dal I° gennaio addio al PUN si passa ai Prezzi Zonali, chi ne beneficerà?

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Il I° luglio 2024 abbiamo assistito alla fine del mercato di maggior tutela per la fornitura di energia elettrica. In quel giorno chi non aveva ancora un contratto nel mercato libero aveva fatto la conoscenza del PUN, il prezzo unico nazionale indice di riferimento per il costo dell’energia nei contratti del mercato libero. 

 

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Quella col PUN è stata una breve seppur tormentata storia con poco innamoramento da parte degli utenti italiani. 

Troppo incomprensibili le offerte che utilizzavano il PUN come riferimento primo ma poi esprimevano il prezzo finale dell’energie con algoritmi alquanto misteriosi. 

 

Dal 1° gennaio 2025, per il mercato elettrico italiano avremo un cambio significativo metteremo in soffitta il PUN e adotteremo i prezzi zonali. 

L’obbiettivo di questa manovra decisa dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), mirerebbe a rendere il mercato dell’energia più efficiente e trasparente. 

Speriamo che lo rendano più chiaro per tutti gli utenti.

 

Cos’è il PUN?

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Il Prezzo Unico Nazionale (PUN) è il prezzo di riferimento dell’energia elettrica acquistata in borsa in Italia. 

Si tratta di una media ponderata dei prezzi di vendita zonali, calcolata in base agli acquisti totali di energia effettuati nel mese calcolata sulla media dei prezzi giornalieri pesati rispetto ai volumi di energia acquistata. Semplicemente il PUN rappresentava il costo all’ingrosso dell’energia elettrica per tutto il Paese.

 

Differenze tra PUN e Prezzi zonali.

 

Il passaggio ai prezzi zonali comporta una differenza fondamentale rispetto al PUN: il PUN è un prezzo unico nazionale, i prezzi zonali variano in base alle diverse aree geografiche del Paese. 

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Ogni zona avrà un proprio prezzo dell’energia, determinato dai costi di produzione e trasmissione specifici di quella regione. L’obbiettivo del MASE era di rispecchiare più fedelmente le dinamiche del mercato all’ingrosso e di incentivare una gestione più efficiente delle risorse energetiche locali. Questo sistema, infatti, tiene conto delle variazioni di prezzo dovute a fattori locali come la domanda e l’offerta di energia, le infrastrutture disponibili e le condizioni climatiche. 

Ciò determinerà differenze che riflettono lo sviluppo socioeconomico del nostro paese con prezzi più alto laddove il sistema infrastrutturale non è adeguatamente sviluppato.

 

I tempi di attuazione del decreto-legge sui Prezzi zonali.

 

Il cambiamento è stato stabilito dal decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, art. 19 comma 4-ter, e successivamente attuato dal decreto del MASE del 18 aprile 2024, l’adozione dei prezzi zonali intende ridurre la congestione delle reti elettriche che trasmettono l’energia e, al contempo, incentivare l’utilizzo delle fonti rinnovabili.

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Il MASE, inoltre, con questo cambiamento punta anche a ridurre alcune criticità del modello basato sul Prezzo Unico Nazionale:

 

Colmare la discrepanza con il mercato europeo. La maggioranza dei Paesi europei utilizza già un modello di formazione dei prezzi energetici che tiene in considerazione i diversi territori e non opera una sintesi a livello nazionale.

 

Rendere più efficiente l’allocazione degli investimenti e delle risorse. Attraverso il Prezzo zonale i fornitori potranno gestire in modo più semplice e consapevole l’incertezza dei mercati legata alle discrepanze di prezzo tra i territori.

 

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Il passaggio ai prezzi zonali, tuttavia, non sarà immediato, ma avverrà attraverso un periodo di transizione che si estenderà almeno fino alla fine del 2025. 

Durante questo periodo, sarà implementato un meccanismo di perequazione per compensare eventuali differenze tra il prezzo zonale e il PUN, garantendo una transizione graduale e senza scossoni per i consumatori.

 

Le Zone di prezzo individuate.

 

Le zone individuate per la diversa applicazione dei prezzi sono 7, determinate in base alle specifiche caratteristiche geografiche e infrastrutturali delle diverse aree italiane:

~ Nord (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia)

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~ Centro Nord (Marche e Toscana)

~ Centro Sud (Lazio, Campania, Abruzzo, Umbria)

~ Sud (Molise, Puglia, Basilicata)

~ Calabria

~ Sicilia

~ Sardegna

 

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Cosa accadrà alle nostre tariffe?

 

I prezzi zonali favoriranno le regioni più efficienti e che hanno già un buono sfruttamento delle risorse rinnovabili, i territori che, invece, partono svantaggiati, potrebbero subire aumenti di prezzo dell’energia elettrica. 

Tuttavia, per limitare differenze troppo nette tra le aree più svantaggiate e quelle più efficienti, lo stesso Decreto legge prevede un meccanismo di perequazione (operazione di livellamento per maggior equità) tra i clienti finali, che tenga conto del contributo alla flessibilità e all’efficienza del sistema nonché delle esigenze di promozione della concorrenza nel mercato, a compensazione dell’eventuale differenziale tra il prezzo zonale e un prezzo di riferimento calcolato dal GME in continuità con il calcolo del prezzo unico nazionale“.

 

Il passaggio dal PUN al Prezzo zonale non inciderà comunque in modo significativo sulle bollette degli utenti. 

Si tratterà di differenziali, a parità di consumi, di pochi euro l’anno tra le diverse aree.

 

Benefici teorici per consumatori, ambiente ed economia.

Il passaggio dal PUN ai prezzi zonali offrirà, in ultima analisi, numerosi vantaggi:

 

Per i consumatori: i prezzi zonali possono portare a una maggiore trasparenza e a una riduzione dei costi nel medio-lungo termine. Operando sui singoli territori, è possibile ridurre le importazioni di energia e incentivare l’uso di risorse locali. Questo può tradursi in bollette più basse per i consumatori.

 

Per l’ambiente: il nuovo sistema spingerà gli investimenti verso le energie rinnovabili e le infrastrutture di produzione più sostenibili. Riducendo la dipendenza dalle fonti fossili e promuovendo l’uso di energie pulite, si contribuirà a diminuire le emissioni di CO2 e a combattere il cambiamento climatico. In particolare, lo sviluppo delle comunità energetica potrà portare notevoli vantaggi laddove le infrastrutture nazionali sia carente.

 

Per l’economia: l’adozione dei prezzi zonali può stimolare l’economia locale, creando nuove opportunità di lavoro e favorendo lo sviluppo di tecnologie innovative nel settore energetico. Una gestione più efficiente delle risorse energetiche può migliorare la competitività del sistema economico italiano.

 

Il consiglio come sempre è di fare molta attenzione nel valutare le offerte energetiche ed i costi occulti, si vi è possibile affidatevi un Tutor per l’energia domestica, indipendente, che è in grado di orientarvi al meglio rispetto alle offerte del mercato.

 



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