Furti e rapine, i gioiellieri: «Sistemi di riconoscimento facciale per difenderci. Tra noi una rete di mutuo-aiuto»

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Dafne Roat 

E-commerce, rischi e instabilità economica: il presidente di Federpreziosi Stefano Andreis indica le strategie

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Il prezzo dell’oro ha registrato un aumento significativo negli ultimi mesi, raggiungendo nuovi massimi storici e segnando un incremento del 38% rispetto ai 12 mesi precedenti. «Un rialzo è attribuibile a diversi fattori tra cui incertezze geopolitiche ed economiche con le preoccupazioni riguardo a una possibile recessione che hanno spinto gli investitori a cercare beni rifugio come l’oro», osserva Stefano Andreis, presidente nazionale di Federpreziosi e del Gruppo Orafi Federpreziosi di Trento. Ma sulla nuova corsa all’oro hanno inciso anche le politiche monetarie delle banche centrali, tra cui Cina, Polonia, Turchia e Singapore, che hanno aumentato le loro riserve auree, contribuendo alla crescita della domanda e del prezzo della materia prima. «L’incremento ha un impatto significativo sul mercato delle gioiellerie e sui magazzini. Se infatti il prezzo resta elevato a lungo termine, gli oltre 13.000 punti vendita presenti in Italia compresi i 300 del Trentino Alto Adige dovranno ripensare le strategie di gestione delle proprie scorte, con un occhio ai trend globali, per mantenere la redditività».

Parliamo di criminalità, il vostro è un settore molto esposto, quali strumenti avete per difendervi?
«Il tema della sicurezza è una delle principali preoccupazioni degli operatori del settore orafo, che sono quotidianamente esposti a furti, rapine e truffe. La natura preziosa e facilmente trasformabile dell’oro, rende ancora più vulnerabili coloro che lavorano in questo settore. A ciò si aggiunge la pressione psicologica che subiscono gli operatori di fronte a situazioni di emergenza, come intrusioni o sequestri, dove un errore di valutazione potrebbe avere conseguenze gravi. In generale, mentre le statistiche del Ministero dell’Interno mostrano una stabilità nei reati denunciati, la percezione di insicurezza resta alta, alimentata dall’aumento di frodi informatiche e rapine. In particolare, gli operatori nelle aree extraurbane si sentono meno protetti, a causa della minore presenza visibile delle forze dell’ordine».




















































Come si può intervenire?
«Questa situazione richiede un intervento più incisivo da parte dello Stato, che dovrebbe non solo migliorare i controlli nelle aree urbane, ma anche implementare misure specifiche nelle zone più isolate. È cruciale evitare disparità tra zone maggiormente protette e altre meno sorvegliate, che potrebbero diventare bersagli privilegiati dalla criminalità. Di conseguenza, un piano nazionale per la sicurezza del settore orafo e commerciale è indispensabile per garantire una copertura omogenea in tutto il Paese. Le piccole medie imprese, molte a conduzione familiare, stanno già adottando misure di sicurezza passiva all’avanguardia, come videocamere, pulsanti antirapina e sistemi capaci di riconoscere volti e targhe. Questi strumenti, incentivati da protocolli di intesa tra Prefetture e associazioni di categoria, hanno dimostrato di essere efficaci».

Qualche esempio?
«C’è un protocollo di videosorveglianza siglato tra il Ministero dell’Interno e Federpreziosi, che punta a migliorare i sistemi di sicurezza su tutto il territorio nazionale e a facilitare la collaborazione tra esercenti e forze dell’ordine. Un’altra strategia fondamentale è lo sviluppo di un approccio collaborativo tra imprese. Creare una rete di mutuo sostegno tra gli operatori può rappresentare una difesa più solida. Un esempio virtuoso è l’Associazione Tutela Orafi di Trento, che dal 1994 ha istituito, traendo spunto dalle Società di Mutuo Soccorso sorte nel 1800 quale evoluzione delle corporazioni d’arte e di mestiere, un sistema di mutuo soccorso per coprire i danni causati da furti e rapine. Con un massimale fino a 80.000 euro, l’associazione, che ad oggi rappresenta oltre 100 imprese orafe trentine, offre una protezione significativa, integrata da polizze assicurative specifiche che coprono i danni maggiori».

