approvata la legge di bilancio con le tasse crypto al 26%

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Sabato 28 dicembre è stata approvata in via definitiva la legge di bilancio dell’Italia per il 2025. 

Si tratta di una legge importante anche per gli italiani che posseggono criptovalute, perchè contiene un articolo dedicato proprio specificatamente alla tassazione delle plusvalenze crypto. 

La tassazione crypto in Italia: la nuova legge di bilancio

L’articolo 43 del disegno di legge 1330 approvato in via definitiva dal Senato fissa al 26 per cento l’aliquota dell’imposta sostitutiva sulle plusvalenze e sugli altri redditi diversi. 

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Questo articolo serve a risolvere un problema scoperto solamente ad ottobre riguardo la tassazione crypto. 

Infatti in origine tale aliquota, nell’articolo 5 del decreto legislativo n. 461 del 21 novembre 1997, era del 12,5%, successivamente alzata al 26%. Tuttavia quando venne alzata al 26% in quell’articolo 5 non erano ancora incluse le cripto-attività (ovvero le criptovalute), e quando successivamente vennero incluse di fatto doveva essere loro applicata l’aliquota originale. 

Ora invece l’aliquota al 26% è stata chiaramente applicata a tutte le tipologie di asset inclusi nell’articolo 5 del decreto legislativo n. 461 del 1997.

L’aumento della tassazione crypto

È stato pertanto definitivamente scongiurato l’aumento della tassazione sulle plusvalenze crypto al 42% che era stato inserito in un primo momento nella legge di bilancio. 

Tale aumento è stato tolto dal nuovo testo che è stato presentato ad approvato dal Parlamento, ma ne è stato aggiunto un altro. 

Infatti l’articolo 24 del nuovo testo, ormai definitivamente approvato, afferma che a partire dal 1° gennaio 2026 l’imposta sostitutiva sulle plusvalenze generate da vendite di asset compresi negli articoli 5, 6 e 7 del decreto legislativo 461 del 21 novembre 1997 sarà applicata l’aliquota del 33 per cento.

Questo significa che per le plusvalenze crypto generate nel 2025 varrà l’attuale aliquota del 26%, mentre a partire da quelle generate dal 2026 in poi si dovrà applicare il 33%. 

Tuttavia da qui fino a fine 2025 ci sarà ancora tempo per intervenire e modificare questa nuova aliquota. Non è assolutamente detto che ci si riuscirà, pertanto per ora tale misura va considerata definitiva, ma non è impossibile immaginare che possa essere modificata. 

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L’aliquota del 26% per il 2025 invece di fatto non può più essere modificata. 

L’eliminazione della soglia di esenzione

C’è però un’altra brutta notizia per i posessori di criptovalute italiani. 

Infatti l’articolo 25 sopprime la soglia di esenzione di 2.000.

Quando le criptovalute vennero normate in Italia, a fine 2022, venne introdotta una soglia di esenzione di 2.000€ sulla tassazione. 

In altre parole, se la somma annuale di tutte le plusvalenze e le minusvalenze generate in un anno dalla vendita di criptovalute non superava la soglia di 2.000€ queste si potevano non dichiarare. In questo modo non si era tenuti a pagarci le tasse sopra. 

Ora invece, per uniformare il regime fiscale cripto a quello di altri asset finanziari, tale soglia è stata soppressa, pertanto in teoria si dovrà pagare il 26% anche se la somma annuale di plusvalenze e minusvalenze crypto dovesse essere solamente di 1€.

Rivalutazione al 18%

La  legge di bilancio del 2025 introduce anche una rivalutazione. 

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L’articolo 26 infatti prevede la facoltà di pagare un’imposta sostitutiva del 18 per cento sulle criptovalute possedute al primo gennaio 2025. 

Pertanto chi non dovesse riuscire a recuperare o a dimostrare il costo di acquisto delle criptovalute possedute in tale data, o non volesse farlo per non pagare il 26% sulle eventuali plusvalenze generate da vendite, può optare per questa soluzione facoltativa, a patto di versare l’imposta entro il 30 novembre 2025. 

Per calcolare il valore di questa imposta sarà sufficiente calcolare il 18% del valore in euro delle criptovalute detenute al primo gennaio 2025, ignorando completamente il costo di acquisto. 

Tale imposta potrà anche essere rateizzata fino ad un massimo di tre rate annuali di pari importo, con il 3% annuo di interessi sulle due rate successive alla prima. 

Le reazioni

Ribadendo che la legge di bilancio è ormai stata approvata in maniera definitiva, e che entrerà quindi sicuramente in vigore a partire dal primo gennaio 2025, va detto che le reazioni non sono state molto positive. 

Se da un lato c’è chi ha esultato per il fatto che sia stato completamente scongiurato l’aumento al 42% della tassazione sulle plusvalenze crypto, precedentemente annunciato in pompa magna dal ministero dell’economia, dall’altro però ci sono state proteste. 

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La prima protesta è per l’eliminazione della soglia di esenzione di 2.000€, dato che la stragrande maggioranza degli italiani che possiedono criptovalute ne possiede per un valore inferiore a questa cifra. 

Tuttavia da questo punto di vista va sottolineato che una tale soglia era un’anomalia specifica che riguardava solamente le criptovalute, in Italia, e che quindi la sua rimozione non fa altro che equipararle ad altri asset finanziari. 

Invece l’aumento della tassazione al 33% per il 2026 non ha alcuna giustificazione se non quella di far cassa. 

Da questo punto di vista le proteste non solo sono giustificate, ma sono anche inevitabilmente molte, dato che si tratta a tutti gli effetti di un aumento della pressione fiscale in un Paese in cui è già elevata. 



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