Transizione 5.0 rappresenta un sostanziale passo in avanti rispetto a Industria 4.0, della quale mantiene i principi di base, aggiungendovi però una serie di interessanti opportunità legate all’efficientamento.
Per accedere agli incentivi previsti dal piano Transizione 5.0 è necessario compiere una serie ben precisa di step tecnici e burocratici.
di Andrea Pagani
Transizione 5.0 rappresenta un sostanziale passo in avanti rispetto a Industria 4.0, della quale mantiene i principi di base, aggiungendovi però una serie di interessanti opportunità legate all’efficientamento (di singole macchine o interi stabilimenti).
In termini più formali, come indicato sul sito del MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), il Piano Transizione 5.0 si inserisce nell’ambito della più ampia strategia finalizzata a sostenere il processo di trasformazione digitale ed energetica delle imprese e mette a disposizione delle stesse, nel biennio 2024-2025, 12,7 miliardi di euro.
In particolare, in linea con le azioni di breve e medio periodo previste dal piano REPowerEU, Transizione 5.0, con una dotazione finanziaria complessiva pari a 6,3 miliardi di euro, si pone l’obiettivo di favorire la trasformazione dei processi produttivi delle imprese, rispondendo alle sfide poste dalle transizioni gemelle, digitale ed energetica.
Vi è però un rovescio della medaglia: una maggiore complessità di gestione, che si concretizza in una serie di step da eseguire in maniera precisa, corretta e coordinata.
Per accompagnare una azienda in queste fasi risulta molto utile appoggiarsi ad apposite realtà del settore, veri e propri “general contractor” che si occupano di farsi carico di gran parte del lavoro burocratico.
Tra queste c’è Finply, società attiva nel mondo della finanza agevolata e dei crediti d’imposta che collabora con UCIMU-Sistemi per Produrre e Probest, dalla quale ci siamo fatti spiegare in dettaglio come accedere a Transizione 5.0 e beneficiare al massimo dei relativi incentivi.
Per accedere agli incentivi previsti dal piano Transizione 5.0 è necessario compiere una serie ben precisa di step tecnici e burocratici. Un percorso non semplice, ma che può portare a significativi benefici fiscali.
DA INDUSTRIA 4.0 A TRANSIZIONE 5.0
Occorre tornare indietro nel tempo di circa 10 anni, per la precisione nel 2015, per osservare la nascita del credito d’imposta su ricerca e sviluppo, trasformato poi Industria 4.0. Da allora lo strumento del credito d’imposta è diventato una forma molto utilizzata dal Governo per distribuire contributi finalizzati a scopi ben precisi.
Nel 2024 è stato fatto un ulteriore passaggio: è entrato in vigore – prima con un decreto legge e poi con una serie di decreti attuativi, linee guida e FAQ – il piano Transizione 5.0.
Si tratta, come anticipato, di una “4.0 evoluta”: il punto di partenza restano le macchine interconnesse al sistema di gestione aziendale, ma se prima era il produttore della macchina stessa a garantire la rispondenza ai requisiti tecnici, con Transizione 5.0 la macchina diventa lo strumento di partenza utile per procedere oltre.
La prima condizione necessaria è dunque la rispondenza ai criteri di Industria 4.0, ai quali si potranno sommare quelli legati al fatto di ottenere un efficientamento energetico. In tal modo, l’aliquota degli incentivi crescerà in funzione di una serie di step legati a parametri quali l’entità dell’investimento e l’efficientamento ottenuto.
Aliquote di calcolo del credito d’imposta ottenibile (dati aggiornati a dicembre 2024).
BENI TRAINANTI, BENI TRAINATI E CREDITO D’IMPOSTA
Una prima, importantissima prerogativa di Transizione 5.0 è che non è la macchina l’obiettivo del credito d’imposta, ma l’intero progetto.
Vengono dunque inclusi i beni trainanti (come le macchine) e, se presenti, i beni trainati (soluzioni per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili come gli impianti fotovoltaici, le pompe di calore, i sistemi di recupero o scambio di calore e persino software relativi alla gestione di impresa).
In altre parole, se si procede con l’acquisto di una macchina da 100.000 euro (bene trainante) e di un impianto fotovoltaico da altri 100.000 euro (bene trainato) il credito d’imposta sarà estendibile anche al valore del bene trainato e dunque l’importo sarà calcolato sull’investimento complessivo.
È bene ricordare inoltre che il credito è accessibile previa prenotazione. Ottenuto l’ok del GSE, sarà possibile procedere oltre avendo la certezza di poter disporre dell’incentivo a fine procedura.
