E’ recente la vicenda delle polemiche suscitate dalla annunciata partecipazione del filosofo e scrittore Leonardo Caffo alla manifestazione Più Libri Più Liberi alla Nuvola dell’Eur, partecipazione considerata inopportuna sul piano morale data la vicenda giudiziaria in cui era coinvolto Caffo e che si è risolta proprio nei giorni scorsi con la sua condanna in primo grado a 4 anni di carcere per maltrattamenti e lesioni nei confronti della ex compagna. Recentissima la vicenda che ha coinvolto il cantante Tony Effe, invitato sul palco per il concerto previsto a Roma per l’ultimo dell’anno, a cui, a seguito di una lettera di protesta e dell’onda lunga di polemiche che ne è seguita, il Comune di Roma ha chiesto di fare un passo indietro valutando i testi delle sue canzoni misogini e violenti.
Poco più lontano dai nostri confini, un tribunale francese ha condannato Dominique Pelicot a 20 anni di carcere, per aver drogato e stuprato per anni sua moglie Gisèle, con il coinvolgimento di altri 50 uomini, tutti ritenuti colpevoli dalla Corte e condannati.
Senza entrare nel merito di queste vicende, che hanno chiaramente pesi e calibri diversi, sembra evidente che sul piano di quella che Jung chiamerebbe la coscienza collettiva il tema della violenza di genere si stia sempre più fortemente costellando. Se ne parla, se ne scrive, se ne discute, se ne litiga, perché la rivoluzione di paradigma che si va configurando procede, come per tutte le rivoluzioni, per strappi e per precipizi. Al di là degli enunciati ideologici e forzosi, sappiamo che questa emersione racconta di una necessità profonda della nostra coscienza collettiva di partorire un nuovo assetto culturale, nel senso più largo del termine. E, come per tutte le nuove nascite, plurime e profonde sono le insidie, i movimenti dinamici di regressione, le manipolazioni e le negazioni, le fratture e le parziali enantiodromie.
Il movimento comunque procede e noi ne siamo testimoni e attori.
Proprio in questi giorni si sta definendo l’esito di un Tavolo Tecnico costituito su iniziativa del Tribunale Ordinario di Roma, Prima Sezione Civile, a cui hanno preso parte delegati dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, dell’Ordine degli Avvocati, dell’Ordine dei Medici di Roma, di alcune Associazioni che si occupano di tutela contro la violenza di genere. Da questa estesa collaborazione sono nate le LINEE GUIDA PER LA CONSULENZA TECNICA D’UFFICIO NEI PROCEDIMENTI IN MATERIA DI FAMIGLIA E MINORI.
Importanti sono le specifiche che riguardano, all’interno delle Linee Guida, i casi interessati da condotte violente.
Il Decreto Legislativo del 10 ottobre 2022 n. 149 – la cosiddetta Riforma Cartabia – ha introdotto uno specifico capo sulla “violenza domestica o di genere” (di cui agli artt. 473 bis n. 40 e ss), atto a legiferare peculiari modalità di valutazione e di intervento dell’Autorità Giudiziaria, e degli ausiliari, nei procedimenti in cui vi siano allegazioni di abusi familiari e/o condotte di violenza domestica o di genere.
Con il termine allegazioni di abusi familiari o condotte di violenza domestica o di genere si intende la rappresentazione di una parte, nei propri atti di giudizio, a prescindere dall’eventuale co-pendenza di un procedimento penale o di una specifica produzione documentale, di fatti di violenza domestica o di genere commessi dall’altra parte, che il giudice civile, nell’ambito della propria autonomia valutativa e decisionale, è chiamato ad accertare al fine di emettere con tempestività le misure più idonee a garantire la tutela psicofisica del genitore e/o dei minori presumibilmente vittime.
In questi casi, si prevede – tra le molte indicazioni contenute nel documento – una specifica formulazione del quesito per la CTU, che intenderà approfondire aspetti sensibili della fattispecie: le competenze genitoriali del genitore rispetto al quale emergano indizi in merito alla commissione di condotte di violenza domestica; la capacità e le risorse dell’altro genitore; lo stato psicofisico del minore, che è sempre interesse primario da preservare e rispetto al quale, nei casi di violenza, particolarmente accurate devono essere le valutazioni sulle modalità di acquisizione di informazioni – sul piano della procedura – nonché sull’opportunità e, in caso affermativo, sulle modalità di gestione della relazione con il genitore rispetto al quale emergano indizi in merito alla commissione di condotte di violenza domestica.
E’ una frontiera fondamentale nell’intersezione tra diritto e psicologia dedicare un’attenzione specifica ai casi di violenza di genere, un’altra, fondamentale, tessera che sta componendo il mosaico dell’immagine che esiterà dalla rivoluzione di paradigma di cui abbiamo parlato all’inizio. L’Ordine degli Psicologi del Lazio ha sempre presidiato questa frontiera, con visione, capacità di dialogo e senso di responsabilità verso la società che cambia.
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