Terna – BRANDVOICE | Paid program
Contenuto tratto dal numero di dicembre 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Saranno 970 km di cavi sottomarini, a una potenza di 1.000 MW. Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, si prepara a realizzare il Tyrrhenian Link, un collegamento che unirà la Sicilia alla Sardegna e alla Campania per migliorare la capacità di trasporto, la sicurezza e la flessibilità della rete e favorire l’integrazione del mercato interno e delle rinnovabili. Il Ramo Ovest dell’opera, tra Sicilia e Sardegna, stabilirà anche un record: sarà il primo collegamento sottomarino in alta tensione a superare i duemila metri di profondità, con punte di 2.150. Per la posa dei cavi Terna ricorrerà a una tecnologia chiamata perforazione teleguidata, che permette di ridurre l’interferenza con la flora marina e l’impatto dei lavori sul litorale.
Il Tyrrhenian Link è il più importante fra i progetti infrastrutturali previsti dal piano industriale 2024-2028 della società guidata dall’amministratore delegato e direttore generale Giuseppina Di Foggia. Il piano prevede 16,5 miliardi di euro di investimenti in cinque anni, la cifra più alta nella storia del gruppo, a conferma dell’impegno di Terna a contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dal Green Deal europeo e dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, cioè ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra del 55% rispetto al 1990.
I collegamenti elettrici sottomarini
Tra le principali opere previste dal piano ci sono proprio i collegamenti elettrici sottomarini. Le nuove infrastrutture si aggiungeranno alle sette interconnessioni subacquee già gestite da Terna: il Sa.Co.I. 2, che collega Toscana, Corsica e Sardegna; l’interconnessione tra Italia e Grecia; il Sa.Pe.I. tra Lazio e Sardegna; il cavo Sorgente Rizziconi tra Sicilia e Calabria; la linea tra Capri e Sorrento; l’interconnessione tra Italia e Montenegro; il collegamento tra Piombino e l’Isola d’Elba.
Un’altra opera importante sarà l’Adriatic Link, che unirà Abruzzo e Marche con 250 km di cavo sottomarino da 1.000 MW di potenza, a una profondità massima di 100 metri. Il collegamento permetterà di incrementare la capacità di scambio interno al Paese: sarà cruciale per trasferire l’energia prodotta dai tanti impianti eolici e fotovoltaici del Sud verso i centri di consumo del Nord.
I collegamenti internazionali
Alcune delle interconnessioni previste saranno con l’estero. È il caso di Elmed, il ponte energetico tra Italia e Tunisia, primo collegamento elettrico in corrente continua tra Europa e Africa, che rientra nel Piano Mattei del governo italiano. Il progetto, a cui lavoreranno Terna e Steg, la società tunisina dell’elettricità e del gas, è cofinanziato dalla Commissione europea tramite Connecting Europe Facility, il fondo per lo sviluppo dei progetti chiave per potenziare le infrastrutture energetiche comunitarie, che per la prima volta ha destinato fondi a un’opera di uno stato membro e uno stato terzo. L’elettrodotto unirà la stazione di Partanna, in provincia di Trapani, a quella di Mlaabi, nella penisola tunisina di Capo Bon, per una lunghezza complessiva di 220 km, perlopiù in cavo sottomarino, una potenza di 600 MW e una profondità massima di circa 800 metri. Contribuirà all’integrazione dei mercati dell’energia elettrica, all’incremento di produzione da fonti rinnovabili in Europa e in Africa e alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico, tramite la diversificazione delle fonti.
Un altro progetto internazionale è il cosiddetto Sa.Co.I. 3, ovvero il lavoro di rinnovo, ammodernamento e ripotenziamento dell’interconnessione Sa.Co.I. 2 tra Sardegna, Corsica e Toscana, in esercizio dal 1992. L’intervento consiste nella realizzazione di un cavo hvdc (high voltage direct current), con una capacità complessiva fino a 400 MW e due stazioni di conversione, in Sardegna, a Codrongianos, in provincia di Sassari, e in Toscana, a Suvereto, in provincia di Livorno.
Va citato anche il raddoppio dell’interconnessione tra Italia e Grecia, che vedrà due cavi sottomarini di 250 km, con potenza fino a 1.000 MW, e due cavi terrestri di 50 km. Il raddoppio dell’interconnessione esistente permetterà, tra l’altro, di mantenere lo scambio di energia tra i due paesi anche in presenza di manutenzione.
Terna e l’Internet of Underwater Things
Tutte queste opere richiedono tecnologie all’avanguardia, sia per garantire la sicurezza degli asset marini, sia per limitare al minimo l’interferenza con l’ambiente e monitorare le condizioni ambientali nelle vicinanze delle infrastrutture.
Tra queste c’è l’Internet of Underwater Things (IoUT), al centro di un progetto di collaborazione tra Terna – che da tempo usa sensoristica IoT per monitorare la rete di trasmissione e migliorarne affidabilità e resilienza – e WSense, deep tech italiana che si occupa di monitoraggio e sistemi di comunicazione per l’ambiente subacqueo.
Le due aziende hanno sperimentato l’IoUT nel Mar Tirreno, nel canale di Piombino. WSense ha installato un sistema di sonde sottomarine, collegate in una rete wi-fi subacquea per la trasmissione dei dati, che ha permesso di acquisire in tempo reale informazioni sull’ecosistema marino: rumore subacqueo, correntometria, clorofilla, temperatura, torbidità dell’acqua.
I risultati hanno mostrato che l’IoUT è una tecnologia promettente per il monitoraggio di ambienti sottomarini. Potrebbe così rappresentare un esempio delle twin transition – energetica e digitale – che Terna persegue per realizzare un sistema elettrico sempre più efficiente e sostenibile.
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