La complessità procedurale si nota anche nel numero di “attori” che partecipano a questo percorso: non solo il perito che assevera in tribunale l’interconnessione della macchina e il commercialista che utilizza il credito, ma ci sono diverse altre figure (come il progettista, il certificatore, il Revisore Legale, il GSE ecc.) che, insieme ai primi due, formano un team grazie al quale è possibile ottenere il credito d’imposta. Senza il lavoro di uno solo di essi non è sarà possibile ottenere l’erogazione del credito.
Una prima, importantissima prerogativa di Transizione 5.0 è che non è la macchina l’obiettivo del credito d’imposta, ma l’intero progetto. Vengono dunque inclusi i beni trainanti (come le macchine) e, se presenti, i beni trainati.
UN PERCORSO ARTICOLATO
Si parte dunque dalla prenotazione del credito e, per farlo, è necessario dare vita al progetto innovativo all’interno del quale collocare tutti i beni che l’azienda deve acquistare.
Essendo un percorso finalizzato all’efficientamento energetico, è necessario misurare i consumi di un processo prima (ex ante) e dopo (ex post) al fine di valutare l’effettiva percentuale di riduzione dei consumi.
Il certificatore di fatto svolge questa attività: il progettista prepara il progetto innovativo insieme al referente aziendale (titolare, responsabile area tecnica, CFO ecc.) e vi aggiunge la certificazione ex ante rilevata da un perito specializzato.
Il tutto viene caricato sulla piattaforma del GSE (direttamente dal cliente o, nel caso di supporto da parte di Finply, direttamente da loro su delega dell’azienda), che si impegna a fornire entro 5 giorni la risposta relativa alla correttezza e completezza della documentazione prodotta.
Nei 30 giorni successivi il cliente ha l’obbligo di sottoscrivere gli ordini dei beni trainanti e trainati (macchine, impianto fotovoltaico ecc.) che intende convalidare nel suo progetto innovativo, firmare i contratti e versare almeno il 20% del valore complessivo del progetto (non necessariamente il 20% del valore di ogni singola macchina).
A questo punto il GSE ha 5 giorni per confermare l’effettiva allocazione di quel credito per l’azienda.
INSTALLAZIONE IMPIANTI, CERTIFICAZIONE EX POST E ACCESSO AL CREDITO D’IMPOSTA
La fase successiva prevede la consegna delle macchine e degli impianti, la loro installazione, la configurazione e il collaudo.
Entra ora in gioco un’altra figura, quella del perito che eseguirà la perizia tecnica. È bene ricordare che, se l’investimento complessivo supera il valore di 300.000,00 €, la perizia dovrà essere giurata. Il professionista che ha realizzato la certificazione ex ante dovrà ora rifare le misurazioni (ex post) per validare i calcoli eseguiti nella fase iniziale di progettazione. Questo perché nella fase iniziale il certificatore ipotizza, in funzione dei parametri legati ai consumi dei nuovi impianti da acquistare, il risparmio energetico ottenibile e richiede il credito applicando la corretta percentuale. In fase ex post questi calcoli vengono verificati e si conferma quindi il credito richiesto oppure, qualora l’efficientamento risultasse tanto inferiore da rientrare nello scaglione di credito più basso, si ricalcolerà il tutto di conseguenza. È importante ricordare che, invece, non è possibile richiedere una correzione verso l’alto.
In aggiunta, Finply consegna al cliente un dossier descrittivo dell’intervento, utile in caso di verifiche nel corso dei 5 anni successivi da parte degli organi competenti, oltre all’assistenza tecnica e a un primo intervento da parte di un legale tributarista.
Le misurazioni vengono a questo punto inviate di nuovo al GSE, che confermerà il credito d’imposta e lo renderà disponibile al commercialista dell’azienda per essere portato in compensazione tributaria negli F24.
Credito che potrà essere utilizzato tutto in un anno o se, compensato dopo il 31 dicembre 2025, in 5 rate annuali di uguale importo.
Vista la complessità di approccio, la metodologia messa a punto da Finply prevede la possibilità di adeguarsi facilmente ai possibili ulteriori cambiamenti che il legislatore metterà in campo e, inoltre, tale procedura permette di avere sin dall’inizio una visione sui risultati ottenibili attraverso una stima iniziale basata sulle condizioni di partenza. ©TECNELAB
Per accompagnare un’azienda ad accedere al Piano Transizione 5.0 risulta molto utile appoggiarsi ad apposite realtà del settore, veri e propri “general contractor” che si occupano di farsi carico di gran parte del lavoro burocratico, come Finply.
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