La questione eterna “Scordovillo” e le terme di Lamezia

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La questione eterna “Scordovillo” e le terme di Lamezia. Due temi apparentemente distanti tra loro ma che invece riconducono la discussione ad un comune denominatore.
Partiamo dal primo (s)punto.
A Lamezia Terme c’è un campo rom, denominato “Scordovillo”, derivante dal nome della contrada in cui è collocato. Il più grande del Sud Italia, con circa 100 famiglie e poco più di 400 residenti. Il campo Rom di Scordovillo ha in essere, da più di vent’anni (2011), un ordine di sgombero della Prefettura di Catanzaro. Lo stesso Prefetto, negli anni successivi, aveva chiesto ufficialmente all’Amministrazione Comunale di Lamezia Terme la redazione di un “progetto” per Scordovillo, richiesta inevasa.
A distanza di qualche anno, nel 2015, l’Asp di Catanzaro conduce uno “Studio epidemiologico dello stato di salute dei residenti nella provincia di Catanzaro in relazione all’inquinamento ambientale: mortalità, incidenza oncologica e ricoveri ospedalieri”. E tra le conclusioni dello stesso si legge che “per quanto riguarda il sito di Lamezia Terme vanno segnalati gli eccessi di mortalità per tumore del pancreas nelle donne, per linfomi non Hodgkin negli uomini, gli eccessi di ricovero in entrambi i generi per tumori dell’apparato linfoemopoietico e leucemie e per tumori del pancreas e della laringe fra gli uomini”. Si potrebbe immaginare una alzata di scudi, invece, nulla.
Passano gli anni e nel 2017, durante una delle gestioni straordinarie dell’amministrazione locale, la Commissione prefettizia individua una Unità di Progetto denominata “Rom Scordovillo” per avviare un progetto di ricollocamento. Una “Road Map” importante, segnata da specifiche fasi di progetto. Ma anche questa opportunità rimane al palo, ad eccezione di alcune prime riunioni di coordinamento.
Nel 2020 l’Aterp, l’Azienda regionale che si occupa dell’edilizia residenziale pubblica in Calabria, riapre i termini per una ricerca di mercato finalizzata all’individuazione di aziende interessate ad effettuare lavori mirati al restyling di alcune abitazioni, di proprietà pubblica, letteralmente abbandonate all’incuria.
In parallelo, attraverso lo strumento di “Agenda Urbana”, il Comune di Lamezia Terme, nell’ambito delle azioni a supporto per una “LAMEZIA INCLUSIVA E SOSTENIBILE”, prevede “Interventi di potenziamento del patrimonio pubblico privato esistente e di recupero di alloggi di proprietà del Comune e ex IACP per incrementare la disponibilità di alloggi sociali e servizi abitativi per categorie fragili per ragioni economiche e sociali. Interventi infrastrutturali finalizzati alla sperimentazione di modelli innovativi sociali e abitativi” per un budget di tre milioni di Euro.
Trascorrono gli anni senza un nulla di fatto e siamo nel 2022. L’ennesimo Commissario prefettizio, per conto del Comune di Lamezia, rappresenta la necessità di interventi di più ampio respiro e di costo molto più elevato, che non siano limitati allo smaltimento straordinario dei rifiuti, bensì ad un’azione di risanamento del sito di Scordovillo. Lo stesso ricorda anche l’avvenuto stanziamento di un contributo straordinario di 500.000 euro da parte del Ministero dell’Interno a favore del Comune di Lamezia.
Per cui il Comune approva il progetto di rimozione dei rifiuti presenti in località Scordovillo e nelle aree limitrofe al campo rom e predispone la scheda del costo dell’intervento per la realizzazione dell’impianto di video sorveglianza ambientale per un costo complessivo di 400 mila euro.
