“Migliorare le ciclopedonali per garantire la sicurezza”

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La zona a Sud di Reggio Emilia raggruppa otto quartieri della città: Baragalla, Belvedere, Buco del Signore, Buon Pastore, Crocetta, Strada Alta, Migliolungo, Pappagnocca, San Pellegrino, Rosta Nuova. E conta oltre 43mila abitanti, rappresentando un quarto della città. Abbiamo parlato della Consulta territoriale D con i coordinatori Francesco Campari e Laura Sanna, che per la comunità hanno definito i tre pilastri del loro lavoro: la cura del verde e del patrimonio pubblico, il rafforzamento del welfare e dei servizi socio-sanitari, la creazione di una comunità educante unita e una mobilità sostenibile.

Francesco e Laura, quale è l’obiettivo principale della Consulta D? “Le Consulte sono nate per supportare l’amministrazione nella co-programmazione, sono dunque una piattaforma di democrazia partecipativa in azione. Con gli inevitabili limiti di un organismo ancora giovane, hanno già dimostrato di poter essere uno strumento che facilita il rapporto tra cittadini e amministrazione comunale. Il nostro obiettivo è ascoltare i bisogni della comunità, trasformarli in proposte concrete e lavorare insieme al Comune per realizzare un territorio migliore. E con il Patto d’Ambito cerchiamo di dare al Comune gli stimoli per costruire un futuro condiviso con la popolazione”.

Quali sono i temi più caldi emersi dai vostri incontri con i cittadini? “Per i cittadini la priorità è la tutela del verde pubblico, avere infrastrutture ben mantenute e una sicurezza urbana potenziata. I parchi degradati, le piste ciclabili da migliorare e le barriere architettoniche da abbattere sono alcune delle questioni più sentite. C’è anche una forte richiesta di attenzione verso le fasce più vulnerabili, come gli anziani e i più giovani”.

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Un esempio concreto di progetto già avviato. “Il primo progetto è stato sicuramente quello sulla nostra organizzazione. Essendo un gruppo molto grande abbiamo strutturato l’intera Consulta sul modello di una piccola azienda: oltre ai due coordinatori e ai due vice abbiamo quattro segretari, uno generale e uno per ciascun programma. Tutte le azioni hanno un referente e un team di lavoro, in un’ottica di condivisione delle responsabilità. Per quanto riguarda i progetti chiave che coinvolgono il nostro territorio, parliamo di creazione di un bosco urbano nell’area dell’ex Magiaro e la riqualificazione del Parco del Crostolo. Stiamo lavorando con i cittadini perché questi spazi verdi si trasformino in luoghi vivi e accoglienti per tutti. Stiamo poi seguendo da vicino con un nostro gruppo di lavoro la situazione del Rio Marciocca, che ha un problema di inquinamento delle acque”.

Fronte welfare. Quali sono le vostre proposte? “Il welfare è il cuore della nostra visione. L’attenzione è focalizzata sui servizi per anziani e persone non autosufficienti, come l’assistenza domiciliare e la creazione di spazi per socializzare. Inoltre, sosteniamo la creazione di una casa di comunità per fornire servizi sanitari e sociali integrati. Un aspetto cruciale è la collaborazione con le associazioni locali, fondamentale per rispondere meglio ai bisogni del territorio”.

Parliamo di mobilità e scuola. Quali sono i progetti? “La mobilità sostenibile è essenziale. Vorremmo collegamenti ciclopedonali migliori per garantire sicurezza e accessibilità. La creazione delle “strade scolastiche”, zone chiuse temporaneamente al traffico veicolare nelle immediate vicinanze delle strutture educative, avrà un grande valore non solo nell’immediato, per la sicurezza di bambini e ragazzi, ma anche una valenza educativa per loro che saranno adulti e genitori domani: impareranno da subito che non è necessario arrivare a destinazione in auto fino all’ultimo metro, si può anche camminare o pedalare. Per le scuole, il nostro obiettivo è creare una rete con le associazioni locali per sviluppare progetti educativi innovativi, coordinati tra loro. Vogliamo far crescere una comunità educante che valorizzi i giovani e promuova il senso di appartenenza”.

Nel portare avanti il vostro lavoro avete incontrato qualche difficoltà? “Coinvolgere tutte le fasce della popolazione, in particolare i più giovani e i più anziani, non è sempre facile. Sentiamo la mancanza di una sede fisica per la Consulta, che sarebbe un passo fondamentale per rafforzare il nostro impatto sul territorio. Inoltre, la mancanza di un tecnico comunale dedicato alle Consulte limita la nostra capacità di azione. Siamo però ottimisti perché il programma annunciato dall’assessore Prandi, referente delle Consulte, prevede di colmare queste lacune nel medio termine”.

Quali sono i prossimi passi della Consulta D? “Vogliamo consolidare e concretizzare i programmi in corso e ampliare il coinvolgimento dei cittadini attraverso nuovi momenti di ascolto e partecipazione. Il Patto d’Ambito del prossimo anno sarà un tassello fondamentale. Rafforzeremo le collaborazioni con associazioni e istituzioni per costruire un territorio più inclusivo e sostenibile. Unendo le forze possiamo fare la differenza”.



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