dicembre 2024, n.187, in sede di esame completo ed ex nunc, valutare la sussistenza dei presupposti di legittimità di tale designazione, ed eventualmente disapplicare in via incidentale, in parte qua, il decreto ministeriale recante la lista dei paesi sicuri (secondo la disciplina ratione temporis), allorché la designazione operata dall’autorità governativa contrasti in modo manifesto, tenuto conto delle fonti istituzionali qualificate di cui all’art. 37 della direttiva 2013/32/Ue, con i criteri di qualificazione stabiliti dalla normativa europea o nazionale”.

”Inoltre – si spiega ancora – a garanzia dell’effettività del ricorso e della tutela, il giudice conserva l’istituzionale potere cognitorio, ispirato al principio di cooperazione istruttoria, là dove il richiedente abbia adeguatamente dedotto l’insicurezza nelle circostanze specifiche in cui egli si trova. In quest’ultimo caso, pertanto, la valutazione governativa circa la natura sicura del paese di origine non è decisiva, sicché non si pone un problema di disapplicazione del decreto ministeriale”.

(Adnkronos – di Assunta Cassiano e Daniele Dell’Aglio) 



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