Senza tornare indietro nel tempo la delibera di Giunta del novembre 2017 è molto chiara: occorre identificare e censire tutti gli abitanti, minori compresi, all’interno del campo rom, controllare la situazione economico patrimoniale di tutti i nuclei familiari, anche mediate l’ausilio dell’agenzia delle entrate e/o i nuclei di polizia tributaria. Sgomberare ed abbattere gli insediamenti abusivi, abitati da cittadini non residenti a Lamezia, unitamente allo sgombero e abbattimento dei container dei cittadini rom residenti a Lamezia Terme, aventi diritto alle misure agevolate per la risistemazione alloggiativa (residenti originari fin dagli anni 70). Ad esclusione di chi risulta residente a Scordovillo e contemporaneamente occupa immobili Aterp nelle zone di Ciampa di Cavallo, San Pietro Lametino e via degli Uliveti ove risultano più occupazioni abusive, per poi estendere il controllo sull’intero lametino. L’Individuazione della soluzione abitativa è sempre riportata nella delibera quadro.
Da par suo la Regione Calabria, e siamo giunti a fine 2024, con una dotazione finanziaria di 8 milioni di Euro a valere sulle risorse del PR CALABRIA FESR FSE+ 2021 2027, ha avviato la selezione di partner per il progetto di “Inclusione e integrazione dei cittadini di etnia ROM, insediati nella baraccopoli stabile in località Scordovillo, nel Comune di Lamezia Terme”. Un progetto che prevede azioni integrate volte a favorire l’integrazione abitativa, l’inclusione socio-economica e le pari opportunità delle persone che abitano nel Campo di Scordovillo, in particolare le famiglie con minori, con interventi di contrasto al disagio abitativo per incentivare la fuoriuscita dal campo.
Sono queste le azioni diffuse in tutta Italia e nel resto d’Europa.
Ed è giusto che si pensi al prossimo futuro perché i presupposti per avviare la progettazione di un’area che domani si renderà libera ci sono tutti, un’area da destinare ai giovani, alle famiglie, alle mamme, alle nonne. Puntando prima di tutto alla realizzazione di una struttura polivalente, un (il) belvedere della città, una pista ciclabile (da collegare con il percorso già presente) ed un percorso per gli appassionati di mountain bike.
Con il fine ultimo di incrementare il settore turistico, da sempre una chimera a Lamezia Terme.
E passiamo quindi al secondo (s)punto, le terme, giusto appunto.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce «La medicina termale come una delle più antiche forme di terapia dell’Occidente ed in tal senso è da considerarsi una medicina tradizionale». In quest’ottica, le terme, come insieme di risorse naturali, strutture e servizi, possono essere il punto d’incontro tra le diverse forme di medicina finalizzate non solo alla terapia ma anche al mantenimento della salute ed alla riabilitazione.
È sempre l’OMS che evidenzia il concetto allargato di salute definendola, non solo come assenza di malattia, ma come uno stato di benessere psicofisico generale. In pratica, l’Organizzazione Mondiale invita a tutelare la salute, non più semplicemente attraverso il superamento o la cura della malattia ma, prima ancora, applicando una corretta prevenzione e promozione del benessere. Le terme, oltre ad essere uno strumento terapeutico, sono da considerarsi un elemento portante del nostro “stare bene”.
Il Ministero della Salute inquadra il termalismo non solo in termini di efficacia terapeutica, ma anche di prevenzione e di mantenimento ottimale dello stato di salute e benessere. Si tratta di passare da una “concezione statica” dello stabilimento termale (legata solo al termalismo terapeutico) a una “concezione dinamica” di percorso termale, nel senso più ampio di wellness e di educazione verso gli stili di vita salutari.
Ciò significa che vi è un business sul turismo termale. L’Italia occupa una posizione di primaria importanza nel contesto mondiale sia per la qualificazione delle cure che per la modernità delle strutture termali. Sono oltre 380 i Centri termali accreditati, distribuiti in 20 Regioni e 170 Comuni, che offrono una ampia varietà di acque destinate all’impiego in diverse aree cliniche (soprattutto per dermatologia, sindrome metabolica, muscolo-scheletrica, riabilitativa e respiratoria).
