Per avere la patente o superare la revisione bastava una mazzetta da 1800 euro, il vigilantes chiudeva spesso un occhio

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L’inchiesta sulla presunta associazione a delinquere presso la Motorizzazione di Torino ha smascherato un sistema illecito di revisioni false e patenti facili. Grazie a intercettazioni, è emerso che William Antoniello, con la complicità di un vigilantes, facilitava esami di guida tramite strumenti tecnologici e mazzette. Nonostante il sistema, molti candidati hanno fallito per imprevisti tecnici o impreparazione. Le indagini continuano con 35 indagati.


Intercettazione chiave dell’inchiesta

Io e te mangiamo bene insieme

Primo agosto 2023. Albino Fornaca, funzionario della Motorizzazione, e William Antoniello, gestore di una società d’auto e di una scuola guida di Venaria, non sanno di essere intercettati. Si complimentano a vicenda per come «mangiano bene». E rimpiangono i tempi del passato, quelli in cui ogni documento esisteva solo di carta: «Minchia oramai con i computer…». «Eh non scappi più porco Giuda». «Una volta era più facile». «Una volta spariva la pratica e dov’è? E che ne so io!».


L’indagine e le accuse

È questa, secondo il pm Giovanni Caspani, e anche secondo il tribunale del Riesame, l’intercettazione chiave dell’inchiesta che ha sgominato la presunta associazione a delinquere che fabbricava revisioni false e che, dietro pagamento, faceva sì che candidati ignoranti passassero il test per conseguire la patente.

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Sono 35 gli indagati dalla Guardia di finanza di Torino. Due quelli con la posizione più grave. Tra cui Antoniello, che nei giorni scorsi si è rivolto al tribunale delle libertà per chiedere una misura meno afflittiva rispetto ai domiciliari. Ma il collegio, composto dai giudici Luca Ferrero, presidente, Cristiano Trevisan, estensore e Loretta Bianco) ha respinto la richiesta.


Mazzette e pratiche false

«Io e te mangiamo bene insieme» è per i giudici «l’intercettazione manifesto» dell’operazione. Mangiare vuole dire guadagnare. Fornaca avrebbe preso mazzette da Antoniello. Dai 500 ai 1800 euro, quelle documentate.

E Antoniello, a sua volta, avrebbe fatto affari garantendo ai propri clienti pratiche false ottenute in tempi record. Revisioni e certificati di ogni tipo. «Pratiche fantasma» ottenute senza alcun controllo dei mezzi.


Le “patenti facili”

Secondo la procura, lo schema era semplice. Antoniello e la moglie cercavano clienti disposti a pagare – mille euro – per tentare l’esame di guida. Prima della prova i candidati venivano “vestiti”.

Dotati di un kit di strumenti necessari per collegarsi con l’esterno. La vestizione avveniva in un camper parcheggiato davanti al McDonald’s di Nichelino, a otto chilometri dalla sede della Motorizzazione. A bordo c’era chi forniva ai candidati gli smartphone e gli auricolari. E i “sapientoni” che, collegati in diretta, suggerivano le risposte, dopo aver visto su un monitor le foto delle domande.


Coinvolgimento del vigilantes

Il sistema non poteva funzionare senza la complicità del vigilantes addetto ai controlli. Per 200 euro a sessione, il vigilantes chiudeva un occhio sui candidati sospetti. Al mattino riceveva pizzini con i nomi degli esaminandi da favorire, che sono stati sequestrati durante le perquisizioni.

Il sistema non poteva reggere senza il vigilantes addetto ai controlli. Per 200 euro a sessione, chiudeva un occhio riguardo ai candidati che avevano pagato per trassare. Di buon mattino, oltre alla bustarella, prendeva un mazzetto di pizzini: su ognuno c’era scritto il nome dell’esaminando da non guardare. Anche i pizzini sono stati sequestrati dalla Finanza durante le perquisizioni.

Erano molte le cose che il vigilantes faceva finta di non vedere. Il cellulare nascosto sotto la maglietta del candidato. La telecamerina nascosta nel buco del tessuto, di modo che potesse inquadrare il pc. Gli auricolari collegati con il suggeritore esterno. Ma le telecamere nascoste dagli investigatori hanno ripreso tutto.

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Il fallimento di alcuni candidati

È il sei maggio 2023. Il giorno della prima tornata d’esame. Entrano Chanel, Nikita, Manuel e Claudia. Nessuno ha studiato. Due di loro si sono iscritte a scuola guida solo sette giorni prima del test. Alla Fenice di Venaria. Eppure sono di Bergamo. Non proprio una scelta comoda.

Il 23 giugno si presentano due fratelli, Claudia e Denny. Antoniello intercettato, dice a Fornaca: «Il padre (sinti potente e facoltoso, ndr) è una persona seria. C’ha in mano tutta la Lombardia». Ma la sorte è avversa. La ragazza non supera l’esame. Il giorno dopo si scopre il motivo: «La strumentazione non prendeva». «Peraltro – scrivono i giudici del Riesame – neanche il fratello di costei subisce miglior fortuna. Prima di sostenere l’esame resta coinvolto in un incidente stradale».

A settembre andrà meglio per tutti e due. Ma anche questa volta qualcosa va storto. La candidata Marylin non passa il test. «È una scimunita», commentano i due indagati. «Motorino di avviamento rotto», il testo del messaggio sulla non ammissione, che suscita la disapprovazione degli indagati. Mostrano disprezzo anche per il vigilantes, per il comportamento che avrebbe tenuto durante la perquisizione. «Hanno trovato i biglietti! Doveva mangiarseli, invece che farseli sequestrare».



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