In un contesto come quello appena descritto, i piccoli negozi riescono a sopravvivere?
«Le gioiellerie trentine, come molte altre in Italia, stanno affrontando sfide significative a causa delle tensioni geopolitiche e delle preoccupazioni economiche che influenzano la capacità di spesa dei consumatori. Questi fattori hanno portato a una diminuzione, non generalizzata, della domanda di beni di lusso, inclusi i gioielli, costringendo le attività locali a rivedere le proprie strategie per mantenere la competitività. Le gioiellerie trentine puntano sulla valorizzazione dell’artigianato di qualità, sottolineando la qualità e l’unicità dei prodotti del nostro made in Italy. La capacità di innovare e valorizzare le proprie peculiarità sarà cruciale per superare questo periodo. Il nostro è un territorio piccolo, ma c’è lavoro per tutti e siamo una regione di confine. Il tedesco ama venire in Italia e fare il regalo comperato qui, l’Alto Adige ne beneficia moltissimo ma anche il vicino lago di Garda risente dell’influenza del turismo tedesco».

C’è più concorrenza rispetto al passato?
«Oggi le gioiellerie affrontano una concorrenza più intensa, derivante dall’espansione dell’e-commerce, dalla diversificazione dei beni di lusso, dall’ingresso di brand internazionali e dall’evoluzione delle preferenze dei consumatori. Per mantenere la competitività, è essenziale adottare strategie innovative, abbracciare la digitalizzazione e adattarsi alle nuove tendenze del mercato. Tutto questo si può sintetizzare in formazione, competenza e professionalità. Queste le leve vincenti. Un microcosmo di tante gioiellerie nella galassia del commercio di vicinato che mantiene il suo punto di forza sulla relazione diretta e personale con i consumatori, unita alla capacità di offrire un’esperienza autentica e affidabile: questo li rende indispensabili».

Quanto pesa il commercio online sul vostro settore?
«Il commercio online sta assumendo un ruolo sempre più significativo. Secondo stime, la quota delle vendite online di gioielli potrebbe raggiungere tra il 18% e il 21% entro il 2025, rispetto al 13% registrato nel 2019. Il commercio online sta diventando una componente chiave per la crescita e la competitività del settore orafo e gioielliero, con una tendenza in aumento che si prevede continuerà nei prossimi anni. Sono convinto che in questo settore, dove il prodotto ha un forte valore emozionale e simbolico, l’omnicanalità può fare la differenza, permette di unire la tradizione del contatto fisico con la comodità del digitale».

Per mantenere livelli alti il gioiellerie deve avere magazzini importanti, quindi è costretto a indebitarsi. Qual è la situazione?
«La gestione efficiente delle scorte è cruciale. Secondo un’indagine condotta dal nostro osservatorio tra maggio e giugno 2024, il 63% delle aziende orafe ha investito in programmi per la gestione del magazzino e delle scorte. Questi strumenti consentono un monitoraggio in tempo reale dell’inventario, ottimizzando i livelli di stock e riducendo i costi associati all’immobilizzazione del capitale. Per rimanere competitive, le aziende orafe al dettaglio devono continuare a investire in tecnologie avanzate e nella formazione del personale».

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Come state gestendo il cambio generazionale?
«Il comparto orafo offre opportunità interessanti per le nuove generazioni. Secondo una ricerca condotta su 3.000 studenti di scuole medie e superiori, oltre il 25% mostra interesse verso professioni legate all’ideazione, produzione e vendita di gioielli. Questo interesse è particolarmente elevato tra gli studenti degli istituti tecnici, dove oltre il 50% considera positivamente una carriera nel settore. Federpreziosi Confcommercio, riconosce l’importanza del ricambio generazionale e della formazione. Più volte ho sottolineato la necessità di valorizzare il ruolo del dettaglio orafo come anello di congiunzione tra il pubblico e la produzione, promuovendo iniziative che coinvolgano le nuove generazioni nel settore».

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30 dicembre 2024 ( modifica il 30 dicembre 2024 | 09:44)

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