Confindustria Federterme e Ministero del Turismo nell’ottobre di quest’anno hanno lanciato il nuovo portale per il turismo medicale, prima guida al benessere in Italia che si rivolge sia ai turisti stranieri sia ai cittadini italiani che cercano una destinazione di eccellenza per trattamenti di salute e prevenzione grazie alla capillarità delle strutture termali sul territorio nazionale. Questa innovativa piattaforma digitale risponde alle nuove tendenze del turismo medicale, termale e del benessere, contribuendo all’incremento dei flussi turistici, sia interni che internazionali.
Una piattaforma digitale che segue il Tavolo tecnico costituito dal Ministero del Turismo, di concerto con Federterme, dedicato alla valorizzazione dei siti termali ad alta vocazione archeologica e del bioaging dell’Osservatorio TATS.
Strumenti “messi a terra” al fine di individuare proposte e soluzioni atte a dare nuovo impulso al settore termale. Questo perché il tema delle terme, e dell’affluenza connessa, rappresenta una realtà di grande rilevanza nel panorama nazionale ed internazionale con importanti potenzialità. Oggigiorno, al tradizionale concetto di termalismo legato alla funzione sanitaria (di diretta competenza del Sistema Sanitario Nazionale), si affianca il concetto di benessere, quello indotto dai trattamenti legati al wellness e promosso dalle cosiddette beauty farm, che risulta in forte sviluppo e con importanti ripercussioni sul turismo delle aree interessate.
Quindi vien da sè che Lamezia Terme abbia una enorme potenzialità territoriale ma che purtroppo non risulta valorizzata all’interno della piattaforma digitale. Lamezia Terme deve essere la città delle Terme, come hanno fatto una moltitudine di città in Italia ed in Europa. Occorre pensare ad un progetto complesso che, nel rivalutare le Terme di Caronte, dovrà contribuire ad una rivitalizzazione del territorio e dell’economia lametina nel suo complesso.
La mia idea di “progetto” prevede una serie di iniziative finalizzate a salvaguardare e valorizzare il patrimonio immobiliare storico lametino (le terme) con investimenti specifici o riconversioni strategicamente mirati. È strettamente necessario promuovere la fruizione e valorizzazione delle molteplici risorse presenti all’interno del territorio di Lamezia, con particolare attenzione al sito archeologico di Terina, ai Centri Storici della città ed ai suoi dintorni.
Nello stesso tempo la soluzione progettuale deve sostenersi efficacemente e con ritorni economici sull’economia locale, migliorando la “qualità” di tutta la città. Senza tralasciare la possibilità di promuovere il perfezionamento professionale del personale sanitario paramedico e lo sviluppo della formazione del personale tecnico e manageriale operante nel comparto turistico termale di Lamezia Terme.
È un progetto di territorio importante. Pur essendo necessario mantenere distinti l’ambito strategico- programmatorio con l’ambito tecnico-economico è opportuno però creare le dovute sinergie e l’individuazione degli strumenti più appropriati per lo sviluppo di entrambi gli ambiti che confluiscono nel nuovo concetto di termalismo. Quest’ultimo implica risposte più veloci dagli stakeholder territoriali legati all’ambiente termale e la valorizzazione delle peculiarità della città, considerando anche il coinvolgimento di protagonisti e competenze ampie e diversificate.
Lamezia Terme ha notevoli possibilità di sviluppo, deve puntare alla cattura di questo segmento di domanda turistica grazie alla “fortuna” di avere una multimodalità dei servizi presenti sul territorio (aeroporto, stazione ferroviaria, autostrada A2). Ma sulla mobilità mi sono già espresso.
“Sappiamo cosa deve essere fatto: tutto ciò che manca è la volontà di farlo”, citava Nelson Mandela.

* Manager nel settore dei trasporti



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